Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker – Recensione del film Netflix

Su Netflix un film basato su una storia vera che parla di amore per gli animali, di solidarietà, di conflitti e del rapporto da ricostruire tra un padre e un figlio

Al momento in cui scriviamo si trova al primo posto della top 10 italiana di Netflix Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker (qui il trailer e qui la storia vera su cui si basa), film di Stephen Herek che, fra le varie cose, ha anche diretto nel 1996 La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera. Quindi non è la prima volta che Herek si trova a dirigere un film che ha a che fare col il migliore amico dell’uomo, anche se in questo caso si tratta di una storia basata su eventi reali. Ma scopriamo ora di cosa parla questa nuova pellicola e se può essere quella adatta alla vostra serata. Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker è disponibile nel catalogo Netflix dallo scorso 13 gennaio.

Indice:

Trama – Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker recensione

Come anticipato poco sopra, si tratta di una storia vera, già raccontata fra l’altro nell’omonimo romanzo di Pauls Toutonghi. Il giovane Fielding (Johnny Berchtold), un ragazzo che non sa bene cosa vuole dalla vita e per questo spesso criticato dai suoi genitori, decide un giorno di adottare un cane, Gonker. Tra Fielding e Gonker nasce subito un legame profondo. Un giorno, però, Gonker si perde in un sentiero. Inizia così una ricerca disperata con forte richiamo mediatico, anche perché Gonker è malato e ha bisogno di un’iniezione ogni 30 giorni per fare in modo che la condizione di cui soffre non lo metta in pericolo di vita. Nel corso di questa questa ricerca, Fielding si ritrova a dover passare molto tempo con suo padre (Rob Lowe) con cui il rapporto non è proprio dei migliori.

Tanti temi, poca sostanza – Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker recensione

Questa pellicola avrebbe la pretesa di affrontare vari temi e di inserire nella narrazione diverse sotto-trame. Peccato che però, all’atto pratico, temi e sotto-trame manchino di fatto di approfondimento. Fra i temi principali abbiamo la solidarietà della comunità che si muove nell’aiutare Fielding e la sua famiglia a cercare il cane, ma questo senso di coralità non si percepisce mai davvero, quantomeno non fino in fondo. Manca insomma il classico montaggio della gente che appende i manifesti e diffonde la voce con una musichetta speranzosa in sottofondo. Anche l’evoluzione del rapporto padre-figlio è lasciata un po’ al caso, il padre passa dal disprezzare le scelte del figlio al capire il suo punto di vista in modo poco chiaro.

Come se ciò non bastasse, ci sono due sotto-trame che sono lì per avere del minutaggio extra, ma che servono a ben poco: una riguarda problemi fisici di Fielding e una ha al centro la storia di un cane che aveva da piccola la madre del protagonista (Kimberly Williams-Paisley). In entrambi i casi non viene aggiunto niente né alla storia né ai personaggi, inoltre la seconda storyline viene introdotta con l’ausilio di alcuni flashback montati in modo involontariamente comico.

Dog Gone: L'incredibile viaggio di Gonker

Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker. Blackjack, StoryInc

Un film per tutti – Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker recensione

Guardando questo film, ci si rende conto che non ha un target ben preciso e che vorrebbe invece accontentare un po’ tutti: famiglie che guardano film insieme, adulti o ragazzi che guardano film da soli, amanti dei cani di tutte le età. Ci si rende conto ciò notando la regia “invisibile”, tipica del mestierante che vuole fare un film un po’ per tutti, una fotografia né troppo colorata né troppo scura (anche se risulta un po’ scadente in certi punti, specie nelle scene ambientate nel verde), recitazione nella media e temi che colpiscono varie fette di pubblico, come amore per gli animali, crescita personale, rapporti conflittuali con i genitori.

Essendo un film adatto a un vasto pubblico, sicuramente ci sarà qualcuno che, nonostante tutto, avrà gradito o quantomeno apprezzato Dog Gone. Il problema di fare film troppo “universali” senza aggiungere nessun guizzo, nessuna caratteristica che non sappia di già visto, è che risultano prodotti eccessivamente generici, e per quanto potrebbe essere stato gradito da alcune fette di pubblico, difficilmente a qualcuno rimarrà impresso, difficilmente a qualcuno verrà voglia di riguardarlo. 

Dog Gone: L'incredibile viaggio di Gonker

Dog Gone: L’incredibile viaggio di Gonker. Blackjack, StoryInc

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Dog Gone: L'incredibile viaggio di Gonker

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • Il film può coinvolgere vari tipi di pubblico

Lati negativi

  • Temi e sottotrame sono gestiti superficialmente
  • Il volere accontentare tutti rende il film troppo generico

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