Amabili Resti: la recensione del film di Peter Jackson

Ecco la nostra recensione di Amabili Resti, il film diretto da Peter Jackson con Saoirse Ronan, Stanley Tucci e Mark Wahlberg

Amabili Resti è un film del 2009 ma uscito in Italia nel 2010. Diretto da Peter Jackson, reduce dai fasti de Il Signore degli Anelli e King Kong trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Alice Sebold. Il cast vede Saoirse Ronan nel ruolo principale, affiancata da Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Susan Sarandon e Rachel Weisz. Storia del percorso intrapreso da Susie Salmon, una quattordicenne vittima di omicidio che indaga sulla sua morte dall’aldilà, il film portò a Tucci una nomination agli Oscar.

Amabili Resti rappresenta un tentativo da parte di Jackson di esplorare nuovi percorsi artistici, a costo di scottarsi dolorosamente. Il film non ottenne un buon riscontro di pubblico e critica all’uscita ma conserva un fascino che lo eleva al di sopra della norma. Una storia all’apparenza cupa ma che, al contrario, rivela ampi squarci di inaspettato ottimismo. Cercheremo di esplorarne lati positivi e negativi all’interno della nostra recensione!

Amabili Resti: la recensione – il caso di Susie Salmon

Amabili Resti Recensione Peter Jackson

Il 6 Dicembre del 1973 la giovane Susie Salmon scompare nel nulla. I genitori si affannano nella forsennata ricerca fino alla scoperta della morte della figlia. Un trauma devastante, capace di minare in maniera definitiva l’equilibrio di una famiglia che non riesce più a ritenersi tale. Mentre il padre Jack dedica la sua esistenza a rintracciare l’assassino della figlia, la madre Abigail cade in una crisi profonda. La sorella minore di Susie, Lindsey, sarà costretta a maturare anzitempo per cercare di tenere uniti i suoi cari. Nel corso di alcuni anni, i sospetti (purtroppo senza prove certe) sembrano concentrarsi sul timido vicino di casa dei Salmon, George Harvey, ma incastrarlo non sarà facile.

Tutto questo viene filtrato attraverso lo sguardo della stessa Susie. La ragazza, subito dopo la morte, finisce in un aldilà frutto delle sue fantasie e del suo immaginario. Un limbo che rispecchia, però, lo stato d’animo travagliato che le impedisce di lasciare andare la propria Vita Terrena. Attraverso alcuni espedienti, Susie cerca di mettersi in contatto con il padre e la sorella per aiutarli a provare la colpevolezza di Harvey. Una sorta di indagine svolta da uno spirito in soccorso dei parenti ancora in vita, in un costante rimando fra realtà e soprannaturale.

Amabili Resti: la recensione – la sfida di Peter Jackson

Amabili Resti Recensione Peter Jackson

Il romanzo Amabili Resti di Alice Sebold è datato 2002. La Film4 ne aveva da subito opzionato i diritti cinematografici affidandone lo sviluppo a Lynne Ramsay. Purtroppo il fallimento della casa di produzione condannò l’intero progetto nel giro di pochi anni. In quel periodo, Peter Jackson era sepolto nella lavorazione della trilogia de Il Signore degli Anelli. Durante la post-produzione del secondo capitolo, Le Due Torri (2002), la co-sceneggiatrice e compagna del regista Fran Walsh scoprì il romanzo della Sebold. Divorato in pochi mesi, lo passò all’altra sceneggiatrice, Phillippa Boyens, e poi allo stesso Jackson. L’idea di trasformarlo nel loro progetto successivo fu subito allettante, anche se prima si dedicarono al sogno d’infanzia di Peter, il remake di King Kong (2005).

Realizzare questo film non fu affatto una passeggiata. Alice Sebold chiese di rispettare due sue richieste: girare il film nella Pennsylvania, la stessa ambientazione del libro, e scegliere una ragazza sconosciuta per il ruolo di Susie. Peter Jackson accettò entrambi i diktat, tanto era il desiderio di occuparsi di questa storia. Per la prima volta girò un film (o, almeno, buona parte) al di fuori della Nuova Zelanda con una troupe americana. Scelse anche una giovane attrice semi-esordiente ma non considerò la lunga post-produzione della pellicola; nel tempo impiegato da Amabili Resti per vedere la luce, la giovane Saoirse Ronan recitò anche in Espiazione, ottenendo una nomination agli Oscar! Il film subì una lunghissima serie di ritardi, dovuti a indecisioni di carattere tecnico-artistico capaci di generare alcuni attriti nella produzione. Fu Steven Spielberg con la sua Dreamworks a salvare la pellicola, portandola in sala con cospicuo ritardo.

Amabili Resti: la Recensione – un tradimento necessario?

Amabili Resti Recensione Peter JacksonChi vi scrive non ama gli adattamenti “letterali” di opere altrui ma preferisce che un regista si impossessi del materiale d’origine per riplasmarlo secondo la propria sensibilità. Nel caso di Amabili Resti Peter Jackson ha agito esattamente così. La brillante caratteristica del romanzo era quella di adottare l’espediente della Voce Over per farci narrare la vicenda dal punto di vista di una ragazzina morta. Non era necessario calcare la mano sul fatto che fosse uno “spirito” perché si trattava, essenzialmente, di una voce narrante e il risultato era di rara eleganza. Ovviamente tutto questo non è replicabile in un film perché trattasi di prodotto nel quale Mostrare è la missione primaria. Per questo motivo il regista decide di impugnare l’approccio “estremo” e visualizzare tutto all’ennesima potenza.

L’aldilà di Susie Salmon è uno sgargiante paradiso kitsch e new age, ricco di colori e adorabili pacchianate. Facile derubricarlo a un ammasso di poco ispirati screensaver in HD perché, in realtà, è una reinterpretazione coerente. La ragazzina immagina un mondo popolato di fantasie artistiche adolescenziali e piene di rimandi ai suoi amori terreni, la fotografia su tutti.  Se Jackson si fosse limitato a sfruttare la Voce Over come nel romanzo avrebbe probabilmente ottenuto un effetto alla Viale del Tramonto (1950) o American Beauty (2000), lontano dai suoi obiettivi. Al contrario, ha scelto di contaminare la storia con quel suo gusto per la Creazione di Mondi fantastici già esternato non solo nella Trilogia dell’Anello ma anche nel bellissimo Creature del Cielo (1994), forse il suo film più simile a questo.

Amabili Resti recensione – La Famiglia Salmon

Nonostante il comparto effetti visivi della Weta abbia un ruolo di rilievo nella resa finale del film, le interpretazioni degli attori fanno il grosso del lavoro. Saoirse Ronan, intensa e fragile allo stesso tempo, ha proprio l’aspetto di una ragazza di altri tempi. La gamma di emozioni che riesce a padroneggiare risultò, all’epoca, una vera rivelazione e siamo felici di constatare (vedi il recente Lady Bird) come il suo talento non sia andato dissipato. Stanley Tucci è il solito pezzo da novanta, capace di incarnare un personaggio abietto con incredibile aderenza e mostrarne la rapida trasformazione da strambo vicino a mostro efferato senza forzature. Se Rachel Weisz e Susan Sarandon fanno il loro mestiere senza eccessivi guizzi è Mark Wahlberg a sorprendere tutti.

Per il ruolo del padre di Susie, Jackson aveva inizialmente scelto Ryan Gosling che si era anche sottoposto a una cura “ingrassante” per sembrare meno attraente. Purtroppo, dopo solo una settimana di riprese, il regista constatò quanto Ryan fosse troppo giovane di fronte alla Ronan e poco credibile rispetto alla sua prima impressione. Di comune accordo, i due si separarono e nel cast di Amabili Resti entrò di corsa Wahlberg. L’attore di Boston aveva appena terminato E Venne il Giorno di Shyamalan e si trovava già in Pennsylvania. La sua interpretazione stupisce perché è raro vederlo vestire i panni di un personaggio vittima delle proprie fragilità e del proprio dolore. Da un attore noto per ruoli muscolari e ironici, la sua performance è un salto nel buio davvero apprezzabile e da incoraggiare.

Amabili Resti recensione – Conclusione

Amabili Resti ha rappresentato, dal punto di vista critico-economico, un passo falso per Jackson. Il grande pubblico che lo aveva scoperto con i mega-kolossal da 11 Oscar si stupì di una storia così intima e surreale e la rifiutò. Un peccato perché Peter Jackson si è sempre distinto per scelte artistiche personali e anticonformiste e un flop come questo lo ha poi portato alla difficoltosa trilogia de Lo Hobbit. Eppure il film, nonostante il profondo tradimento espressivo e di approccio, rivela un lato inedito del cineasta. La volontà di raccontare una storia tragica senza rinunciare ad impeti di speranza e di luce è ammirevole e il risultato finale molto interessante.

C’è un dettaglio, però, che il film cattura con la stessa intensità del romanzo: la consapevolezza che, anche dopo le peggiori disgrazie, bisogna andare avanti. Susie, dal suo colorato aldilà, dovrà accettare che la sua famiglia proseguirà nella sua vita anche senza di lei e questo, in fondo, è il percorso di accettazione che insegue. Quando anche l’ultimo sguardo malinconico del padre Jack mentre vede il riflesso del volto della figlia nella luce di una candela si trasformerà in un sorriso sereno allora, e solo allora, sarà in grado di scrivere la parola “Fine”.

Amabili Resti Recensione Peter Jackson

Amabili Resti

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Un film che affronta il viaggio nell'aldilà da un punto di vista inedito e visivamente sorprendente
  • Un cast efficace e ben amalgamato nel quale spiccano la Ronan e Wahlberg

Lati negativi

  • Questo è un film che mescola toni e generi, in costante bilico tra lacrima e surreale: un piatto non cucinato alla perfezione che rischia di risultare indigesto
  • Il film tradisce il romanzo in più punti, anche tematicamente, e questo può generare insofferenza negli estimatori della scrittrice

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