Philadelphia: ecco la storia vera che ha ispirato il film con Tom Hanks e Denzel Washington
In onda stasera su Sky cinema la toccante pellicola che affrontò per la prima volta la tematica dell’AIDS
Philadelphia è un film del 1993 diretto da Jonathan Demme che andrà in onda stasera su Sky Collection alle 23:40. Protagonista il duo di attori Tom Hanks – che vinse l’Oscar per il Miglior Attore ai 66esmi Oscar – e Denzel Washington nei panni di due avvocati americani. Il film è stato uno dei primi negli anni ’90 a trattare in maniera aperta il tema dell’AIDS, che proprio in quegli anni causò un numero elevato di decessi.
Un periodo in cui intorno alla malattia c’era non solo lo stigma ma anche un fortissimo pregiudizio. I risultati della piccola in termini di guadagni furono più che buoni con un incasso di circa 206.7 milioni in tutto il mondo. Alla base di Philadelphia c’è la storia di un uomo e le sue vicende che ora approfondiremo.
Philadelphia: ecco a chi è ispirato il personaggio di Andrew Beckett
Philadelphia racconta le vicissitudini di Andrew Beckett il personaggio interpretato da Tom Hanks. Quest’ultimo sembra essere ispirato alle figure di Geoffrey Bowers e Clarence Cain, due avvocati licenziati per discriminazione a causa della loro malattia: AIDS. Bowers era un avvocato che fece causa alla sua azienda per averlo licenziato ingiustamente e con basi discriminatorie per via della AIDS, nel 1987. Nato nel 1953 si laureò in scienze politiche alla Brown e lavorò in tv prima del suo impiego in uno studio di avvocati. Nell’agosto del 1984, Bowers iniziò a lavorare per uno studio internazionale di avvocati sperando di mettere a frutto le sue conoscenze delle lingue come l’Italiano, il Francese e il Tedesco. Già a partire dall’anno successivo però l’uomo accusò dei forti mal di testa e affermava di vedere dei puntini gialli. La diagnosi dopo le prime visite su menigite a cui seguì quella definitiva nel 1986 di Sarcoma di Kapos e AIDS.
Dopo la scoperta della sua malattia l’uomo venne sottoposto a controllo sulle sue attività lavorative e ben 12 dei 15 soci votarono per licenziarlo, licenziamento che avvenne nel Decembre del 1986. A seguito di questo Bowers fece ricorso alla Sezione dei Diritti umani dello Stato di New York accusando lo studio di discriminazione. Durante la prima udienza i rappresentanti dello studio negarono che le motivazioni del licenziamento fossero legate alle condizioni di salute dell’uomo, ma l’uomo stesso invece disse che c’erano state delle lamentele per i segni visibili della sua malattia. Il processo durò circa 6 anni che servirono per giungere ad una sentenza. Lo studio dovette risarcire 500.000 dollari ma per Bowers era ormai troppo tardi, l’uomo infatti morì nel settembre 1987 dopo soli due mesi dall’inizio del processo. Dopo l’uscita del film ci furono delle controversie con la famiglia di Bower che accusò la produzione di essersi ispirata per la gran parte alle vicende dell’uomo. Il primo produttore si era recato infatti dalla famiglia per parlare con loro ma la successiva casa di produzione che lo realizzò usò lo stesso materiale. L’uomo affermò di non averlo condiviso dopo aver lasciato il progetto e la causa intentata dalla famiglia alla fine attestò che nonostante le somiglianze le informazioni erano di pubblico dominio. Nonostante queste controversie Philadelphia rappresenta una pagina del cinema che vale la pena di conoscere e che non può lasciare indifferenti.