Serie Tv made in Italy: a che punto siamo con le produzioni televisive nostrane?

Anche in Italia si fanno, tra le tante, anche ottime serie televisive: pur riconoscendo l’indubbia superiorità americana e anglosassone in questo ambito, vale comunque la pena dare una chance a produzioni italiane meritevoli.

Partiamo dal presupposto che la televisione non è certo il cancro della società contemporanea, come sostengono quelle stesse persone che passano i tre quarti della propria esistenza a gestire i propri social davanti allo schermo di uno smartphone. Ogni strumento, tanto il computer quanto la televisione, può essere adoperato senza travalicare la giusta misura, ma sarebbe sciocco eliminarlo in maniera pregiudiziale e totale. Considerando il piccolo schermo, questo avanza sicuramente tante brutte offerte, ma può regalare, e neanche di rado, prodotti decisamente notevoli. Soffermandoci sulle serie Tv del Belpaese, e pur riconoscendo che in questo ambito sono molto più avanti oltreoceano, l’annata Settembre 2016/ Settembre 2017 non è stata per niente malvagia, con sorprese non solo in casa Sky, ma anche nelle fila di mamma Rai e della iper-generalista Mediaset. Per cui, accanto a indifendibili oscenità, tra le quali primeggia senza rivali l’ennesimo capitolo di A un Passo dal Cielo (roba da punizione corporale!), troviamo almeno sei serie, o fiction che dir si voglia, meritevoli di una visione.

Serie Tv made in Italy: a che punto siamo con le produzioni televisive nostrane.1) Solo. 

Cominciamo subito dalla punta di diamante. La storia ruota intorno al personaggio di Marco Pagani, poliziotto infiltrato nella spietata famiglia dei Corona, rappresentanti della Ndrangheta dell’entroterra calabrese. Andata in onda su Canale Cinque lo scorso Novembre, la serie conta su una sceneggiatura solida e sulla modernissima regia di Michele Alhaique, chiaro amante del cinema di genere. Dal punto di vista economico, è evidente il sostanzioso investimento da parte di Pietro Valsecchi, presidente della Taodue, garante di un budget più che discreto a disposizione del regista.  Il risultato sono quattro puntate al cardiopalma, che nulla hanno da invidiare a Gomorra per dinamicità narrativa e per tecnica, ovvero luci, fotografia e musica, quest’ultima curata da Luca Novelli dei Mokadelic(!), con incursioni electro-pop sulle note degli M83. Inoltre, il cast è assolutamente all’altezza: da Marco Bocci, ottimo attore quando ben gestito, al boss di Renato Carpentieri, oggi reduce dai numerosi riconoscimenti per la sua interpretazione ne La Tenerezza di Gianni Amelio. La seconda stagione è già in cantiere, ma pare che Netflix stia dando del filo da torcere a Mediaset per accaparrarsi i diritti di produzione; e, infatti, da pochi giorni la prima stagione si trova comodamente anche sulla nuova piattaforma, sempre più competitiva e apprezzata dal pubblico. Ad ogni modo, recuperate Solo: vi assicuriamo che vale davvero tutte le sei ore, arrivando a sfiorare la perfezione.

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