Intervista a Giovanna Sannino, Carmela in Mare Fuori: “Vorrei raccontare quelle donne che non riescono a far sentire la propria voce”

Giovanna Sannino torna a interpretare il personaggio di Carmela nella terza stagione di Mare Fuori, in esclusiva su RaiPlay dal 1° febbraio e, dal 15, su Rai Due

Giovanna Sannino torna a interpretare il ruolo di Carmela nella terza stagione di Mare Fuori, che debutta in anteprima in esclusiva su RaiPlay mercoledì 1° febbraio prima di approdare, il 15, su Rai Due. Un personaggio complesso, quello di Carmela, che vedremo crescere nel corso di Mare Fuori 3, addentrandoci nei meandri di un’anima tutta da scoprire. Prima di entrare nel cast di una serie che già con i primi due capitoli ha segnato un clamoroso successo, Giovanna Sannino ha toccato con mano la realtà dell’IPM, lavorando con i giovani detenuti di Nisida per un laboratorio teatrale. Un’esperienza di cui Giovanna parla definendola “la più virtuosa” della sua vita.

Abbiamo incontrato Giovanna Sannino in occasione dell’uscita della terza stagione di Mare Fuori e in attesa di “entrare nell’anima” della sua Carmela abbiamo avuto l’occasione di scoprire qualcosa di più su una donna e un’artista mossa da passione, determinazione e amore dentro e fuori lo schermo.

Carmela, un’anima coerente, che cambia e non si inaridisce – Intervista a Giovanna Sannino di Mare Fuori

In Mare Fuori interpreti Carmela, parlaci di questo personaggio e di quella che è stata la sua evoluzione nelle prime due stagioni.
Sono stati tre anni di crescita, personale e artistica. Il personaggio di Carmela è un’anima molto coerente, nel senso che non perde mai di vista quali sono le sue priorità, qual è il suo ruolo in questa enorme partita. Carmela non cambia mai, cresce, ma nonostante tutto, non si inaridisce, non perde mai la sua umanità. Tutto ruota attorno alla maternità. Ho dato molta importanza a questo fattore nella costruzione del personaggio, credo che sia il motivo che determina ogni sua azione, ogni parola, ogni sofferenza conservata in silenzio.

Puoi anticiparci qualcosa sul suo arco narrativo nella terza stagione?
Sarà esplosiva, entreremo nell’anima del personaggio. Conosceremo i suoi mostri e, soprattutto, la sua immensa forza. È arrivato il momento di indossare l’armatura!

Quanto c’è di Giovanna in Carmela e quanto Giovanna si porta dietro di Carmela?
È impossibile non trovare dei punti di contatto con un personaggio che vai ad interpretare, almeno così credo. Nella costruzione di un’anima nuova crei cose che magari sono tanto distanti dalla tua vita quotidiana, però partono sempre da uno studio tuo e solo tuo. In questa stagione ho usato molto il personaggio per buttare fuori tante tensioni che avevo accumulato. Sicuramente, Carmela ed io abbiamo in comune il modo di vivere l’amore. Ci lasciamo consumare, siamo entrambe molto passionali e delle eterne romantiche che non impareranno mai. Mi porto dentro la responsabilità di essere madre; girare con un bambino in braccio che stabilisce un rapporto diretto con te, non è roba da poco! Ti catapulta in un vortice di emozioni talmente forti che restano stampate addosso.

In che modo ritieni che il personaggio di Carmela possa parlare al pubblico, in particolare a quello femminile?
È una donna che dentro conserva un mondo caotico. La sua migliore amica è la solitudine. È un personaggio che racconta una verità che ci sembra antica e superata: quella delle donne succubi di una mentalità retrograda e maschilista. È madre dei figli, è “la famiglia”, come dice Eduardo a Teresa, non destinataria di un amore puro e infinito. È una pedina che rispetta il suo posto, vivendo in continua attesa dentro una torre che non le appartiene, casa Conte. Carmela vive in funzione della famiglia che l’ha adottata. È vittima e carnefice di se stessa, non inconsapevolmente, lo vedremo in questa terza stagione. Lei sceglie una vita fatta per servire, un figlio, un marito, domani qualcun altro, ma tutto ciò accade, perché l’alternativa non le è stata proprio insegnata. È una realtà che va raccontata, perché non sia data per scontata e ignorata. È la testimonianza di idee sbagliate che continuano a marciare e calpestare tante donne che non riescono ad uscire dal limbo dell’ignoranza. È essenziale perché attraverso lei si può cogliere ciò che non deve accadere.

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Foto di scena di Sabrina Cirillo

“Nisida è un luogo di scoperta interiore, di contatto con l’altro e di messa in discussione” – Intervista a Giovanna Sannino di Mare Fuori

Mare Fuori è ambientata nell’Istituto di Pena Minorile di Nisida. So che hai avuto occasione di lavorare proprio con i giovani detenuti di Nisida per un laboratorio teatrale. Raccontaci di quell’esperienza e di come ti abbia cambiato come donna e come artista.
Nisida è la mia esperienza più virtuosa. È quella che custodisco più gelosamente dentro di me e quella che umanamente mi ha formato di più. È un luogo di scoperta interiore, di contatto con l’altro e di messa in discussione. Abbiamo svolto un laboratorio di alfabetizzazione emotiva con i ragazzi ospiti dell’IPM che si è rivelato un importante mezzo di connessione tra loro e me. Porto ognuno di loro, ogni sguardo, ogni frase, ogni voce, ogni profumo sempre con me, stampati addosso. Nisida ti risucchia, una volta conosciuta non riesci a lasciarla più andare; ti avvolge nella sua bellezza e ti incanta, insieme ai suoi Lucignoli e Pinocchi!

Com’è stata l’esperienza sul set? C’è un ricordo in particolare che ti porti dentro più di altri?
Ogni set è una vita nuova, breve ed intensa. Ormai quello di Mare Fuori è diventato una confort zone all’interno della quale navighiamo come se fosse casa nostra. Quest’anno mi sono messa tanto in gioco, ho studiato sudato e pianto tanto durante la preparazione. Ho avuto la possibilità di provare ad esorcizzare alcuni dolori e colmare delle lacune attraverso i panni di Carmela. Un ricordo a cui tengo tanto, forse, è la giornata in cui abbiamo girato la scena del parto. Ero terrorizzata come se dovessi partorire davvero, mi ero preparata con un corso destinato proprio alle donne in gravidanza, avevo chiesto informazioni a mia cugina ostetrica, ero abbastanza ferrata. Quando Milena Cocozza, la regista delle prime sei puntate della seconda stagione, mi ha portato sul set e ha poi dato l’azione ho sentito una scossa di forte paura che, poi, è diventata adrenalina.

Ti aspettavi un così grande successo per la serie? Quali caratteristiche di Mare Fuori credi abbiano avuto più presa sul pubblico?
Mare Fuori è famiglia, amore, giovinezza. C’è molto poco del mondo “sporco” della malavita. Tratta di scelte sbagliate, vero, ma di ragazzi che non conoscono prospettive. Il nucleo è il mondo dei giovani, che, abbandonati o mal accompagnati, da quello degli adulti percorrono strade buie. Credo che la grandezza della seria risieda già nel titolo. Il mare è libertà, ma anche prigione. Sta a noi scegliere come interpretarlo. Siamo noi che abbiamo il timone della nostra vita. Il successo non era per niente nei piani, è venuto da sé. C’è davvero un amore viscerale nel lavoro che facciamo, per questa serie in primis, e credo sia questa la chiave di tanto successo.

Nel tuo libro, Non sempre gli incubi svaniscono al mattino, racconti una storia personale che ha segnato la tua famiglia. Ho letto che nasce da un diario, ci racconti le tappe che ne hanno segnato l’evoluzione?
Il mio diario nasce durante le ore di scuola. Sembra assurdo, ma la scuola per me era diventato l’unico luogo dove poter trovare un po’ di serenità, così ho iniziato a scrivere. Un giorno il mio professore di latino mi chiese di fargli leggere, se avessi voluto, ciò che stavo scrivendo, poiché non ha mai creduto alla mia scusa del “prendere appunti”. Misi, così, tutto in ordine e gli consegnai nero su bianco la confusione della mia testa. Mi spinse lui a cercare una casa editrice per poter scrivere un racconto e così è stato.

Hai sempre desiderato fare l’attrice?
Ho cambiato idea tante volte, ma il mondo della recitazione è sempre stato un mio tratto distintivo. Non sarei mai stata io senza il teatro e l’arte. Tuttavia, non ho pensato da subito di voler trasformare la mia passione in lavoro, un po’ per paura, un po’ per insicurezze, marciavo verso mondi professionali più stabili, ma meno originali e quando ho capito che il mio mondo, così sarebbe diventato tanto grigio ho aggiunto altri mille colori e ho invertito la rotta.

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Foto di Lino Verdicchio

“Credo sia importante raccontare quelle donne che non riescono ad urlare e far sentire la propria voce” – Intervista a Giovanna Sannino di Mare Fuori

Quali personaggi ti piacerebbe interpretare in futuro e quali storie vorresti raccontare?
Sicuramente mi piacerebbe fare un film d’azione. Vorrei interpretare ruoli completamente distanti da me, sarebbe molto interessante. Da donna, però, credo sia importante raccontare quelle donne che non riescono ad urlare e a far sentire la propria voce. Vorrei raccontare la loro verità.

Guardando ai giovani talenti, sia nel panorama italiano sia in quello internazionale, quali sono i tuoi attori preferiti?
Meryl Streep è indubbiamente al primo posto. La sua versatilità è disarmante. Sul panorama internazionale ce ne sono moltissimi di attori che guardo con ammirazione: Marlon Brando, Johnny Depp, Anne Hathaway, Robert De Niro. Sono tantissimi. In Italia, invece, Pierfrancesco Favino occupa ogni angolo del mio cuore! Non credo ci sia competizione.

C’è un regista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Paolo Sorrentino è sicuramente il mio sogno nel cassetto. Mi piacerebbe far parte dei suoi viaggi magici e enigmatici, anche per poco. Ogni suo film, solo vedendolo, rappresenta per me un treno di emozioni e visioni, immagino come potrebbe essere lavorarci insieme.

Una domanda di rito: qual è l’ultimo film e quale l’ultima serie tv che hai visto e che ti sentiresti di consigliare ai nostri lettori?
Prisma. Una serie italiana che mi ha colpito moltissimo. Sono in attesa della seconda stagione! Credo sia un progetto molto interessante. Fatta da giovani che tratta di giovani alla ricerca del loro posto nel mondo, un po’ come me!

 

 

 

 

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