Warrior Nun: recensione della serie fantasy originale Netflix

Suore guerriere e demoni nella lotta tra Bene e Male

È arrivata lo scorso 2 luglio su Netflix una nuova serie originale a metà tra action, fantasy e teen drama dalle premesse decisamente interessanti. Suore guerriere, demoni, scienza e intrighi ecclesiastici; sono questi gli ingredienti di Warrior Nun, la serie creata da Simon Barry di cui vi proponiamo la nostra recensione. Warrior Nun si basa sulla serie fantasy a fumetti del 1994 di Ben Dunn Warrior Nun Areala; la prima stagione si articola in 10 episodi della durata di 40 minuti circa ciascuno. Ogni episodio porta il titolo di un versetto della Bibbia e la protagonista, nei panni della diciannovenne Ava è l’attrice portoghese Alba Baptista.

Accanto a lei, nel cast, Tristan Ulloa (Padre Vincent), Toya Turner (Shotgun Mary), Lorena Andrea (suor Lilith), Kristina Tonteri-Young (suor Beatrice) e Joaquim de Almeida (Cardinale Duretti) fra gli altri. Il vasto materiale a cui attingere e un finale decisamente aperto fanno pensare che Warrior Nun avrà una seconda stagione; in attesa della conferma ufficiale, analizziamo insieme pregi e difetti della nuova serie originale Netflix.

Indice:

La trama – Warrior Nun, la recensione

Durante una vacanza in Spagna, Ava e la madre rimangono coinvolte in un grave incidente stradale. La donna non ce la fa, mentre Ava sopravvive ma si ritrova tetraplegica, paralizzata dal collo in giù. La giovane ha trascorso la sua intera esistenza costretta nel letto di un orfanotrofio gestito dalle suore quando muore in circostanze misteriose; i referti ufficiali parlano di suicidio. Il suo corpo viene trasportato in un obitorio situato nei sotterranei di una chiesa dove di lì a poco si verificano eventi a dir poco straordinari. Un gruppo di suore combattenti, appartenenti all’Ordine della Spada Cruciforme, fa irruzione nella chiesa trasportando una delle Sorelle ferite, la Suora Guerriera Shannon.

Suor Shannon è la leader del gruppo ed è dotata di poteri sovrannaturali; questi hanno origine da un potente manufatto divino (una vera e propria aureola) che la Sorella ha inserita nella schiena. L’unica sostanza a cui suor Shannon è vulnerabile è il Divinium, un metallo anch’esso di origine divina; è proprio questo l’elemento utilizzato dai mercenari che hanno aggredito la Sorella. Shannon soccombe alle sue ferite; per preservare il manufatto, le Sorelle decidono di estrarlo e inserirlo nella schiena di Ava. La ragazza, in maniera del tutto inaspettata, si risveglia e riacquista miracolosamente il pieno controllo del suo corpo. Per Ava inizia una nuova vita il cui obiettivo è fare tutte le esperienze finora precluse. L’Ordine della Spada Cruciforme, tuttavia, ha in serbo per Ava ben altri piani.

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Warrior Nun. Fresco Film Services, Reality Distortion Field

Il viaggio dell’eroe – Warrior Nun, la recensione

Come vedremo meglio anche più avanti nel corso della nostra recensione, Warrior Nun si muove principalmente tra il fantasy e il teen drama. Per certi aspetti la serie tv rappresenta anche il percorso di formazione della giovane protagonista Ava; un cammino di cambiamento, un vero e proprio viaggio dell’eroe. Se da una parte abbiamo lo scontro tra le forze del Bene e quelle del Male, dall’altra assistiamo al conflitto personale tra le due nature di Ava. La ragazza, dopo aver passato tutta l’infanzia e l’adolescenza a dipendere dagli altri senza poter prendere decisioni proprie, si ritrova all’improvviso a dover riprendere in mano la sua vita. Così, insieme al controllo totale del proprio corpo, riacquista anche la possibilità di esercitare il libero arbitrio, di scegliere. L’aureola, in questo senso, è anche un simbolo di crescita personale, di passaggio alla vita adulta.

Finalmente libera, Ava vuole recuperare il tempo perduto facendo quante più esperienze possibili; l’Ordine della Spada Cruciforme, però, ha altri piani per la portatrice dell’aureola e poco importa che la ragazza lo sia diventata involontariamente. Le Sorelle iniziano l’addestramento di Ava per farla diventare una combattente ma la giovane, seguendo il suo istinto, scappa; fugge dalla responsabilità, determinata a pensare solo a se stessa, senza rispondere a nessuno. Ecco allora che il viaggio di Ava diventa un percorso di superamento dei propri limiti, dei propri traumi e paure verso una maggior consapevolezza, fiducia negli altri e coraggio. In ultima analisi, un viaggio verso la maturità e un nuovo atteggiamento nei confronti della vita.

Analisi – Warrior Nun, la recensione

Lo spunto di partenza da cui si sviluppa Warrior Nun è decisamente interessante e intrigante. In questo senso è inoltre da apprezzare il tentativo di Netflix di portare sullo schermo una storia piuttosto originale; le suore guerriere – va detto – mancavano all’appello nel catalogo della piattaforma streaming. La serie di Simon Barry, dal punto di vista del focus narrativo, prende una strada abbastanza diversa rispetto al fumetto di Ben Dunn. Lì la parte fantasy era nettamente predominante, mentre Warrior Nun riserva ampio spazio alla storia e alla caratterizzazione della protagonista. Vedremo meglio più avanti come questa scelta non si riveli del tutto vincente. Altro nucleo tematico forte – molto più classico e praticato, ma non per questo meno affascinante – è quello della lotta tra Bene e Male.

L’obiettivo dell’Ordine della Spada Cruciforme è quello di liberare gli uomini dalle presenze demoniache, tenere lontane le creature infernali e difendere la Chiesa. Il tutto facendo ampio ricorso ad armi da fuoco – Shotgun Mary si chiama così per il suo inseparabile fucile -, spade, pugnali e combattimenti corpo a corpo. Dimenticatevi subito l’immagine tradizionale della suora: le Sorelle, qui, sono molto più simili a ninja. La Chiesa, dal canto suo, – rappresentata dall’ambiguo Cardinale Duretti – è un’istituzione dove abbondano intrighi, giochi di potere e piani misteriosi. Non manca nemmeno il riferimento a quello che, semplificando, possiamo chiamare il conflitto tra Scienza e Fede; con la dottoressa Jillian Salvius (Thekla Reuten) intenta a giocare a fare Dio e creare un vero e proprio portale che conduca in un’altra dimensione del tutto simile al Paradiso.

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Warrior Nun. Fresco Film Services, Reality Distortion Field

Considerazioni tecniche – Warrior Nun, la recensione

Il difetto maggiore di Warrior Nun è lo sbilanciamento della storia sul fronte teen drama, soprattutto nei primi cinque episodi della stagione. Qui viene data ampia attenzione alla protagonista, finalmente intenta a scoprire tutto ciò che dopo l’incidente le era stato precluso. Da una parte una caratterizzazione approfondita di Ava aiuta lo spettatore a entrare in empatia; dall’altra questa scelta sottrae troppo spazio alle scene action e alla storia fantasy. Soprattutto a causa dell’inserimento di una storyline romantica e di personaggi secondari completamente abbandonati nella seconda metà della stagione. Dal sesto episodio in poi, finalmente, la serie ingrana la marcia giusta, trovando un bell’equilibrio tra drammi personali, sviluppo fantasy, divertimento e scene d’azione. Queste ultime, in particolare, risultano tutte ben coreografate, fluide e decisamente adrenaliniche.

Discreto l’utilizzo della CGI, senz’altro non impeccabile, ma ben sfruttata. La regia non spicca per trovate di particolare rilievo, assestandosi piuttosto su un livello medio. La fotografia accentua la peculiare bellezza degli ambienti interni ed esterni; un uso intelligente e suggestivo dell’illuminazione intradiegetica completa il quadro con bei giochi di luci e di ombre. Decisamente da promuovere la performance di Alba Baptista; sempre in parte, naturale e convincente nonostante qualche scivolone in fase di sceneggiatura. Concludiamo la nostra recensione promuovendo Warrior Nun, sebbene con qualche riserva. La speranza è che nella probabile seconda stagione, la serie spinga sull’acceleratore del ritmo, privilegiando l’azione e sfruttando al meglio tutte le potenzialità della storia di partenza.

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Warrior Nun

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Storia interessante e intrigante
  • L'interpretazione della protagonista e del resto del cast

Lati negativi

  • Sbilanciamento eccessivo tra i generi nei primi episodi
  • Ritmo altalenante nella prima metà della stagione

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