Challengers: recensione del nuovo film di Guadagnino

Challengers ribalta tematiche classiche quali le ambizioni, l’amore e l’amicizia in un film il cui filo conduttore è la manipolazione e una competizione che non lascia spazio ad altro.

Poco importa se il tennis non vi appassiona o se i triangoli amorosi non fanno per voi, perché Challengers non parla né dell’uno né dell’altro. 
Guadagnino torna dietro la macchina da presa per dirigere un film dove l’amore lascia lo spazio alla competizione e il tennis non è nient’altro che uno specchio distorto delle ambizioni. Cosa si è disposti a fare per essere dei campioni? Si è disposti a rinunciare a tutto, anche all’amicizia e alla prospettiva di un matrimonio felice?

Perché, sebbene il trailer possa depistare, Challengers – che esce il 24 aprile nelle sale dopo vari rinvii- non è una storia d’amore tormentata. O almeno, non solo. Challengers ribalta tematiche classiche quali le ambizioni, l’amore e l’amicizia in un film il cui filo conduttore è la manipolazione, la voglia di essere migliore degli altri e una competizione che non lascia spazio ad altro.

Indice

La trama – Challengers, la recensione

Conosciamo Tashi e Art (rispettivamente Zendaya e Mike Faist) quando sono una coppia sposata, ma sono anche un tennista professionista e la sua allenatrice. Lei è determinata, ferrea e dedica tutta se stessa al lavoro; lui ha perso tutta la passione e la voglia di giocare, assimilando fallimenti su fallimenti. Per smuoverlo un po’, pensa Tashi, potrebbe essere una buona idea farlo competere ad un torneo minore prima degli Open. Vincere potrebbe dargli quell’iniezione di autostima che potrebbe cambiare il corso della sua carriera. Tra i partecipanti, però, c’è anche Patrick (Josh O’Connor), ex migliore amico di Art ed ex fidanzato di Tashi.

Challengers

Challengers. Metro-Goldwyn-Mayer , Pascal Pictures.

Pian piano, tramite flashback non ordinati secondo la logica della cronologia, scopriamo le vicende che li vedono coinvolti, l’adolescenza dei due amici passata tra i campi di tennis, gli allenamenti presi poco sul serio e la conoscenza di Tashi che cambierà ogni cosa.
Momenti che fanno da contorno alla finale che viene disputata tra i due atleti, oramai adulti e segnati da un passato che viene svelato magistralmente facendo cambiare allo spettatore opinione sui tre protagonisti ogni volta che si torna al tempo presente, facendo acquisire alla partita un’ottica ogni volta differente.

La finale – Challengers, la recensione

Challengers è una lunga e mutevole partita a tennis in cui ogni momento, ogni scena, cambia costantemente le carta in tavola facendo rimbalzare lo spettatore da una parte e dall’altra, facendogli scoprire i tasselli del puzzle poco alla volta per permettergli di avere un quadro generale solamente alla fine. Il rapporto dei protagonisti è mutevole come lo è l’esito della finale, una relazione che si disintegra e passa dall’attrazione all’astio, ma non diventa mai amore.

Nessuno di loro ama davvero l’altro. La competizione sportiva si riversa in quella sentimentale, una competizione che è la fiamma che li tiene in piedi. Quando si conoscono, Art e Patrick sono migliori amici e l’incontro con Tashi li stravolge totalmente facendo mettere in discussione la loro amicizia, ma anche il loro futuro professionale.

Una malsana relazione a tre – Challengers, la recensione

Il rapporto d’amicizia tra i due ragazzi, bonario e amichevole, si rispecchia nel campo. Patrick è più talentuoso di Art, ma tra i due non c’è nessuna traccia di competizione. Questo almeno finché non conoscono Tashi. La sua carriera, sebbene sia solamente agli inizi, è già radiosa e il suo futuro è già scritto. Tashi, al contrario, prende il tennis molto sul serio. Si allena costantemente, ha una ferrea routine prima di ogni partita ed è l’unica cosa a cui pensa e di cui parla. Caratteristiche che, inevitabilmente, modificheranno anche Art e Patrick. Appena Tashi, interpretata da una perfetta Zendaya, entra in campo tutti gli occhi sono puntati su di lei, sia quelli dei due protagonisti, ma anche i nostri.

Challengers.

Challengers. Metro-Goldwyn-Mayer , Pascal Pictures.

Zendaya dà vita ad un personaggio al limite. Manipolatrice e schietta, le attenzioni di entrambi la divertono, ma nulla riesce a farle distogliere la mente dal tennis almeno finché un incidente non le rovina definitivamente la carriera. Un incidente che non la ferma, anzi le permette di diventare una giovane allenatrice e di plasmare come vuole lei i suoi atleti. È quello che succede tra lei e Art. La proposta di allenarlo per Art è solo un modo per averla accanto, per Tashi è l’opportunità per vivere di gloria riflessa una carriera che non ha mai potuto continuare.

La regia di Guadagnino – Challengers, la recensione

Guadagnino è incredibile nel mostrare i corpi, sia come centro d’attrazione che nei loro movimenti. Non ha paura di osare, non ha paura di mostrare e di mettere al centro dinamiche controverse. Riesce nel non facile compito di rendere una partita di tennis dinamica da vedere, piena di tensione anche per chi di tennis non se ne intende.

Challengers.

Challengers. Metro-Goldwyn-Mayer , Pascal Pictures.

Questo grazie ad una regia dinamica che rende lo spettatore sia un mero osservatore sia parte integrante della diegesi. La scrittura brillante è supportata da un comparto tecnico che dà il ritmo a tutto. Le musiche, il montaggio che accelera nei momenti giusti, la soggettiva che rende il pubblico una pallina da tennis e lo stile registico di un Guadagnino che sa perfettamente quello che sta facendo rendono Challengers un film adrenalinico e fuori dagli schemi.

Challengers

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • La scrittura brillante si incontra con una regia raffinatica e dinamica
  • Le prove attoriali sono ottime, ma Zendaya spicca rispetto ai due protagonisti
  • Il modo in cui alcune tematiche classiche e blasonate vengono raccontate
  • Lati negativi

    • Sebbene Challengers sia un buon film, non è il migliore del regista

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