Ares: recensione della serie tv originale Netflix

La prima serie tv olandese di Netflix è ricca di misteri e metafore

Sembrerebbe che ogni paese europeo stia realizzando una serie tv originale da distribuire su Netflix. Elite e Dark sono due chiarissimi esempi. Ora è il turno della prima serie tv olandese originale Netflix: Ares, di cui vi presentiamo la nostra recensione. Questo nuovo prodotto seriale ha delle caratteristiche interessanti e dei buoni elementi di base. Al centro di tutto vi è una strana organizzazione di stampo massonico che si muove fra l’essere una confraternita e una setta. La protagonista è una giovane studentessa ambiziosa che, interessata a questo strano mondo, decide di entrarvi nonostante le sue umili origini. Scoprirà in seguito dei terribili segreti.

Ares, per alcuni aspetti, non ha nulla da invidiare a tante altre serie tv, ma per altri si affianca a prodotti seriali poco riusciti. A causa di una scrittura non perfetta, la serie risente di una narrazione traballante: potente all’inizio e alla fine, ma debole nella sua parte centrale. Inoltre non ha un’identità ben definita, visto che oscilla fra serietà e “divertimento” horror per adolescenti. Con solo 8 puntate da 30 minuti circa, Ares è la nuova serie originale Netflix prestata a un selvaggio binge watching. Ma varrà il tempo degli spettatori?

Indice

Trama – Ares recensione

Ares è ambientata ad Amsterdam, in Olanda, e ha come protagonista la giovane studentessa di medicina Rosa Steenwijk (Jane Olieberg). Le giornate di Rosa si dividono fra lo studio e il prendersi cura di sua madre, donna mentalmente disturbata chee soffre di manie suicide. Una sera la ragazza, mentre è in compagnia del suo amico Jacob (Tobias Kersloot), incontra dei giovani che conoscono Jacob e la invitano a passare il resto della serata con loro. Rosa è intrigata da questo gruppo di giovani altolocati, che appartengono a un esclusivo gruppo chiamato Ares.

La ragazza durante la serata conosce anche Carmen (Lisa Smith), una dei membri più influenti di Ares, che sarà determinante nello stimolare l’interesse della ragazza. Mossa dall’ambizione e dal desiderio di riscattare le sue umili origini, Rosa decide di partecipare all’iniziazione per entrare nell’associazione segreta. Diventando velocemente una delle reclute più brillanti, la giovane scoprirà ben presto un oscuro segreto che si cela alla base di Ares e della storia olandese.ares recensione

L’ambizione e il senso di colpa

Ares è una serie tv in cui il legame con la nazionalità di appartenenza si fa sentire. I creatori infatti inseriscono nella trama un’interessante operazione di autoanalisi sulla storia dell’Olanda, un paese che tutti noi conosciamo ma non da questo inedito punto di vista. Il segreto della misteriosa organizzazione/confraternita ha una connessione con le origini del paese, la cui storia è ricca di molti successi. Qualcosa di oscuro però si muove dietro tutto questo, un qualcosa che si nutre del senso di colpa e del desiderio di ambizione. Una linea narrativa decisamente interessante che però non viene per niente valorizzata. Ares infatti ha un ritmo narrativo molto altalenante e confusionario, che rende non facile la visione.

Di base la serie tv vorrebbe essere un thriller/horror fra lo psicologico e lo splatter. A questo si lega una riflessione sul lato oscuro dell’ambizione e il suo legame con la perdita del senso di colpa. Ponendo queste grandi premesse e catturando bene all’inizio l’attenzione dello spettatore, Ares si perde imboccando strade troppo diverse, causando un eccessivo disorientamento. Questo è alimentato poi da un cattivo utilizzo della fotografia, che il più delle volte è eccessivamente scura e non è in grado minimamente di creare un’atmosfera di suspense e mistero.ares recensione

La gestione della narrazione – Ares recensione

Essendo una serie di soli 8 brevi episodi, Ares non è in grado di definire bene tutte le sue parti, in primis i personaggi. La loro caratterizzazione è minima, se non nulla in alcuni casi, e quindi non si genera alcuna empatia con gli spettatori. I maggiori difetti però risiedono nella struttura narrativa veramente mal organizzata. La serie sembra voler continuamente depistare l’attenzione dello spettatore, non facendo mai comprendere quale sia il percorso principale da seguire. Alcuni indizi vengono inseriti all’inizio ma la storia prende poi un’altra piega, concentrandosi prima su Rosa e poi sui segreti e i membri di Ares. Gli episodi che ci conducono verso il finale, tuttavia, non sono sempre coinvolgenti, anzi risultano stantii o ripetitivi, nonostante la loro breve durata.

Gli indizi iniziali si riaffacciano poi prepotentemente negli ultimi minuti della stagione, svelando il vero focus della serie, ma non in modo chiaro e diretto. Ares infatti preferisce utilizzare metafore e simbologie ma, a causa della cattiva gestione della narrazione, queste non vengono afferrate immediatamente. Inoltre mal si accoppiano con la componente horror e splatter abbastanza preponderante. Si può dire che il vero difetto di Ares risieda nel non aver fatto una scelta precisa: seguire la serietà di una serie Netflix come Dark o marcare la componente teen-splatter per intrattenere maggiormente i più giovani?

Considerazioni finali – Ares recensione

La prima serie tv olandese Originale Netflix sceglie il genere horror per narrare una storia basata sui sensi di colpa, sia personali sia storici, ponendo sotto una lente di ingrandimento l’ambizione e il lato oscuro dei privilegi. Il problema è che Ares non è in grado di amalgamare il genere, il tema interessante, le simbologie e la scorrevolezza narrativa. Tutto risulta molto incoerente, traballante, confusionario e poco d’impatto. Il disorientamento durante la visione è presente in larga parte, come l’assenza di stupore per le scene splatter, che ripetendosi per troppe volte stancano lo spettatore.ares recensione

Ares, in sostanza, è una breve storia horror che mette in luce tutto il suo potenziale solo in minima parte, mostrando elementi interessanti solo negli ultimi minuti dell’ultimo episodio. Qui c’è un’eccessiva accelerazione della narrazione, proprio come avviene nel buon primo episodio. È innegabile infatti che la serie abbia un ottimo inizio e buone premesse; purtroppo la parte centrale risulta fiacca e ripetitiva, nonostanta sia caratterizzata da diverse scene splatter. La vera natura della serie, pertanto, non è aiutata dal lavoro di scrittura, che pecca molto anche nella caratterizzazione dei personaggi. Ares si conclude rispondendo sbrigativamente al mistero principale della serie, ma ci sono ancora altre strade da esplorare. Per il momento ancora non si hanno notizie su una seconda stagione. Tuttavia, visti i risultati di questa prima stagione, non ci sarà una trepidante attesa.

Ares

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Ottimo inizio e buone premesse
  • Il mistero della serie tv, fra metafore e simbologie

Lati negativi

  • Cattiva gestione della narrazione e dei personaggi
  • La serie tv non ha un'identità precisa
  • Disorientamento e scarso coinvolgimento fanno da padroni

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