Perché dovreste vedere “La forma della voce” al cinema

Sbarca finalmente in Italia, a circa un anno di distanza dal debutto in madre patria, La forma della voce (trad. letterale da Koe no katachi, anche conosciuto come A Silent Voice). In arrivo il 24 e il 25 ottobre nei migliori cinema della penisola (qui per sapere quali). Film sul bullismo, si tratta della trasposizione animata di un recente e celebre fumetto giapponese: l’omonimo Koe no katachi (A Silent Voice), scritto e disegnato dalla mangaka Yoshitoki Oima; distribuito in 7 volumi tra il 2013 e il 2014, arrivati poco tempo dopo anche qui in Italia, grazie all’editore Star Comics.

a silent voice

La forma della voce (A Silent Voice): dalle pagine al cinema.

La forma della voce è animato per opera dello studio Kyoto Animation (anche KyoAni) e vede alla regia Naoko Yamada. Per la distribuzione italiana bisogna invece ringraziare l’ormai consueta collaborazione tra Nexo Digital e Dynit; squadra che vince non si cambia, come dimostrato dai successi de In questo angolo di mondo e, soprattutto, dell’ormai celeberrimo “Your Name.“. Il film verrà distribuito con la solita formula: evento speciale con doppia data disponibile, solo ed esclusivamente il 24 e il 25 ottobre. Ma venendo al dunque: perché dovreste andare a vederlo?

Informiamo i lettori che quest’articolo non è una recensione. L’autore non ha ancora visto il film, sebbene abbia preso visione della versione cartacea (ancora grazie Star Comics!). L’articolo è quindi un monito alla visione del suddetto film, rivolto sia agli amanti che non dell’animazione giapponese.

La forma della voce (A Silent Voice): un film sul bullismo.

La forma della voce, come da trailer qui sopra, potrebbe sembrare la classica storiella sentimentale e mielosa tra Shoya Ishida (il ragazzo) e Shoko Nishimiya (la ragazza), arricchita però da un semplice quanto coraggioso elemento: l’invalidità della controparte femminile, affetta da sordomutismo. Fortunatamente La forma della voce non è nulla di tutto questo. È tutt’al più un’attenta e a tratti dura analisi sul fenomeno sociale del bullismo, fatto di figure e convenzioni inserite in un sistema scolastico-educativo fallato; di gruppi che non sono gruppi e di insegnanti forse volutamente poco attenti. Sebbene (e forse in ciò sta uno dei limiti del manga) finisca per cedere il passo, forse troppo presto, al cammino redentore del protagonista, vero fulcro dell’intera storia.

la forma della voce

A onor del vero, la componente sentimentale è sì presente, ma la si riscontra più in qualche dinamica narrativa buttata alla bella e buona (si spera che i tagli in sceneggiatura di Reiko Yoshida limitino tali falle presenti nel manga) che non nel rapporto tra i due protagonisti, che fortunatamente non sfocia mai nel romantic teen drama o nel melodrammatico. E la forza de La forma della voce sta proprio in ciò. Il soggetto si potrebbe prestare a lacrime facili e patetismi, ma finisce per presentarsi come opera pacata e misurata, ma soprattutto matura; piuttosto atipica, considerando gli standard dell’animazione nipponica. Proprio per questo la sua visione è consigliata a tutti (tranne ai più piccoli); anche a chi facilmente restio nei confronti di tale medium televisivo.

La forma della voce (A Silent Voice): un film per tutti.

Se ciò non bastasse, La forma della voce si preannuncia come un must watch anche e soprattutto sotto il punto di vista tecnico. Lo studio Kyoto Animation è tra i massimi esponenti del settore, garanzia d’assoluta qualità. A titolo d’esempio basti pensare a una delle ultime serie, Sound! Euphonium, che per regia, disegni, colori e fluidità d’animazione sembra a tutti gli effetti un prodotto destinato al cinema (ma realizzato senza il budget e i tempi di una produzione di questo calibro, e in ciò sta la sua eccezionalità). Infine, per chi si considera un amante dell’animazione giapponese, la regola è sempre quella: supportare in ogni caso e aprioristicamente eventi del genere, supportare l’egregio lavoro di aziende quali Nexo Digital, Dynit, VVVVID. Di modo tale che sempre più prodotti del genere riescano a trovare distribuzione in Italia, fino all’approdo al mercato home-video. Magari con date finalmente non così stringenti.

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