Killing Eve 3: recensione della serie con Sandra Oh e Jodie Comer

La serie della BBC America torna con una nuova e introspettiva stagione

Dopo un anno di attesa dalla seconda stagione e un cliffhanger finale che ha (più o meno) sconvolto i fan, Killing Eve torna con la sua terza stagione. Tornano i personaggi e le loro storie. Eppure in Killing Eve 3, di cui vi proponiamo la nostra recensione, qualcosa di diverso c’è. La serie è tratta dalle novelle di Luke Jennings, che ha collaborato alla stesura di ogni puntata. In più vanta tra i suoi produttori esecutivi uno dei nomi più apprezzati dalla critica e più amati dai fan degli ultimi anni: Phoebe Waller-Bridge. Una delle cose che mancano è proprio il tocco della Waller-Bridge. Quel tocco che aveva reso la prima stagione un prodotto irriverente, graffiante e audace, e che si perde (un po’) già dalla stagione due per il cambio della scrittrice. Ma non tutto è perduto. La serie, come i suoi personaggi, è evoluta.

Sebbene perda quella verve iniziale, la serie acquisisce più introspezione e profondità emotiva, senza perdere mai quel suo tocco di stile estetico. Complici senza dubbio le sue interpreti. In primo piano troviamo Sandra Oh, vincitrice di un Golden Globe, e Jodie Comer, vincitrice di un Emmy e un BAFTA tv, che condividono di nuovo la scena e riprendono quel rapporto ossessivo e affascinante tra i loro personaggi. Altro nome che si è rivelato una sorpresa e una garanzia con l’evolversi della storia, è quello di Fiona Shaw. L’attrice irlandese regala momenti tragicomici con il suo criptico personaggio. Tutte le donne che guidano questa serie, dalle attrici alle produttrice, rendono Killing Eve una serie accattivante ed emozionante da guardare. Ogni attrice regala performance da premiare (di nuovo) e alza ancora l’asticella della qualità. Ma senza indugiare ulteriormente analizziamo nel dettaglio Killing Eve 3 nella nostra recensione.

Indice:

La Trama – Killing Eve 3 recensione

Il controverso e complesso rapporto di odio e ossessione tra Eve, funzionaria dell’MI6 e Villanelle, serial killer di professione, ha subìto una scossa nel finale della seconda stagione. La terza si apre con i personaggi intenti a metabolizzare le azioni compiute e affrontano le conseguenze. L’affascinante e ferita Villanelle, si è sposata e al suo matrimonio si presenta una vecchia conoscenza. La donna che l’ha trasformata in un’impeccabile assassina la cerca per proporle un’alleanza che può giovare ad entrambe. L’attenzione si sposta poi sull’altra protagonista, Eve Polastri. Il suo destino sembrava segnato nel finale della seconda stagione, ma ben presto scopriamo che non è così. Anche lei è rimasta fortemente scossa dagli eventi di Roma e da ciò che è successo con Villanelle. In convalescenza cerca di riprendere in mano la sua vita, ricostruendo per quanto possibile i rapporti con il marito Niko, ma procedendo con difficoltà.

La trama orizzontale della serie subisce una scossa già dalla prima puntata fornendo il mistero per questa nuova stagione. Il resto si alterna tra la trama principale che ruota intorno al mistero dei Dodici, l’organizzazione per cui lavora Villanelle, e altre piccole sotto-trame legate ai singoli personaggi. Ognuno di loro, a modo proprio e con i propri tempi, affronterà un percorso di indagine e crescita personale. Eve cercherà un confronto finale con se stessa; Villanelle affronterà un viaggio emotivo profondamente segnante; Carolyn dovrà gestire una situazione per lei alquanto inedita mentre Konstantin si destreggia tra segreti e mezze verità. Una stagione diversa dalle prime due, sotto molti punti di vista, ma che un affezionato alla storia non può fare a meno di guardare. La narrazione si sviluppa fino ad un punto chiave e al contempo getta le basi per la quarta stagione già confermata.

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Killing Eve, Sid Gentle Films, BBC America

Eve e Villanelle: la storia di un’ossessione 

Anche in Killing Eve 3, di cui vi proponiamo la recensione, il cuore della storia continua ad essere il rapporto tra queste due donne in apparenza così diverse. Un rapporto che si è evoluto in proporzione ai cambiamenti vissuti. Eve è una donna intelligente, caparbia, determinata, sicura di sé e felicemente sposata. Queste caratteristiche e il suo intuito le sono valse una posizione nell’MI6. Un personaggio il suo alquanto complesso e a tratti difficile da decifrare, interpretato brillantemente da Sandra Oh. Villanelle invece è un’assassina. Una serial killer allenata per uccidere, letale e diretta. Ma è anche una bambina capricciosa, ricca e a volte annoiata. È lei che conquista la scena e incolla gli spettatori allo schermo. La sua ironia e la sua schiettezza, portano chi guarda la serie a fare il tifo per lei, empatizzare persino. Questo magnetismo è dovuto alla magistrale interpretazione di Jodie Comer.

Il modo unico in cui l’attrice incarna Villanelle è ipnotico. Possiede una versatilità nelle espressioni pari a quella degli accenti, un trasformismo impeccabile come il suo senso dello stile. Il tutto nascosto dietro un viso d’angelo. Il rapporto nasce come un gioco, l’una che insegue l’altra; l’agente che cerca di assicurare la criminale alla giustizia. Una ricerca che diventa ossessione. Un’ossessione che diventa un punto di forza e un’arma a doppio taglio. Le due scopriranno poi di essere molto più simili di quanto credano; i loro personaggi, ricchi di sfaccettature, dimostrano come in fondo non si è mai solo buoni o cattivi. Questi loro lati escono allo scoperto grazie all’influenza reciproca. Per Villanelle, abbandonata da bambina e cresciuta per uccidere, in apparenza priva di empatia, con Eve scatta qualcosa. Le due da sempre perennemente sul filo del rasoio, in questa stagione troveranno spazio per qualcosa di insolito

Considerazioni tecniche – Killing Eve

Concentrandoci sui dettagli tecnici della serie questa terza stagione, come già accennato in precedenza, perde un po’ di quella sua scintilla iniziale che l’aveva resa un prodotto innovativo. Perdita da imputare al cambio di scrittura; in tre stagione si sono alternate tre showrunner che hanno realizzato tre stagioni diverse. Suzanne Heathcote si è occupata di questi nuovi episodi dedicando però maggiore spazio alla psicologia dei personaggi. Scelta interessante ma forse troppo drastica. L’attenzione sui personaggi e le loro storie hanno messo da parte la trama principale, relegandola sullo sfondo per poi riprenderla nell’ultimo episodio. La chimica tra le attrici protagoniste ripaga e evoca quell’atmosfera brillante e intrigante della prima stagione e parte della seconda. Se nella scrittura si può notare qualche difetto, lo stesso non accade per la regia. Ogni episodio è progettato con attenzione con l’intento di rendere concrete le dinamiche tra le protagoniste.

Un’attenzione ai minimi dettagli. La scelta dei colori e l’uso della simmetria per alcune inquadrature; le panoramiche, inquadrature dall’alto e i primissimi piani che permettono di immergersi nella storia a 360°. I toni cromatici attraversano tutto lo spettro e sono in armonia con i costumi. La vivacità e appariscenza di Villanelle vengono esaltate da numerosi abiti che le calzano superbamente in ogni episodio. Questi contribuiscono a rendere il personaggio non solo iconico per le sue azioni ma anche per la sua estetica. Infine un ruolo fondamentale è ricoperto dalla colonna sonora. Un ampio numero di canzoni perfetto per ogni contesto e situazione. Si integrano alla storia e la arricchiscono diventando una sorta di personaggio a parte. Musiche ritmate per le scene più dinamiche, mentre per quelle più introspettive ed emotive, canzoni dalle cadenze morbide e toni sinuosi. Accessori perfetti per la narrazione degli eventi sullo sfondo.

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Killing Eve, Sid Gentle Films, BBC America

Considerazioni finali

Giunti alla conclusione della nostra recensione di Killing Eve 3 ve ne consigliamo la visione. Il prodotto è immancabile per gli affezionati delle stagioni precedenti. La consigliamo anche solo per Villanelle e le sue prove sempre sorprendenti. La serie continua a coltivare e investire nel rapporto tra le due. Il punto forte della narrazione è sempre stato questo. Una serie di tutte donne. Si inverte la dinamica della spy story e si sostituisce l’assassino abile e mascolino con una donna abile, letale e sensuale. L’agente destinato a catturarla è anch’essa una donna esattamente con le stesse caratteristiche. Insomma la serie rompe lo stereotipo e rende una storia crime “in rosa” non solo interessante e coinvolgente, ma accattivante e inebriante. Due donne che partono da posizione opposte e arriveranno a chiedersi se in fondo non siano altro che pedine in un gioco più grande.

Il ritmo di questa nuova stagione è diverso ma gli ingredienti per intrattenere ci sono sempre. Le performance delle due attrici principali sono sempre di qualità, tanto da far valere a Jodie Comer la seconda nomination ai BAFTA tv 2020. Anche questa terza stagione suddivide la storia in 8 puntate della durata di 40 minuti circa. Il ritmo della narrazione si sblocca solo a partire dalla metà della stagione. Tra i lati negativi che segnaliamo ricordiamo la scelta di aver lasciato la trama principale un po’ sullo sfondo e di non aver dato molte risposte alle domande poste nelle stagioni precedenti. Sviste che potevano essere evitare e inserite in questa stagione al posto di elementi che hanno rallentato in parte la narrazione. L’ironia e la schiettezza, incarnate dagli sfaccettati personaggi, sono altri elementi chiave e distintivi della serie che contribuiscono a renderla molto di più di un semplice crime.

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Killing Eve

Voti - 7

7

Lati positivi

  • Ottime performance delle attrici protagoniste
  • Atmosfera leggere e ironica

Lati negativi

  • Trama principale relegata in secondo piano e spesso non in continuità con le precedenti stagioni
  • Alcune domande lasciate senza risposta

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1 commento

  • Giovanni ha detto:

    La terza stagione di Killing Eve è iniziata senza il doppiaggio in italiano, a causa del Covid 19. Capisco il disagio ma dove sono finiti i sottotitoli in lingua italiana?.

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