Cheer: il trailer della seconda stagione della docuserie disponibile su Netflix

Torna la docuserie che segue gli atleti del college di cheerleading agonistico più ambizioso degli Stati Uniti

Netflix ha rilasciato online il trailer della seconda stagione di Cheer, docuserie che segue gli atleti della squadra di cheerleading agonistico del Navarro College, la più famosa scuola di cheerleader degli Stati Uniti. Negli otto nuovi episodi della serie si racconterà la fama degli atleti, ottenuta grazie alla serie, e le vicende che hanno coinvolto Jerry Harris, membro dello staff tecnico accusato e poi arrestato con l’accusa federale di cattiva condotta sessuale, inclusa la produzione di materiale pedopornografico. “Non riesco nemmeno ad elaborarlo in questo momento“, afferma l’allenatore Monica Aldama nel trailer della nuova stagione, che approderà sul servizio di streaming mercoledì 12 gennaio. Sebbene sia stato solo brevemente accennato nel video di anticipazione, le accuse di Harris verranno ampiamente affrontate, secondo il regista di Cheer Greg Whiteley.

Cheer: il trailer della seconda stagione della serie

Credo molto nel potere delle storie e nel raccontarle onestamente“, afferma in una dichiarazione il regista di Cheer. “Credo che la storia alla fine sarà la migliore versione di se stessa, questo succede quando si onora ciò che è vero e non si scappa da esso. Questa stagione copre gli eventi man mano che si svolgevano, a partire da gennaio 2020 fino ad aprile 2021, seguendo il Navarro College e il rivale Trinity Valley Community College nei loro viaggi verso il campionato nazionale. I nuovi episodi affrontano anche momenti estremamente difficili, tra cui l’impatto del COVID-19 e le accuse penali contro uno degli ex membri del team di Navarro. È stato stimolante, straziante, a volte frustrante e alla fine commovente far parte delle loro vite. Tornando a casa dal nostro ultimo giorno di riprese a Daytona, ho pensato: “Non posso credere che abbiamo visto quello che abbiamo appena visto, abbiamo sperimentato quello che abbiamo appena vissuto.’ Se facciamo bene il nostro lavoro, siamo in grado di portare al pubblico le stesse emozioni che abbiamo provato noi“.

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