Senna: la recensione della miniserie Netflix su Ayrton Senna
Il mito di Ayrton Senna rivive nella miniserie Netflix Senna, tra il ritratto dell'uomo e del campione e un racconto contemporaneo che parla anche ai non appassionati di Formula 1
Nato per correre, tra le figure più leggendarie dell’automobilismo e tre volte campione del mondo di Formula 1, il mito Ayrton Senna arriva su Netflix con Senna, miniserie drammatica in sei episodi disponibile da venerdì 29 novembre. Ideata da Vicente Amorim, diretta dallo stesso Amorim insieme a Julia Rezende e scritta da Gustavo Bragança, Senna è la prima serie drammatica dedicata al grande campione. Un biopic che ricostruisce le vicende personali e la carriera di Magic Ayrton, fedele allo spirito che ha sempre contraddistinto il pilota, in un ritratto che racconta tanto l’uomo quanto la leggenda e destinato tanto a un pubblico di appassionati quanto agli spettatori che non hanno mai visto correre il brasiliano.
Gabriel Leone – che in Ferrari di Michael Mann ha vestito i panni del giovane pilota Alfonso de Portago – è l’attore scelto per interpretare Ayrton Senna. Accanto a lui, tra gli altri, Kaya Scodelario (la giornalista Laura Harrison, un personaggio di fantasia), Matt Mella (Alain Prost), Patrick Kennedy (Ron Dennis), Steven Mackintosh (Frank Williams), Johannes Heinrichs (Niki Lauda), Felix Mayr (Gerhard Berger) e Pâmela Tomé (Xuxa).
Indice:
- Il ritratto dell’uomo e del campione, l’affresco vivido di un’epoca
- La rivalità storica tra Ayrton Senna e Alain Prost tra indagine psicologica e adrenalinica ricostruzione degli scontri sui circuiti di Fomula 1
- Non solo una serie per appassionati di automobilismo, ma un racconto contemporaneo per tutti
Il ritratto dell’uomo e del campione, l’affresco vivido di un’epoca – Senna, la recensione
Senna racconta la parabola personale e professionale di un’icona della Fomula 1, dell’automobilismo in generale e della cultura popolare. Chiunque seguisse la Formula 1 ricorda per certo dove si trovasse e cosa stesse facendo quando arrivò la notizia della morte di Ayrton Senna. Ricorda ogni gara, ogni impresa del campione e tutti i grandi nomi della Formula 1 che ritroviamo nella serie, dal rivale storico Alain Prost all’ex presidente della Federazione Jean-Marie Balestre passando per Niki Lauda. Tutti coloro che all’epoca erano troppo giovani per ricordare, o magari nemmeno erano nati, potranno farsi un’idea di quelle figure e di quel mondo grazie a un susseguirsi di episodi coinvolgenti e dal ritmo incalzante, che non annoiano o confondono nemmeno quando si entra nelle questioni tecniche. Affascinante la ricostruzione di un’epoca che non esiste più e di un mondo, quello dell’automobilismo, oggi profondamente cambiato.
Ma la serie racconta prima di tutto l’uomo e il campione come unità inscindibile, con un’attenzione particolare alle tappe che hanno portato il giovane Beco a diventare una leggenda e alle sfumature di un carattere particolare, tra ambizione, spirito competitivo, motivazione fortissima e desiderio irrefrenabile di fare sempre di più, di essere sempre meglio. Emerge con forza anche un’insoddisfazione latente, la paura di non essere mai abbastanza, la sensazione di non poter essere mai completamente appagato. I risultati arrivano e sono grandiosi, ma per Ayrton – sin dai tempi dei go-kart – era viva e presente la spinta a superare ogni limite, a superare principalmente se stesso.
La rivalità storica tra Ayrton Senna e Alain Prost tra indagine psicologica e adrenalinica ricostruzione degli scontri sui circuiti di Formula 1 – Senna, la recensione
La parte più esaltante di questa miniserie biografica, quella più adrenalinica e da seguire col fiato sospeso pur a fronte di una vicenda, per i più, ben nota, è quella che tratta la grande rivalità tra Ayrton Senna ed Alain Prost. Una competizione senza esclusione di colpi, anche piuttosto bassi, specchio dell’agire di due caratteri e approcci opposti accomunati dallo stesso irrefrenabile desiderio di affermarsi e trionfare. Gli episodi centrali di Senna dedicano grande spazio al racconto di questa rivalità storica, con una regia e una messa in scena che, letteralmente, trasporta nel cuore della competizione sui circuiti, specie negli anni in cui entrambi i piloti gareggiavano nelle scuderie McLaren.
La resa è pressoché impeccabile, con un ritmo incalzante che accompagna il racconto dei duelli più accesi, soprattutto quello del Gran Premio di Suzuka del 1989. La ricostruzione storica è estremamente accurata; dalle ambientazioni ai dettagli sulle monoposto con gli sponsor, passando per gli abiti e l’estetica, Senna fa rivivere un’epoca. Anche la colonna sonora gioca un ruolo importante, seguendo lo scorrere degli anni e punteggiando l’azione e il ritratto psicologico del protagonista con grande cura con brani come Just can’t get enough dei Depeche Mode, Ace of Spades dei Motörhead o The Best di Tina Turner.
Non solo una serie per appassionati di automobilismo, ma un racconto contemporaneo per tutti
La miniserie dà spazio anche ai legami familiari e agli amori del campione brasiliano, dal ruolo importante dei genitori a quello con l’ex moglie Lilian prima e l’ex compagna Xuxa poi. Ed è anche tramite questi rapporti che si compone il ritratto di Senna, anche se nello spazio dei sei episodi qualcosa sfugge tra le maglie del racconto e resta solo accennato. È il caso del profondo legame che Ayrton aveva con la fede, che viene appena menzionato, o del mancato approfondimento delle questioni politiche e sociali che affliggevano il Brasile negli anni Ottanta. Specie negli episodi conclusivi si fa cenno a questa importante questione ma, appunto, trattasi di una tematica solo suggerita e lasciata cadere, mentre sarebbe stato interessante andare a fondo anche per comprendere meglio la mitologia legata al pilota brasiliano in patria. Gabriel Leone fa rivivere il mito di Senna con una prova davvero credibile e sentita. La sua è un’interpretazione che fa emergere il lato ribelle e inquieto del campione, con uno slancio vitale autentico e una malinconia di fondo che esplode nell’episodio finale che tratta il tragico weekend del Gran Premio di Imola.
48 ore funeste, che hanno cambiato il volto della Formula 1, con l’incidente di Barrichello, la morte di Ratzenberger durante le prove e la tragedia di Ayrton che quel giorno non avrebbe voluto correre ma che lo ha fatto lo stesso, con una bandiera dell’Austria nell’abitacolo per rendere omaggio all’amico morto poche ore prima. Ed è un finale commovente quello di Senna (qui il trailer), in un episodio che si intitola Tempo e che con questa dimensione fa i conti in modo doloroso. La miniserie Netflix, per chi conosce la storia di Magic Ayrton è un prodotto imperdibile, che mette al centro la psicologia del campione e la sua eredità immortale. Ma pur fortemente legata all’epoca in cui si svolge, questa storia è un racconto contemporaneo che ha molto da dire a livello di messaggio universale e – prima dei titoli di coda che scorrono sulle note di The Best e immagini reali del campione – lo fa con le parole dello stesso Ayrton.
A tutti voi che state guardando ora dico che chiunque voi siate o qualunque sia la vostra posizione nella vita, dalla classe sociale più alta a quella più bassa, puntate sempre ad avere molta forza, molta determinazione e fate sempre tutto con molto amore. Un giorno, in un modo o nell’altro, ce la farete.
Senna
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Il ritratto dell'uomo e del campione con attenzione all'indagine psicologica e l'ottima prova di Gabriel Leone
- Le scene adrenaliniche delle gare di Formula 1, in particolare quelle dedicate alla rivalità tra Senna e Prost
- La ricostruzione precisa di un'epoca e la colonna sonora
Lati negativi
- Alcune tematiche importanti, come quella relativa all'analisi politica e sociale del contesto brasiliano, rimangono solo accennate sullo sfondo
- Il personaggio di Kaya Scodelario aggiunge poco alla storia