Perché c’è anche Morgan Freeman nella lista degli americani bannati dalla Russia?

La lista stilata dal Ministero degli Esteri contiene 963 nomi fra politici, giornalisti e imprenditori (e John McCain che, però, è morto nel 2018)

Morgan Freeman è nella lista, stilata dal Ministero degli Esteri russo, dei 963 americani che non potranno più mettere piede nel Paese. Come riportano diverse testate, tra cui Sky News e Open, il Governo russo ha pubblicato – in risposta alle sanzioni degli Stati Uniti contro il Cremlino dopo l’inizio della guerra in Ucraina – un nutrito elenco di cittadini americani (più 26 canadesi) che non potranno più mettere piede in Russia, in via definitiva e permanente. Tra questi c’è anche l’ottantaquattrenne attore americano, insieme ad altri nomi eccellenti soprattutto di politici e personalità istituzionali, ma non solo. Nell’elenco delle personalità cui è vietato l’ingresso nel Paese “in risposta alle azioni ostili di Washington” – riferisce Adnkronos – c’è anche l’ex candidato repubblicano alle elezioni presidenziali John McCain che, però, è morto nel 2018. Ma perché c’è anche Morgan Freeman in questa lista?

morgan freeman

Deep Impact. Paramount Pictures, DreamWork

Nella lista c’è Morgan Freeman: ecco perché

A quanto pare – riporta Open – Morgan Freeman è finito nella lista degli americani bannati dalla Russia a causa di un videoclip del 2017. Videoclip diretto dal regista e produttore Rob Reiner realizzato dall’organizzazione no-profit Committee to Investigate Russia, in cui la Russia veniva accusata di cospirazioni ai danni degli Stati Uniti. “Siamo stati attaccati, siamo in guerra” dice Freeman nel video in questione. “Immaginatevi questa sceneggiatura: una ex spia del KGB, furiosa per il crollo del suo Paese, pianifica vendetta. Traendo vantaggio da una situazione caotica, inizia la sua scalata nella Russia post-sovietica e diventa Presidente. […]. Utilizza armi informatiche per attaccare la democrazia in tutto il mondo. Usa i social media per fare propaganda e diffondere fake news per spingere i cittadini di Paesi democratici a non fidarsi dei propri mezzi di informazione”. E così via, come potete ascoltare nel video integrale qui sotto.

Nella lista figurano i nomi del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, di suo figlio Hunter, della Vicepresidente Kamala Harris, del segretario di Stato Anthony Blinken, della speaker della Camera Nancy Pelosi e del capo della CIA William Burns. Non mancano, oltre a diversi docenti universitari nemmeno imprenditori come il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e George Soros. Fra i giornalisti spiccano i nomi di vari volti di CNN e ABC (nessun rappresentante della Fox, storicamente vicina alla Destra americana). Non figura invece il nome dell’ex Presidente Donald Trump.

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