A Real Bug’s Life: la recensione della miniserie National Geographic

Su Disney + il mondo brulicante degli insetti vive di nuova vita attraverso un documentario immersivo che guarda alla fiction pur senza perdere la sua vocazione

Dal 24 gennaio Disney Plus arricchisce l’offerta del suo catalogo di documentari naturalistici con la nuova miniserie targata National Geographic A Real Bug’s Life. Quasi una versione live action del celebre film di John Lasseter e Andrew Stanton che, alla perizia tecnica ed espressiva nel filmare il suo nuovo “megaminimondo”, unisce un gusto per la narrazione e l’antropomorfizzazione dei suoi piccoli protagonisti che pare preso di peso direttamente dai classici Disney.

Narrati dall’attrice e comica Awkwafina con piglio originale e sopra le righe i cinque episodi di A Real Bug’s Life si fanno così da un parte l’emblema di quei prodotti National Geographic che, più che al lato didattico, sembrano ormai puntare solamente all’intrattenimento puro, dall’altra si dimostrano il punto di arrivo esemplare di una tendenza in cui il documentario naturalistico si confonde sempre più con la fiction, attenuandone e mitigandone i confini. Con tutti i pro e i contro che questa commistione di generi comporta.

Indice:

Trama – A Real Bug’s Life recensione

Dalla giungla d’asfalto di New York a quella di piante e foglie dell’Amazzonia, dalla tranquillità della vita di campagna alle distese della savana. Non c’è angolo del mondo in cui gli insetti non prolifichino, in una varietà di specie, forme e colori unica nel suo genere. Eppure la vita non è affatto facile per gli abitanti di questo ecosistema che spesso vive in simbiosi con il nostro senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

A raccontarcelo sono le piccole storie di vita quotidiana di una manciata di insetti, sparsi nelle location più disparate ma accomunati da una tenacia non così diversa dalla nostra. Mantidi, farfalle, bombi e formiche si uniscono così in un affresco dove la lotta per la vita si declina in situazioni ora buffe ora drammatiche, tra sorprendenti atti di eroismo e divertenti siparietti comici. Un viaggio in un “megaminimondo” dove tutto pare interconnesso e ogni creatura, per quanto piccola possa sembrare, ha il suo ruolo e la sua utilità nell’ordine naturale delle cose.

A Real Bug's Life recensione

A Real Bug’s Life. National Geographic

Tra doc e fiction

Non è poi così sbagliato vedere questo nuovo documentario targato National Geographic sulla vita degli insetti come una vera e propria versione live action di A Bug’s Life. Perché tutto, dalla narratrice non convenzionale e sopra le righe alle situazioni più o meno avventurose in cui, di volta in volta, incappa il simpatico insetto di turno, sembra portare al massimo punto di rottura il sempre più flebile confine tra documentario e fiction. Realtà e sua romanticizzazione.

È così che a un come sempre invidiabile comparto tecnico si accompagna una drammatizzazione sempre più evidente ed esplicita, una tendenza volta, con vari mezzi, a ingabbiare la realtà in strutture narrative sempre più stringenti. Sembra proprio essere la scrittura, del resto, a dominare in A Real Bug’s Life. Dall’impianto degli episodi – suddivisi nei classici tre atti, con tanto di personaggio principale e storie secondarie – all’umanizzazione delle situazioni, tutto sembra infatti rispecchiare una classica storia Disney fatta di situazioni edificanti e animaletti antropomorfi.

A Real Bug's Life recensione

A Real Bug’s Life. National Geographic

L’empatia prima di tutto

Un effetto, questo, chiaramente voluto fin dal titolo e che mette da parte il valore “didattico” dell’operazione in favore di un racconto dove è lo stupore a dominare sopra ogni cosa. Ecco allora, al cambio di location e situazioni, accompagnarsi i brevi ma significativi archi narrativi dei vari personaggi, dal ragno saltatore in cerca di casa a Manhattan alla giovane e inesperta mantide religiosa finita nel “quartiere sbagliato”, dalla piccola formica smarrita nella giungla allo scarabeo stercorario pronto a farsi valere nella savana.

Personaggi a tutto tondo che si può dire racchiudano in sé l’ultima sfida del genere: fare empatizzare lo spettatore anche con le specie più umili e apparentemente insignificanti. Sta proprio in questo, d’altronde, il principale punto di forza della miniserie. La sua capacità di rendere interessante se non addirittura emozionante una realtà spesso estremamente comune. Un microcosmo a volte letteralmente a due passi da casa ma per lo più ignorato o guardato con sufficienza.

A Real Bug's Life recensione

A Real Bug’s Life. National Geographic

Uno sguardo immersivo

Un’attenzione, dunque, per quelle piccole cose che, viste dalla giusta prospettiva, si dimostrano più grandi del previsto e che la serie non manca di sottolineare grazie all’abilità del suo comparto tecnico. È così che, attraverso obiettivi speciali e all’avanguardia e a un uso discreto della CGI per le scene più dinamiche o impossibili da realizzare (le semi-soggettive degli insetti in volo, ad esempio), A Real Bug’s Life diventa uno sguardo immersivo in una realtà altrimenti impossibile da esperire davvero.

E se tutto lascia intravedere la programmaticità dell’operazione, il suo essere inevitabilmente “costruita a tavolino” a scapito di un’autenticità per forza di cose destinata a perdersi tra montaggi arbitrari ed eccessive drammatizzazioni, poco importa. Ad A Real Bug’s Life basta la forza delle piccole emozioni che sa suscitare per potersi dire una serie riuscita. La capacità di restituire a quel microcosmo la dignità di un mondo grande come un intero universo.

A Real Bug's Life

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Il maggior pregio della serie è quello di riuscire a suscitare interesse ed empatia nei confronti di una realtà solitamente trascurata
  • Il comparto tecnico è di alto livello e capace di gettare uno sguardo nuovo sul mondo preso in esame

Lati negativi

  • La contaminazione tra documentario e fiction risulta sempre più problematica
  • L'intrattenimento viene prima di qualsiasi pretesa “didattica”

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