Anne Frank Vite Parallele: recensione del film evento

Helen Mirren racconta la storia di Anne Frank attraverso le pagine del suo diario in un docu-film commovente

Abbiamo ancora bisogno di Anne Frank? Sembra proprio di sì, e oggi più che mai. In questa recensione di Anne Frank Vite Parallele, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto vedremo perché. Si tratta di un film evento importantissimo: dal punto di vista artistico, culturale e sociale. Prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con Rai Cinema, il documentario sarà nelle sale solo l’11, il 12 e il 13 novembre 2019.

Nata a Francoforte il 12 giugno 1929, Anne Frank, quest’anno, avrebbe compiuto 90 anni. Il premio Oscar Helen Mirren ci accompagna nella storia di Anne, leggendo le pagine del suo diario, scritto fra il 12 giugno del 1942 e il 1° agosto del 1944. Parallelamente ascoltiamo le testimonianze di 5 donne sopravvissute agli orrori dei campi di sterminio. Si tratta di Arianna Szörenyi, Sarah Montard, Helga Weiss e delle sorelle Tatiana e Andra Bucci.

Sono queste le vite parallele a quella di Anne: destini tragicamente simili, che si compiono uno accanto all’altro, vicinissimi ma senza toccarsi mai. Il documentario è stato realizzato in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e con il Piccolo Teatro di Milano, sotto il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. A guidarci nella storia, oltre alla Mirren, c’è la giovane attrice Martina Gatti, in visita nei luoghi simbolo della Shoah.

Indice:

Sulle tracce di Anne – Anne Frank Vite Parallele recensione

La storia di Anne Frank la conosciamo tutti, come conosciamo le pagine del suo celebre diario. Quello che non sappiamo è ciò che ha passato dopo la deportazione, come avrebbe realizzato i suoi sogni di ragazzina, come vivrebbe la realtà attuale. Helen Mirren legge la pagine del diario all’interno di una fedele ricostruzione della camera di Anne, mentre Kat (Martina Gatti) è alla ricerca di risposte.

Kat viaggia fra il rifugio della famiglia Frank in Olanda, Bergen Belsen e il Memoriale della Shoah di Parigi. “Dialoga” con Anne come se fosse quell’amica immaginaria, Kitty, a cui la ragazza affidava i suoi pensieri nelle pagine del diario. Ascoltiamo le confidenze, i sogni e le paure di Anne, entriamo nei luoghi della follia nazista e, parallelamente, riviviamo l’orrore dei campi di sterminio attraverso le testimonianze delle sopravvissute.

Arianna, Helga, Sara, Tatiana e Andra raccontano come, ancora bambine, siano state strappate alle loro vite e separate dalle famiglie; perseguitate e deportate nei lager per la sola “colpa” di essere ebree. Le loro testimonianze danno corpo e voce al silenzio di Anne che, come ci racconta Helen Mirren, è “scomparsa” il 1° agosto del 1944, tre giorni prima della deportazione.

La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia

Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo.

Proseguiamo la nostra analisi di Anne Frank Vite Parallele prendendo in prestito questa frase di Primo Levi che, purtroppo, ben si adatta anche ai giorni nostri. Sabina Fedeli e Anna Migotto hanno presentato il loro film a Milano, in un’anteprima introdotta da Gad Lerner. Il giornalista ha sottolineato come ancora oggi l’antisemitismo e il razzismo siano piaghe gravi e infestanti nella società.

Didi Gnocchi, amministratore delegato di 3D Produzioni, ha parlato dell’urgenza di realizzare un documentario su Anne Frank; per risvegliare le coscienze e per ridare alla figura della giovane ebrea una dignità più volte annullata. Un esempio fra tutti, l’esibizione del volto di Anne negli stadi come strumento per insultare i tifosi avversari. La stessa Arianna Szörenyi, presente all’anteprima, ha espresso preoccupazione per fenomeni come il negazionismo e i nuovi razzismi che, in Italia, stanno avendo una rinascita allarmante.

Il docufilm verrà distribuito in 300 sale in Italia, l’11, il 12 e il 13 novembre e, successivamente, in altri 60 paesi. È stato inoltre realizzato un progetto che prevede la programmazione di proiezioni speciali dedicate alle scuole. Paola Malanga, Vice Direttore Produzione e Acquisti di Rai Cinema, ha poi fatto capire che, con ogni probabilità, il film arriverà in televisione. Un progetto importante, dunque, con l’ambizione di raggiungere un pubblico vasto ed eterogeneo.

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Considerazioni tecniche – Anne Frank Vite Parallele recensione

La particolarità tecnica principale del docu-film è il set in cui Helen Mirren legge le pagine del diario di Anne. Gli scenografi del Piccolo Teatro di Milano hanno ricostruito nei dettagli la camera di Anne. La stanza nel rifugio segreto dei Frank è stata ricreata in ogni minimo particolare, dagli oggetti alle fotografie alle pareti. Persino la copertina a quadri rossi e bianchi del diario è fedele all’originale: torniamo nel 1942 è l’effetto è di una bellezza commovente.

La colonna sonora del compositore Lele Marchitelli ci accompagna lungo tutto il viaggio, sottolineando con grazia e intensità i momenti più toccanti. Marchitelli ha all’attivo una carriera importante nel mondo della musica per il cinema; sue, fra le altre, le colonne sonore de La grande bellezza e Loro, del premio Oscar Paolo Sorrentino.

Anne Frank Vite Parallele ha una struttura narrativa equilibrata e ben bilanciata fra documentario e film vero e proprio. Da un lato abbiamo i filmati dell’epoca, le immagini attuali dei campi di sterminio e le testimonianze di sopravvissute e storici; dall’altro abbiamo il personaggio inventato di Kat che si rivolge ad Anne come se fosse un’amica. L’utilizzo delle immagini più crude è dosato con estrema attenzione. L’orrore è principalmente nelle parole delle ex deportate e si insinua nello spettatore nell’immaginare quello che queste donne hanno dovuto subire; nell’idea di ciò che Anne avrebbe ancora avuto da fare, da dire, da vivere.

Custodi della memoria, a difesa del futuro – Conclusioni

Anne Frank Vite Parallele è un’opera importante, attuale, rivolta a un pubblico trasversale con un occhio di riguardo per i più giovani. Le sopravvissute che ascoltiamo nel film sono custodi della memoria esattamente come dobbiamo esserlo noi. È la stessa Helen Mirren a sottolineare quanto sia importante continuare a parlare di Anne e di chi, come lei, ha vissuto la follia brutale della Shoah.

Questa è una storia che non dobbiamo mai dimenticare. Stiamo iniziando a perdere la generazione dei testimoni di quanto è successo in Europa in quei terribili giorni. Per questo è più importante che mai mantenere viva la memoria guardando al futuro. Con le guerra in Libia, Siria, Iraq, con l’immigrazione che sta interessando tutta l’Europa è facile puntare il dito su popoli, culture e persone diverse e dire: sono la causa dei nostri problemi.

Ed è proprio questo il messaggio più importante che ci lascia il film: occorre tenere sempre viva la memoria dell’Olocausto perché minimizzare, pensare di relegare tutto al passato potrebbe portare a conseguenze spaventose e fatali. Ci sono segnali che non devono essere sottovalutati e le donne protagoniste di questo documentario sono lì per ricordarcelo. Il desiderio più grande di Anne era quello di continuare a vivere anche dopo la sua morte. Ed è anche grazie a quest’opera preziosa che Anne Frank lo potrà fare, lasciando una parte di sé in ognuno di noi.

Anne Frank Vite Parallele

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Commovente, emozionante, attuale
  • Scenografia, colonna sonora e struttura narrativa

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