Il Gattopardo diventerà una serie prodotta da Netflix
Il nuovo adattamento del romanzo darà spazio a personaggi e storie che nel libro sono poco esplorate
Netflix si prepara a dare nuova linfa vitale a Il Gattopardo, celebre romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, adattato in film da Luchino Visconti nel 1963. Il ceo e fondatore del colosso dello streaming, Reed Hastings, ha infatti annunciato il progetto in un incontro con la stampa, avvenuto questa mattina a Roma. Dalla prima descrizione si legge: “La serie ispirata al romanzo di Tomasi di Lampedusa da cui Visconti ha tratto un capolavoro della nostra cinematografia. Il regista Tom Shankland riscoprirà tutta la modernità di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia, che è quello dell’Italia di ieri e di oggi, dando spazio a personaggi e storie che nel libro sono poco esplorate”.
“Il libro e il film, ma soprattutto la Sicilia sono state fondamentali per gran parte della mia vita – ha dichiarato il regista – Mio padre era un professore di italiano e Il Gattopardo era il suo libro preferito. Questa è l’occasione di raccontarlo a un nuovo pubblico perché tratta temi universali, la voce di Tomasi di Lampedusa è moderna, ironica, sensuale e psicologica, possiamo fare un nuovo Gattopardo per i nostri tempi“.
Il Gattopardo: Netflix annuncia la produzione di una serie tratta dal celebre romanzo
Tinny Andreatta, Vice Presidente delle serie originali italiane, a proposito dei nuovi progetti – tra cui una nuova serie di Zerocalcare – ha dichiarato: “I progetti seriali italiani annunciati oggi e che vedranno la luce nei prossimi anni, riflettono la nostra volontà di lavorare con i nostri partner produttivi italiani e alzare l’asticella della nostra ambizione. Insieme vogliamo dare vita ad uno storytelling ampio e variegato, pluralista in termini di visioni e voci creative, che affondi le radici nel presente, capace di osare, a partire dal linguaggio visivo fino alla novità dei personaggi e delle scelte coraggiose compiute anche all’interno di storie che appartengono alla tradizione culturale e ai gusti del pubblico italiano, rompendo tabù e toccando temi che il nostro racconto ha escluso. Vogliamo raccontare l’altra faccia dell’Italia, quella misteriosa, proibita, coraggiosa che sa far pensare e volare l’immaginazione“, ha concluso Andreatta.