The midnight gospel: recensione della serie Netflix

Immergiamoci nel colorato e psichedelico mondo di Pendleton Ward

Un Adventure Time per adulti. Proviamo a scoprire in questa recensione se The midnight Gospel è davvero questo, analizzando il prodotto della brillante mente di Pendleton Ward. L’estro dell’animatore si sposa con il denso podcast del comico Duncan Trussell (The Duncan Trussell family hour) nel tentativo di dar vita a una serie non convenzionale. Netflix ha colto la palla al balzo, distribuendo questa prima stagione composta da otto episodi dalla durata variabile e saggiamente calibrata. Si spazia dai venti minuti fino ad arrivare ai trentasei dell’ultimo episodio, evadendo dal rigoroso vincolo della durata fissa. Ward e Trussell dimostrano di essere lungimiranti sin dalle premesse evitando di costringere argomenti troppo corposi in tempi brevi o, ancor peggio, allungare all’eccesso argomenti più risicati.

Ciò che ne risulta è una sequenza di episodi che si prendono le giuste tempistiche per esporre concetti ben diversi. La durata differente, e il conseguente trattamento diverso riservato ai più disparati temi, non implica una discontinuità nella serie, che al contrario risulta molto compatta e coerente. L’approccio di fondo è molto simile a quello di Mr. Benn. Nella vecchie serie per bambini Mr. Benn entra in un negozio per costumi e, attraverso una porta magica, entra di volta in volta in un mondo diverso e appropriato al costume indossato. In questa realtà altra l’uomo si imbatte in una breve avventura con funzione pedagogica e ne esce arricchito. Ebbene, in The midnight gospel è uno spacaster che, attraverso il suo simulatore di universi a forma di vagina, viaggia di mondo in mondo intervistando personaggi diversi, portandosi sempre a casa un paio di scarpe.

Indice

Un mondo allucinato – The midnight gospel recensione

Adventure Time ci ha abituati a una realtà surreale, ma con The midnight gospel Pendleton Ward rincara la dose. Si sbizzarrisce nel creare numerose realtà navigando tra i più nascosti meandri dell’inconscio, stuzzicando lo spettatore con trovate innovative e fantasiose. Un mondo popolato da piccoli clown e cani-cervo, un altro da pesci che, chiusi in una boccia, capitanano navi con gatti pirata. Insomma, una schiera di mondi colorati che pescano a piene mani dall’immaginario onirico e nirvanico del loro demiurgo. Quest’estetica trippy è estremamente gradevole per l’occhio attento degli estimatori del mondo di Finn & Jake, non lasciandoli di certo delusi.

I colori sono ovviamente molto sgargianti e decisi, voltia  delineare le stranezze dei diversi pianeti simulati da Clancy. Nemmeno la realtà del protagonista risulta esule da tali influssi nirvanici, sembrando estratta dal pensiero kafkiano. Ovviamente non tutto è rosa e fiori: il sangue abbonda. Seppur agisca sempre sullo sfondo della narrazione, la violenza è di sicuro uno dei tratti principe di The midnight gospel. Massacri, morti e interiora, seppur molto lontane per ovvie ragioni da una resa realistica, occupano una posizione importante nella serie che non può essere ignorata. Questa caratteristica, unita ai dialoghi di non immediata comprensione, esclude automaticamente un target più infantile, puntando piuttosto a un pubblico adulto e maturo.

The midnight gospel recensione

The midnight Gospel. Netflix.

Il podcast visuale – The midnight gospel recensione

Clancy, doppiato da Trussell, intervista man mano personalità differenti, doppiati da esperti dell’argomento, per andare a comporre il proprio spacecast. La serie all’atto pratico va ad aggiungere la componente visuale al podcast di Duncan. Un tale complemento a un podcast già di per sé così denso è un grosso rischio. Potrebbe difatti appesantire ulteriormente un’opera già impegnativa. Trussell e Ward fortunatamente sono incredibilmente abili nel dosare la componente estetica con quella dialogica, facendo in modo che ambedue si esaltino vicendevolmente. Ciò non significa che la serie sia di facile intuizione: il mondo corposo e pieno che ruota attorno a Clancy è un elemento che esige considerevole attenzione, che però deve essere rivolta anche agli scambi di battute tra personaggi.

Il nesso che intercorre tra ciò che si sente e ciò che si vede non è sempre agevolmente comprensibile, lasciando lo spettatore casual forse un po’ interdetto. The midnight gospel esige di certo una visione attenta e possibilmente molteplice per cogliere al meglio le sue numerose sfaccettature. Di assoluta importanza è comprendere che Clancy non è che un osservatore, una personalità esterna alle vicende trattate. È sostanzialmente distaccato dalle avventure di cui si ritrova partecipe e tutto ciò che accade è come se fosse lontano e poco importante. Solo uno sfondo insomma, una spiegazione visuale di ciò che di importante viene detto nell’intervista. Con questa idea di scissione bene in mente forse ci si può approcciare in modo differente alla serie, godendosela maggiormente.

The midnight gospel recensione

The midnight Gospel. Netflix.

Filosofia e psichedelia – The midnight gospel recensione

La serie tratta argomenti impegnativi come la morte, il cerchio della vita e la meditazione. Gli influssi orientali che trapelano dalle interviste sono più che evidenti e vanno al di là delle varie menzioni al buddhismo. Si parla del valore aggiunto dell’Ascolto, inteso come profonda connessione che serpeggia tra noi e il tutto e delle vie per raggiungere l’illuminazione. La prima morte, quella carnale, non è che un preludio alla morte dell’anima, dalla quale possiamo difenderci, o meno, sulla base del nostro livello di coscienza. Ma non si parla solo di religioni orientali e di mindfulness, si tocca anche l’Occidente con il cristianesimo. In questo senso però gli autori sembrano prendere un po’ le distanze, preferendo l’approccio meditativo tipicamente orientale.

Consequenzialmente non si possono non esplorare le virtù estetiche e ispiratrici di droghe, sesso, musica e danza, andando a scomodare personalità del campo come Aleister Crowley e Ram Dass. Le sostanze allucinogene vengono, ad esempio, paragonate ad un ascensore che porta talmente in alto da poter vedere cose mai visti, ma poi piomba verso il basso forse più di prima. Rischiereste? Potreste cadere in basso, ma comunque beati da un’esperienza unica. The midnight gospel non da risposte nette ai quesiti che solleva, intavolando piuttosto una discussione con lo scopo di far riflettere lo spettatore aprendogli la mente. L’apice lo si raggiunge senza dubbio nell’ultimo, incredibile episodio, fenomenale riflessione escatologica.

the midnight gospel

The midnight Gospel. Netflix.

Considerazioni finali

La comicità a tratti volgare, la massiccia dose di violenza e complessi dialoghi fanno di The midnight gospel una serie per adulti. Detto ciò, definirla un Adventure Time per adulti è oltremodo riduttivo data la ricercatezza delle interviste e il loro connubio con l’apparato visivo. Non è una serie da sottofondo, da visionare senza accortezza e “mangiandola” in breve tempo. Esige infatti un quantitativo di tempio per interrogasi su ciò che si appena visto per poterne godere appieno. La difficoltà che si può riscontrare nel seguire gli scambi di battute sarà premiata con diversi spunti di riflessione che richiameranno, successivamente, un’analisi personale da parte del singolo spettatore.

La serie è impegnativa, ma al contempo forte dell’estetica fantasiosa che contraddistingue i lavori di Ward. La gioia per gli occhi è garantita per chi ha saputo apprezzare Adventure Time, forse meno la complicata sequela di avventure di Clancy. The midnight gospel va consigliata a chi intende espandere un po’ i propri orizzonti perché, al di là del trip lisergico visivo, ce ne sta uno molto più potente a livello mentale che intrippa e non poco i pensieri. Inoltre, dulcis in fundo, un finale praticamente perfetto incorona una prima stagione sensazionale e ci fa ben sperare per un proseguo.

The midnight gospel recensione

The midnight Gospel. Netflix.

The midnight gospel

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Un mondo psichedelico estremamente colorato e intrigante
  • Riflessioni approfondite e di grande spessore
  • Esperimento coraggioso e riuscito

Lati negativi

  • Nonostante non sia di per sè un lato negativo, è bene segnalare che la serie autoesclude più d'una porzione di pubblico

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