Ecco chi è Pauline Kael, il soggetto del nuovo (e ultimo) film di Quentin Tarantino

A quanto pare, il prossimo e ultimo film di Quentin Tarantino sarà su Pauline Kael. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla critica cinematografica statunitense!

Quentin Tarantino è uno dei registi più famosi della storia cinematografica. Dai primi film come Pulp Fiction Jackie Brown al suo lavoro più recente, C’era una volta a… Hollywood, non c’è dubbio su chi abbia realizzato ciascuno di questi film. Il regista ha a lungo sostenuto di voler andare in pensione prima che il suo lavoro inizi a sembrare obsoleto e, con ciò ben a mente, ha rivelato che il suo prossimo progetto, The Film Critic, sarà presumibilmente l’ultimo.

Ecco il soggetto dell’ultimo film di Quentin Tarantino: la critica cinematografica statunitense Pauline Kael

quentin tarantino

“cover.-PAuline-Kael” by Oregon State University is licensed under CC BY-SA 2.0. To view a copy of this license, visit https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/?ref=openverse.

La sceneggiatura è completa, ma le riprese del film non sono ancora iniziate, mentre Quentin Tarantino stringe un accordo con una società di produzione. Sono stati rilasciati pochissimi dettagli sulla trama, ma quello che sappiamo finora è che è ambientato a Los Angeles negli anni ’70 ed è guidato da un personaggio femminile. Da queste informazioni, i fan, entusiasti, hanno dedotto che molto probabilmente sarà su Pauline Kael. È una critica cinematografica che si adatta perfettamente alla trama sia per il periodo di tempo e che per il luogo.

Essendo una figura incredibilmente influente e controversa nella cultura cinematografica nel corso della sua carriera, diamo un’occhiata più da vicino a chi sia Pauline Kael. Ha iniziato la sua carriera nella critica cinematografica nel 1952, quando l’editore di City Lights Magazine l’ha sentita discutere di un film in un bar. La sua introduzione alla critica cinematografica ci offre anche un’ottima introduzione a lei come individuo: era polemica, persuasiva e del tutto singolare. 

Fino al 1962, Pauline Kael ha continuato a scrivere per riviste mentre si destreggiava con altri lavori ed ha potuto lavorare come critica a tempo pieno quando ha ricevuto un’offerta per pubblicare un libro, diventato un bestseller inaspettato. Un aspetto importante del suo stile era il rifiuto dell’idea che la critica cinematografica dovesse essere obiettiva o, come la chiamava lei, “obiettività stupida”. Kael ha incluso elementi autobiografici rilevanti nelle sue recensioni, che hanno aumentato il senso di chiacchiere colloquiale ed hanno anche radicato le sue opinioni controverse in scenari del mondo reale.

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