Killing Eve 4: recensione dell’ultima stagione della serie con Sandra Oh e Jodie Comer

La serie adattamento dei romanzi di Luke Jennings conclude la sua corsa con una stagione sottotono e difficile da comprendere

Killing Eve 4 recensione. La serie ha fatto il suo debutto lo scorso febbraio arrivando su TimVision e dopo otto episodi si è conclusa. Una stagione questa quarta che è stata bloccata nella sua fase di produzione dalla pandemia, e dopo due anni di attesa dalla terza, ci ha consegnato il capitolo conclusivo. Fin dal suo debutto nel 2018, la serie ha riscosso un grandissimo successo tra i fan e la critica grazie al suo mix di irriverenza, comicità e stile spy story al femminile che ha rappresentato un elemento innovativo nella serialità. Una delle caratteristiche della serie, che ha spesso rappresentato il suo punto di forza, è il cambio di sceneggiatrici. Da Phoebe Waller-Bridge (ideatrice della serie e che dopo la prima stagione ha continuato nelle vesti di produttrice esecutiva) ad Emerald Fennell – prima del suo Una donna promettente – Suzanne Heathcote e infine Laura Neal, già nella writer’s room di Sex Education. 

Insomma se questa varietà di punti di vista femminili ha permesso alla serie di esplorare strade diverse e di esplorarsi, forse per quest’ultima stagione non ha avuto l’effetto desiderato. La trama orizzontale ha continuato il suo sviluppo riprendendo dalla terza e dalle precedenti arrivando alla conclusione. Un’evoluzione però frammentata, confusa e con poche risposte rispetto a quello che ci si aspettava da una stagione conclusiva. Senza contare la scelta di iniziare in medias rese senza dare spiegazioni. Questo non ha permesso agli spettatori di comprendere appieno alcune dinamiche narrative che sono state poi funzionali nella sua evoluzione. Il tutto ha portato verso un finale che, come gli altri non ha certamente avuto paura di osare, ma che proprio in questa stagione conclusiva, poteva essere meno prevedibile e deludente di come si è rivelato. Ma analizziamo nel dettaglio Killing Eve 4 nella nostra recensione. 

Indice: 

Killing eve 4 recensione2
Killing Eve 4 recensione, Sid Gentle Films

Il capitolo conclusivo – Killing Eve 4 recensione

Killing Eve 4 recensione. Come già anticipato la quarta stagione inizia con un salto temporale rispetto alla terza. Le protagoniste si trovano quindi in momenti diversi delle loro vite ma con un obiettivo che in fondo è comune. Eve (Sandra Oh) lavora per un’agenzia di sicurezza privata che le serve da copertura per condurre le sue indagini sui Dodici. Vuole scoprire chi sono, dove sono e vendicare in questo modo la morte di Bill e Kenny. Inizia la sua ricerca da Konstantin (Kim Bodnia) – misteriosamente nominato sindaco di una città in Russia – che le suggerisce di trovare Hélène (Camille Cottin) reclutatrice di nuove assassine per l’organizzazione. Carolyn (Fiona Shaw) sebbene sia stata spedita a Cuba, relegata ad un lavoro di ufficio dall’MI6, continua a sua volta le indagini sui Dodici che vengono attaccati giorno dopo giorno e brutalmente uccisi.

L’unica, apparentemente, disinteressata a tutto questo sembra essere Villanelle (Jodie Comer). La donna ha deciso di abbracciare la fede e di lavorare per guadagnarsi la redenzione. Ha scelto di lasciarsi alle spalle il suo passato da assassina e quindi uscire dal circolo di controllo e omicidio dei Dodici. Vive con un parroco e sua figlia in una parrocchia di quartiere e ogni giorno si prepara per essere battezzata, pronta ad essere perdonata e accogliere la fede. Un atteggiamento però che sembra nascondere più il desiderio di dimostrare a qualcuno di potere essere una brava persona che per se stessa. Le cose ovviamente non andranno come previsto, per nessuno di loro. Le indagini, i giochi di potere e di controllo che dominano le dinamiche tra i personaggi li porteranno ad incrociare le strade e provare finalmente a distruggere i Dodici, a qualunque costo. 

Reinventarsi è una forma di elusione” – Killing Eve 4 recensione

Proseguendo con la nostra recensione di Killing Eve 4 è doveroso analizzare il percorso e l’evoluzione dei suoi personaggi principali. Dopo la scelta di abbandonare i Dodici e la scena del ponte – dopo la quale non sappiamo cosa sia successo tra lei ed Eve –  ritroviamo Villanelle in una Chiesa intenta a portare a termine un percorso di redenzione, che non appare del tutto onesto. Nasconde più un desiderio di dimostrare agli altri – a Eve più tutti sebbene non si sappia il perché –  di poter essere una brava persona. In più questa necessità di assoluzione sembra essere la chiave di lettura del suo personaggio per tutta questa stagione. (Troppi) pochi minuti sono stati dedicati poi all’approfondire la sua evoluzione come essere umano. Una seduta con lo psicologo sembra far emergere in lei il desiderio di cambiare, o almeno il tentativo di scendere a patti con questa sensazione.

Che questa sia frutto dell’influenza di Eve e dell’importanza che essa ha agli occhi di Villanelle è indubbio. I due personaggi non hanno potuto per tutte le stagioni starsi lontano finendo per vedersi attraverso gli occhi dell’altra, sviluppando una comprensione dei propri caratteri che nessuno meglio di loro possiede. Un rapporto che invece viene accennato ma non approfondito è poi quello tra lei e Carolyn. Sarebbe stato interessante scoprire di più visto il potenziale che le due hanno dimostrato dividendo la scene in alcuni episodi. Il personaggio di Villanelle emerge come quello ha fatto maggiori passi avanti lavorando ad una versione migliore di se stessa. 

Killing eve 4 recensione
Killing Eve 4 recensione, Sid Gentle Films

Eve – Killing Eve 4 recensione

Completamente all’apposto c’è invece Eve. Presa dalla sua indagine per vendicarsi sembra perdersi in un vortice senza – apparente – via d’uscita. Mette in piedi una serie di giochi di potere e dinamiche in cui pensa di essere in una posizione di controllo. Agisce in un modo che spesso si fa fatica a comprendere, almeno fino a qualche episodio dalla fine. Prima con Hélène e poi con Carolyn segue le tracce dei Dodici determinata a sradicare l’associazione criminale, membro dopo membro. Nel complesso il suo personaggio sembra essere stato scritto in una maniera incoerente rispetto alle azioni che mette in atto e alle sue intenzioni. Agisce come se non le interessasse dover gestire le conseguenze e quando queste arrivano si pente di averle innescate. In relazione a Villanelle si trova nello stesso circolo vizioso delle prime stagioni, non importa quanto cerchi di cambiare la cosa. 

Questo perché inevitabilmente le due si sono scoperte più simili di quanto credessero: avevano solo bisogno di scendere a patti con la cosa. Sandra Oh è riuscita, in maniera come sempre ottima, a dare spessore a questo personaggio che come Villanelle, ha avuto poco spazio per un approfondimento del suo percorso. Perché invece di farla focalizzare su queste dinamiche di potere per la maggior parte della stagione, non si è diluito meglio lo spazio a lei dedicato? Un’esplorazione dei suoi sentimenti e una presa di coscienza della sua vita e dei suoi obiettivi sembra arrivare troppo tardi nella stagione e una volta raggiunto un equilibrio, questo viene scosso in maniera incoerente con tutto ciò che lo aveva caratterizzato in precedenza.

Cosa non ha funzionato – Killing Eve 4 recensione 

Concludendo la nostra recensione di Killing Eve 4 ciò che emerge da quest’ultima stagione è una delusione generale. La trama orizzontale dei Dodici – che è stata il fulcro dell’intera serie fin dal suo inizio – si conclude in una manciata di secondi senza fornire ulteriori spiegazioni. Diversi buchi di trama fin dal minuto uno della prima puntata non rendono facile seguire l’evoluzione della storia; la scrittura dei personaggi è altalenante e spesso incongrua con le loro versione precedenti. Non importa poi quanto al livello tecnico la serie sia riuscita a fare un buon lavoro; spicca un’attenzione ai dettagli e al simbolismo che denota un lavoro sicuramente accurato nella sua pianificazione, ma che nel complesso non colma gli errori commessi. La forza di Killing Eve è sempre stata nei suoi carismatici, forti e determinati personaggi femminili ma questa incongruenza nella loro scrittura e le scelte fatte su di loro si comprendono davvero con molta difficoltà. 

Killing eve 4 recensione

Killing Eve 4 recensione, Sid Gentle Films

Sandra Oh, Jodie Comer e Fiona Shaw brillano sullo schermo sebbene troppo spesso recitino separate. Carolyn, di cui si scopre di più in questa stagione, si conferma il personaggio più inafferrabile funzionando perfettamente. Sandra Oh e Jodie Comer dovevano condividere di più lo schermo per esprimere al massimo il potenziale dei loro personaggi, il cui screentime è invece estremamente ridotto. Per non parlare di un finale a dir poco deludente e prevedibile. Finale di cui gli scrittori hanno dichiarato di aver steso ben 10 versioni: davvero difficile da credere che tra quelle dieci non ce ne fosse una migliore di questa. Con amarezza si conclude una serie che era riuscita a catturare il suo pubblico ,a tenerlo sulle spine e lo aveva abituato ad un ritmo che teneva incollati. Un meccanismo di attrazione e repulsione incentrato su queste due donne che apparivano così diverse ma in fondo così simili agli occhi di tutti, tranne a quelli di chi ha posto la parola fine sul loro percorso.

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Killing Eve 4

Voto - 4

4

Voto

Lati positivi

  • Le performance di Jodie Comer, Fiona Shaw e Sandra Oh
  • Fotografia e alcune accortezze tecniche

Lati negativi

  • Scrittura dei personaggi poco chiara e incoerente, soprattutto Eve
  • Sviste nell’evoluzione della storia
  • Introduzione di nuovi personaggi che hanno tolto spazio ai primari
  • Finale deludente e prevedibile

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