Netflix dovrà rispondere di una causa contro La regina degli scacchi. Ecco cosa è successo
Netflix dovrà rispondere di una causa contro la serie di grande successo La regina degli scacchi che, nel 2021, ha visto come protagonista Anya Taylor-Joy. La causa in questione è stata presentata dalla campionessa di scacchi georgiana Nona Gaprindashvili che accusa la serie di averla denigrata in un episodio.
A settembre, Nona Gaprindashvili ha intentato così una causa da 5 milioni di dollari contro Netflix per diffamazione. La campionessa afferma che, nell’ultimo episodio della serie, è stata pronunciata una frase che si riferisce al suo successo nella vita reale ed è stata “manifestamente falsa, oltre ad essere grossolanamente sessista”.
Netflix dovrà rispondere di una causa contro La eegina degli scacchi. Ecco cosa è successo
Ma cosa è successo davvero? Nell’episodio finale de La Regina degli scacchi un personaggio dice che Elizabeth Harmon, interpretata da Anya Taylor-Joy, “non è affatto una giocatrice importante. L’unica cosa inusuale è il suo sesso. E anche questo non è unico in Russia. C’è Nona Gaprindashvili, ma lei è una campionessa femminile di scacchi e non ha mai sfidato uomini”.
Questa affermazione non è veritiera. Infatti Nona Gaprindashvili ha duellato con decine di uomini: secondo la causa, 59, di cui 28 in incontri simultanei, come pure 10 gran maestri prima del 1968, anno in cui la serie tv è stata ambientata. Netflix ha risposto all’accusa, affermando: “Netflix ha solo il massimo rispetto per la signora Gaprindashvili e la sua illustre carriera, ma crediamo che questa affermazione non abbia alcun merito e difenderà vigorosamente il caso”.
Netflix ha affermato, inoltre: “Nessuno spettatore ragionevole ha preso la battuta come una dichiarazione di fatto in quanto si trattava di un’opera interamente di fantasia”. Quindi ha chiesto l’archiviazione del caso sulla base del Primo Emendamento, quella sulla libertà di parola e stampa. Tuttavia un giudice della California ha affermato: “non c’è nessun motivo per impedire a persone reali, rappresentate in un’opera di fantasia, di presentare denuncia per diffamazione se lo ritengano opportuno. Il fatto che la serie fosse un’opera di fantasia non solleva Netflix dalla responsabilità se tutti gli elementi di diffamazione sono presenti”.