Chiara la recensione del film di Susanna Nicchiarelli – Venezia 79

Un atipico musical del 1200 che racconta come Chiara abbia costituito la sua Sorellanza

Presentato in concorso alla 79ª edizione della Mostra del Cinema di  Venezia, Chiara è il film di cui vi proponiamo la recensione in questo articolo. Scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli è un film biografico interpretato da Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Mattia Napoli, Carlotta Natoli, Luigi Lo Cascio. Non è la prima volta per Susanna Nicchiarelli a Venezia: nel 2017 con Nico,1988, infatti, vinse il Premio Miglior Regia nella Sezione Orizzonti. In Nico si raccontano gli ultimi anni di vita della cantante ed ex-modella tedesca Christa Päffgen: si tratta quindi di un film biografico in cui un ruolo importante è rivestito senz’altro dalla musica. È proprio grazie alle sue canzoni, infatti, che il personaggio di Christa Päffgen (Trine Dyrholm) porta fuori ciò che è sedimentato all’interno, riuscendo così a descrivere la natura delle emozioni che hanno ispirato la sua necessità di fare musica.

Anche quest’ultimo film è per certi aspetti un interessante musical, un film in cui gli avvolgenti e ipnotici canti rappresentano dei momenti salienti della storia e della pellicola. Si tratta anche qui di un film biografico, volto più a tracciare la storia della nascita di una sorellanza, piuttosto che a descrivere la santità di Chiara. La scelta è intelligente perché si concentra su Chiara come figura carismatica, accentratrice e lo stile registico, essenziale, dal ritmo letno, si sposa bene con la vicenda raccontata: il moto che spinge la giovanissima Chiara a seguire Francesco e i suoi frati è, infatti, un moto dettato dalla semplicità, dal desiderio di spogliarsi di tutti i propri averi, al punto da rimanere scalzi. La regia di Susanna Nicchiarelli è sobria, attenta alle semplici cose che accadono attorno ai fratelli e alle sorelle. Ricostruisce con verosimiglianza in particolare quale poteva essere la loro condizione di vita, senza abbellimenti. 

Indice:

La nascita di una Sorellanza – Chiara recensione 

Chiara la recensione

Chiara. Vivo Film Rai

L’incipit vede Chiara d’Assisi seguire la sua iniziazione, attraverso il taglio dei capelli, prima rinuncia del suo percorso di adesione alla vita monacale. Fin dal principio il film fa leva sulla semplicità di questi gesti che portano una indomita ragazzina a separarsi dalla famiglia per intraprendere il suo personale percorso spirituale. Da qui si prosegue con il racconto della sua vita in comunità e, soprattutto, dell’indiscutibile potere attrattivo di questa ragazzina, in grado di richiamare a sé tantissime sorelle, affascinate dal suo coraggio e dalla naturalezza dei suoi propositi. Fin da subito la protagonista ci viene mostrata come un centro di gravità, attraverso un percorso che a lei stessa sembra guidato verso una missione: quella di creare una SorellanzaSusanna Nicchiarelli con intelligenza rappresenta le visioni mistiche di Chiara attraverso una simbologia scenica non edulcorata, ma semplice come la devozione pura e cristallina di Chiara verso il suo Dio.

I suoi sogni sembrano usciti da un presepe dipinto, non sono scenicamente altisonanti, come non lo è il dialogo di Chiara con Francesco, con i frati e le future sorelle. In questa semplicità avvengono i miracoli di Chiara: accadono con naturalezza e senza scoppiettanti artifici. La scelta è in linea con lo scopo del film: descrivere con quanta naturalezza e coraggio una ragazzina sia in grado di portare avanti un progetto ben più grande di lei, con una testardaggine che ne fa una eroina ed un esempio per le sue sorelle. In tal senso lo sguardo di reciproco riconoscimento femminile è alla base della regia di Susanna Nicchiarelli. Non manca un’ottica femminista, nel momento in cui Chiara prende la propria strada discostandosi da Francesco. Verosimile e ben scritto il rapporto tra Chiara e Francesco: una fratellanza e una tenerezza in un reciproco bisogno di vicinanza tra due ragazzi ultrasensibili.

Un atipico Musical biografico – Chiara recensione 

Chiara la recensione

Chiara. Rai Vivo FIlm

Veniamo all’intuizione più forte di Chiara, secondo chi scrive questa recensione. Si tratta dei bellissimi canti che scandiscono i momenti salienti dei film. Come in un vero e proprio musical Susanna Nicchiarelli affida a questi cori ipnotici, suggestivi e per certi versi taumaturgici, il potere di rappresentare al livello uditivo (e visivo) la potenza del richiamo di Chiara verso le proprie sorelle. Piuttosto che i suoi miracoli, sono invece questi canti a racchiudere il vortice attivo che fa di Chiara la capostipite del suo ordine. L‘idea è raffinata ed elegante e scuote la linearità del film, vivacizzandone il ritmo, per certi aspetti troppo lento. Il movimento nel film è relegato per lo più a questi canti. Esso si scontra poi con la vita di ogni giorno di Chiara: fatta di privazioni, eccessivi sacrifici da parte sua, delusioni. Nonostante questo, la pellicola è forse troppo statica e “frugale” in alcuni momenti

L’altra critica che senza dubbio va fatta a Chiara è quella relativa all’oscurità del linguaggio: sebbene la scelta di Nicchiarelli sia quella di far recitare i personaggi nel volgare toscano del 1200, per rendere ancora più realistico il film, la scelta penalizza non poco lo spettatore. Molte parole infatti risultano difficilmente comprensibili e serve necessariamente l’aiuto dei sottotitoli siano essi in italiano o in inglese. È una scelta un po’ di nicchia, che è in apparente opposizione all’universalità e alla semplicità del messaggio veicolato da Chiara. Ne esce fuori un ascolto un po’ falsato, con un effetto retrò che non necessariamente rappresenta un pregio e che può invece essere stancante.

Chiara recensione

Vivo Film Rai

Chiara

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Le musiche e i canti
  • La sobrietà e la verosimiglianza
  • Francesco e Chiara sono prima di tutto ragazzi e non santi

Lati negativi

  • Linguaggio ostico, poco universale
  • A tratti la pellicola è eccessivamente statica

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