District 9: recensione del film di Neill Blomkamp

Dall'immaginario di Neill Blomkamp nasce District 9, uno sci-fi senza eguali

District 9 recensione. Nel 2009 Niell Blomkamp dirige assieme alla moglie e sceneggiatrice Terri Tatchell il fantascientifico District 9. Il film è uno sviluppo del cortometraggio Alive in Joburg, diretto sempre dal regista sudafricano alcuni anni prima. Con una durata di soli sei minuti Alive in Joburg esplora l’idea di una razza aliena arrivata sulla Terra, a Johannesburg per la precisione, e poi segregata e ghettizzata dagli esseri umani.

Il corto, che si può facilmente trovare su Youtube, è quindi la base di partenza per la realizzazione di un lungometraggio fantascientifico più elaborato. Parliamo di District 9. Ritenuto uno dei film più originali del suo genere sia per la trama che per le scelte registiche, riceve ben quattro nomination agli Oscar del 2009, tra cui Migliore sceneggiatura non originale. Di seguito la nostra recensione.

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District 9 recensione: la trama

Agli inizi degli anni 80’ nei cieli di Johannesburg, in Sud Africa, appare un’imponente astronave aliena. A causa di un’improvvisa avaria del sistema gli alieni, sporchi, deboli e malnutriti, non sono in grado di riprendere la loro rotta. Vengono allora portati in salvo sulla Terra e denominati in modo dispregiativo “gamberoni” a causa della loro fisionomia somigliante ai crostacei.

La convivenza sembra inizialmente possibile. Tuttavia, ben presto il governo terrestre realizza che gli alieni sono in possesso di una tecnologia avanzata soprattutto per quanto riguarda le loro armi, utilizzabili solo attraverso il DNA alieno. I “gamberoni” vengono così emarginati e scherniti dalla società finché il governo sudafricano non prenderà la decisione di allontanarli definitivamente dalla città. Vengono inoltre studiati, controllati e tormentati dall’MNU, una multinazionale privata molto interessata alla loro tecnologia bellica.  L’incaricato del ricollocamento degli extra-terrestri al di fuori della città è il burocrate Wikus Van De Merwe (Sharlto Copley).

In una delle baracche aliene Wikus trova un oggetto misterioso che, dopo essere stato agitato, gli schizza in faccia uno strano liquido. In seguito accuserà svariati malori fino a subire una vera e propria mutazione genetica che lo trasformerà in un gamberone. Divenuto improvvisamente un soggetto molto ghiotto all’MNU che non vede l’ora di servirsene per azionare le armi aliene, Wikus troverà un alleato nell’alieno Christopher Johnson.

Blomkamp: la fantascienza come espediente di denuncia sociale

Spesso e volentieri nell’immaginario collettivo l’alieno viene raffigurato come una creatura mostruosa e nemica; e questo soprattutto grazie anche alla tradizione letteraria e cinematografica. Blomkamp infatti gioca proprio sul binomio diverso-pericoloso (una tematica decisamente attuale)  servendosi di alieni poco stereotipati, spossati e spaventati.

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Stavolta è l’essere umano ad incutere timore. Lo stesso che alla vista dei gamberoni reagisce comportandosi in maniera xenofoba e razzista, persino ghettizzandoli e sfruttandoli. Qui potete leggere un articolo che approfondisce come il cinema di Neill Blomkamp utilizzi il pretesto fantascientifico per denunciare problematiche sociali e politiche che ci riguardano ancora oggi(vedi Elysium e Humandroid).

Alle origini del cinema di fantascienza

Il soggetto extra-terrestre è stato ampiamente utilizzato nella cinematografia fantascientifica degli ultimi 70 anni. L’ipotesi di una razza sconosciuta proveniente da un pianeta lontano, la cui fisionomia ed evoluzione sono ignote continua a solleticare la fantasia di grandi e piccoli. Possiamo affermare che una delle prime opere cinematografiche che si cimentò su questo tema fu Voyage dans la Lune di Georges Méliès, uscito nel 1902.

A questo film, divertente e per l’epoca bizzarro, ne seguirono molti altri sempre inerenti al tema del confronto uomo ed extraterrestre. Tra quelli più conosciuti spiccano la Guerra dei Mondi (1953) di Byron Haskin (poi reinterpretato da Steven Spielberg anni dopo), L’Uomo che cadde sulla Terra (1976) che rappresenta l’esordio cinematografico del cantante David Bowie. Poi ancora E.T e La Cosa, usciti entrambi nel medesimo anno.

District 9: un film imperdibile

Nelle decadi successive però il soggetto fantascientifico divenne monotono e prevedibile. Neill Blomkamp ha quindi la possibilità di emergere proponendo il suo originale progetto sci-fi. In District 9 crea una razza aliena molto realistica dalle sembianze impreviste e lontane dagli stereotipi. I gamberoni provano emozioni ed hanno sentimenti, spesso sembrano più umani degli stessi con cui condividono il pianeta.

Inoltre l’intero film viene girato come fosse un documentario (il cosiddetto mockumentary) utilizzando finte interviste ai vari personaggi e riprese con videocamere amatoriali. I veri punti di forza del lungometraggio sono, poi, la brillante performance dell’attore sudafricano Sharlto Copley che veste i panni di Wikus Van de Merwe e gli effetti speciali. Attraverso un climax assistiamo alla graduale e sofferta mutazione di Wikus da essere umano a tanto schernito gamberone e alla scoperta di una strana empatia nei suoi confronti.

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Insomma Neill Blomkamp con District 9 da vita ad un realistico e sensazionale film sci-fi. Questo vede sfidarsi esseri umani ed alieni (che sono rappresentati una metafora di tutti coloro che sono diversi ed incompresi) sul suolo terrestre. Il film non è esente da una buona dose di violenza, cinismo e satira che aiutano lo spettatore a capire fin da subito il significato implicito. Una pellicola fantascientifica coinvolgente e diversa dalla tradizione cinematografica di quelle che l’hanno preceduta. Un attore protagonista molto credibile e valente ed incredibili effetti speciali. District 9 vale davvero la pena di essere visto.

In caso foste amanti del genere, poi, a questo link trovate la lista di altri imperdibili film di fantascienza.

 

District 9

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • componente originale e realistica
  • effetti speciali

Lati negativi

  • può non essere adatto ai più deboli di stomaco

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