Elegia americana: le prime reazioni della critica sono negative

Le prime recensioni del nuovo film Netflix diretto da Ron Howard, con Amy Adams e Glenn Close protagoniste

Le testate cinematografiche hanno avuto modo di vedere in anteprima Elegia americana, nuovo film Netflix diretto dal premio Oscar Ron Howard, con Amy Adams e Glenn Close protagoniste. Il film sarà disponibile sulla piattaforma streaming dal 24 novembre. La pellicola è tratta dal romanzo bestseller del New York Times di J.D. Vance. Elegia americana si propone come un potente ricordo personale che offre una finestra sul viaggio di sopravvivenza e trionfo di una famiglia. Seguendo tre generazioni attraverso le loro eccezionali battaglie, il tutto visto attraverso il punto di vista del membro più giovane della famiglia, uno studente di Yale costretto a tornare nella sua città natale. C’era molta attesa per il nuovo film di Ron Howard, smorzata parzialmente dalla critica; andiamo quindi a vedere alcune delle reazioni al film Elegia americana:

Secondo Collider:

Ron Howard ha fatto quello che è probabilmente il peggior film della sua carriera, con una storia banale e trita di una famiglia disfunzionale, priva di alcuna sfumatura o normalità. Prende due delle nostre più grandi attrici – Amy Adams e Glenn Close – e le costringe in personaggi talmente cartooneschi da mettere in discussione il talento di attori che sappiamo averne. Non funziona nulla in questo film, che arriva a offrire alcune risate inattese e non intenzionali.

Elegia americana: le prime reazioni della critica al film di Ron Howard

Secondo IndieWire:

Per tutti i favori che Howard fa al soggetto del suo biopic, il regista non riesce a celare la natura egocentrica di una storia che è sempre stata meno incentrata sulle origini di Vance e più su dove volesse andare.

The Hollywood Reporter sostiene che:

 Elegia Americana abbraccia la confusione emotiva di una commovente canzone country, ma quello che gli manca è un ritornello orecchiabile per convincere davvero.

The Film Stage stronca l’interpretazione di Amy Adams:

Se la Close offre un’interpretazione un po’ contenuta, è la cosa migliore del film, mentre la Adams sorprendentemente sbaglia mira e interpreta ogni scena sopra le righe.

The Playlist attacca pesantemente il regista Ron Howard:

È l’ennesimo, pigro film drammatico sulla dipendenza, raccontato da uno stupidone che pensa che tutto ciò sia in qualche modo interessante, solo per il fatto che sia capitato a lui.

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