Qui rido io: la storia vera di Eduardo Scarpetta e della famiglia che ha fondato la commedia italiana a teatro

Scopriamo la storia vera della famiglia Scapetta-De Filippo

Qui rido io andrà in onda questa sera alle 21:25 su Rai 1 in prima visione assoluta. Uscito nelle sale nel 2021 Il film ha come protagonista l’attore Toni Servillo nel ruolo del commediografo napoletano Eduardo Scarpetta. Nel resto del cast troviamo Cristiana Dell’Anna nei panni di Luisa de Filippo, Maria Nazionale invece interpreta Rosa de Filippo, le due mogli del commediografo con cui ebbe diversi figli, e Eduardo Scarpetta (attore omonimo nonché discendente del protagonista) nei panni del figlio Vincenzo.

La pellicola ha riscosso buoni consensi sia nella critica che nel pubblico complice la straordinaria interpretazione di Toni Servillo. È stata inoltre presentata in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Scopriamo la storia vera di Eduardo e della sua famiglia raccontata in Qui rido io. 

qui rido io

Qui rido io. Indigo Film, Rai Cinema, Tornasol

Qui rido io: chi erano Eduardo Scarpetta e la sua famiglia

Eduardo Scarpetta nacque a Napoli il 12 marzo 1853 e rappresenta tutt’ora una delle figure più importanti del teatro italiano. Il film Qui rido io racconta parte della vita del commediografo, della sua famiglia e poi della causa intentata contro di lui dall’autore Gabriele D’Annunzio nel 1904. Nel 1868 a soli quindici anni Eduardo Scarpetta espresse già il suo desiderio di recitare in una compagnia teatrale anche perché la famiglia non versava in buone condizioni economiche e il padre aveva problemi di salute. Iniziò il successo a partire dal 1870 quando creò il personaggio di Felice Sciosciammocca, che avrebbe poi accompagnato Pulcinella sempre sul palco napoletano. Nel 1876 il commediografo sposò la giovanissima Rosa De Filippo da cui ebbe due figli: Domenico e Vincenzo. Nel corso degli anni ebbe però diverse relazioni da cui nacquero 9 figli;  dalla la nipote di Rosa, Luisa ebbe tre figli: Annunziata (Titina), Eduardo e Giuseppe (Peppino).

Il grande successo che ottenne non solo lo portò ad essere capocomico ma anche a migliorare le sue condizioni economiche e a comprare un palazzo intero. Nel 1889 aggiunse un altro tassello del suo successo con Na santarella, il cui ricavo gli portò non solo un numero elevatissimo di spettatori tra ricci e poveri, ma lo portò anche a costruire una villa al Vomero. Tra i suoi ultimi successi, Miseria e Nobiltà, poi adattato da Totò per il cinema – scritto per portare suo figlio Vincenzo sul palco – e nel 1909 La Regina del Mare l’ultimo suo ruolo a teatro. Nel 1904 infatti Eduardo pensò di realizzare una parodia comica di un’opera di Gabriele D’Annunzio: la figlia di Iorio. Il poeta non apprezzò la versione comica della sua opera e citò in tribunale Eduardo che però riuscì a vincere la causa. Morì nel 1925 a 72 anni.  Il suo corpo fu imbalsamato e deposto in una bara di cristallo nella cappella delle famiglie De Filippo, Scarpetta e Viviani a Napoli. Da non perdere quindi Qui rido io, in prima visione stasera su Rai 1. 

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