Bridgerton 3: recensione della seconda parte del romance di Netflix

Nuove prospettive, un nuovo punto di vista sull'ambientazione storica e una storia d'amore con meno mordente delle precedenti è quello che ci ha lasciato questa terza stagione.

L’idea di dividere la terza stagione di Bridgerton, una serie cardine del catalogo di Netflix, in due parti sembrava positiva. Un escamotage studiato per tenersi stretta la fedeltà degli spettatori, ma anche per scongiurare una noia data dal binge watching. Un’idea che, ora possiamo confermarlo, è stata molto positiva. La terza stagione della serie, prodotta da Shonda Rhimes e liberamente tratta dai libri di Julia Quinn, si è finalmente conclusa lasciandoci entusiasti per una scrittura che si rinnova continuamente, ma anche delusi per uno degli aspetti cardini della narrazione ossia la storia d’amore tra i due protagonisti.

Indice

Dove eravamo rimasti – Bridgerton 3, la recensione

Bridgerton 3 .

Bridgerton. Shondaland.

Nella nostra recensione della prima parte di questa terza stagione avevamo evidenziato come Bridgerton riuscisse a rinnovarsi costantemente e che il suo fiore all’occhiello era costituito dal sapere esattamente quali fossero le caratteristiche del romance che hanno reso il genere così celebre tra il pubblico (specialmente femminile, ma ci arriveremo tra poco) e il differenziare i trope e la tipologia di legami. Questi nuovi episodi confermano la regola e ci regalano una stagione che è più un passaggio di testimone, e di penna, di quel che sembrava inizialmente.

La prima parte ci aveva lasciato con l’avvicinamento tra Colin e Penelope, e la già famosa scena della carrozza, conclusasi con la proposta che i fan della coppia stavano aspettando. La prima parte di questa stagione aveva gettato le basi per degli episodi finali che assicuravano di essere a dir poco entusiasmanti, con un evento in particolare che la serie prometteva di sviscerare.

Un rapporto d’amore e amicizia – Bridgerton 3, la recensione

Bridgerton.

Bridgerton. Shondaland.

Il passaggio di penna da Chris Van Dusen alla nuova showrunner Jess Brownell non è passato inosservato. Questa nuova stagione di Bridgerton appare differente già dai primi episodi, ma la volontà di un cambiamento si consolida in questa seconda parte. Con alcune storyline – anche importanti – che si chiudono, con un cambio di scenari e l’introduzione di nuovi personaggi, questa terza stagione di Bridgerton è ufficialmente una stagione di transizione. Una trasformazione che dà più spazio e diverse dinamiche romantiche, che promette di esplorare l’amore in ogni sua forma e dimensione per ravvivare i trope narrativi già visti e che vede come protagonisti anche i personaggi meno giovani; ma che soprattutto si concentra su altre tipologie d’amore e di relazioni, non per forza sentimentali.

In quest’ultima stagione, l’amore che ha davvero dominato i nostri schermi è quello della sorellanza e dell’amicizia tra donne. La complicità tra Eloise e Penelope è uno degli aspetti migliori della serie che in questi ultimi episodi diventa il centro nevralgico, un’amicizia che si avvale della chimica tra le due attrici, ma soprattutto di una buona scrittura. Vera sorpresa è la grande attenzione data alla matriarca Violet Bridgerton, personaggio focale della serie che qui acquisisce nuova profondità anche grazie al rapporto con Lady Danbury.

Il gossip è informazione – Bridgerton 3, la recensione

Bridgerton.

Bridgerton. Shondaland.

Più di tutte una cosa è chiara. Brownell vuole dare valore al genere romance, ai prodotti (che siano libri, film o serie tv poco importa) pensati da donne e consumati prevalentemente da altre donne. Prodotti che tutt’oggi sono soggetti di pregiudizi, etichettati come storie frivole, poco profonde, un passatempo per donne annoiate. Come dice Penelope stessa, outsider che è a cavallo tra l’alta società e l’anonimato che è riuscita a sfruttare a suo vantaggio creando la figura di Lady Whistledown, il gossip è informazione e in quanto tale è potere.

Bridgerton da sempre dà valore ai personaggi femminili. Sono loro a tessere l’intera rete sociale, è il loro punto di vista il filtro attraverso cui la società viene vista, ma con questa terza stagione viene fatto omaggio ad una delle pratiche prima vietate ed escluse alle donne e poi considerata prettamente femminile che è la scrittura. In questo modo la showrunner riprende l’epoca in cui Bridgerton è ambientato, un’epoca contraddittoria in cui alle donne era richiesta una calligrafia elegante e una prosa accattivante per scrivere lettere e intrattenere gli ospiti, non di certo per essere pubblicate. Un’epoca in cui molte famose scrittrici ottocentesche, per essere pubblicate, dovevano utilizzare degli alias.

Una storia d’amore senza mordente – Bridgerton 3, la recensione

Bridgerton 3

Bridgerton. Shondaland.

Questi cambiamenti hanno reso la terza stagione di Bridgerton diversa dalle altre e ha creato un ponte per una quarta stagione che si spera abbia maggior respiro e una struttura, ancora una volta, differente. Ma viene tralasciato il vero punto forte, ossia la storia d’amore tra i due protagonisti. Penelope è il pilastro della stagione, il motore narrativo che coinvolge tutti gli altri personaggi e che dà ritmo agli eventi; Nicola Coughlan riesce perfettamente nel suo ruolo. Il problema è la mancanza di mordente nella coppia e un corteggiamento che corre fin troppo. La storia d’amore tra i due ha soltanto un attimo di respiro nella prima parte, ma la sua costruzione procede a sobbalzi, impedendo di entrare in sintonia con la coppia e di affezionarsi a loro. Sono note le dichiarazioni della serie e i discorsi enfatici e sognanti, le storie d’amore che incontrano più di un ostacolo prima di correre verso un lieto fine.

Se, in questo caso, è apprezzabile che venga fatto uno sforzo per evitare di cadere in qualcosa di già visto, sono i numerosi eventi, i continui cambi di prospettive e le molteplici storyline che vanno a danneggiare i momenti principi della serie. Il difetto maggiore, però, è proprio Colin. Fin da subito, l’unico modo in cui Colin viene descritto per fargli fare il salto da personaggio secondario a protagonista risiede esclusivamente sul suo aspetto estetico e dalla sua aria da bello e dannato. Una caratterizzazione che viene meno in fretta, soprattutto se messo a paragone con il personaggio contraddittorio e molto più sfaccettato di Penelope.

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Bridgerton 3

Voto - 7

7

Lati positivi

    <
  • Si dà maggior attenzione all'amore in ogni sua forma, specialmente all'amicizia
  • Penelope è il fulco della stagione

Lati negativi

  • La coppia principale manca del giusto mordente e Colin è un protagonista maschile insipido se paragonato ai suoi due predecessori

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