Everything Now: recensione del teen drama di Netflix

Everything Now vorrebbe parlare di disturbi alimentari e salute mentale, ma si perde in fretta tra intrighi adolescenziali e una famiglia disfunzionale che fanno perdere la bussola alle intenzioni iniziali

Everything Now è il nuovo teen drama targato Netflix con protagonista Sophie Wilde, già vista e apprezzata in Talk to Me.
Everything Now è una serie piacevole sotto alcuni versi, ma troppo derivativa, impacchettata come molte altre serie Netflix per un pubblico adolescente e, prima del debutto della piattaforma statunitense, di serie come Skins e molteplici altri prodotti – specialmente britannici – che trattano l’adolescenza come un periodo della vita difficile e per nulla spensierato. Everything Now si allinea a loro e aggiunge un ulteriore tassello: la protagonista Mia, difatti, soffre di anoressia. Quando la serie inizia, la 16enne Mia è appena uscita da un istituto psichiatrico dove era in cura e torna a casa dopo sette mesi.

Un lungo periodo che la catapulta in un nuovo mondo: i suoi amici sono cambiati, hanno vissuto le prime esperienze, parlano di cose a lei totalmente estranee e sembrano più dei giovani adulti che dei ragazzi di quasi diciassette anni. Mia così decide di compilare una lista dei desideri, azioni piccole – andare a cantare al karaoke, tornare a vedere un film al cinema – e prime volte significative – come innamorarsi ed avere la sua prima relazione romantica – per tentare di tenere il passo e sentirsi un’adolescente come le altre.

Indice

Le molteplici facce di Everything NowEverything Now, la recensione

Mia è la protagonista assoluta, tutta la narrazione gira attorno a lei, alla sua malattia e li eventi che accadono agli altri personaggi vengono filtrati attraverso il suo sguardo. Mia, però, ha una moralità in bilico, che si avvicina ad una moralità ambigua. Mia urla, è egoista, è impulsiva e litiga con chiunque, salta a conclusioni fin troppo affrettate e non ha filtri quando è arrabbiata. Mia si relaziona a tutto in maniera estrema: a partire dalla scuola, dal rapporto che ha con i suoi amici e al rapporto familiare con una famiglia che vuole sembrare perfetta ai suoi occhi, ma nasconde un lato profondamente disfunzionale rappresentato specialmente da sua madre che commenta senza farsi troppi problemi il suo corpo oppure prende alla leggera il malessere della figlia e i vari campanelli d’allarme.

Everything Now.

Everything Now. Left Bank Pictures.

Per evitare di dipingere Mia come uno stereotipo della ragazza con problemi lamentosa e lacrimosa, si cade però nel versante opposto. Durante la visione non è ben chiaro se la serie voglia far empatizzare con lei, creare un ritratto onesto della malattia (fallisce proprio perché è una serie fin troppo uguale alle altre e la malattia di Mia passa in fretta in secondo piano) oppure cercare di creare una protagonista diversa dalle solite, ma il suo spirito distruttivo e autodistruttivo non la fa allontanare troppo da molti altri personaggi adolescenti.

La voce di una generazione – Everything Now, la recensione

Una voce, quella interiore di Mia, che non è quella della sua coscienza, ma le sussurra altro. Le consiglia di mentire, di farsi del male, di non chiedere aiuto e anche quando le suggerisce il giusto, Mia prende tutt’altra direzione. Una voce che non si ferma soltanto a Mia, ma si fonde con lo sguardo della serie. Il viaggio di Mia comprende altri personaggi, tutti alle prese con problemi tipicamente adolescenziali. La voce di Mia si estende anche agli altri, Everything Now vorrebbe allinearsi con i teen drama che si fanno portavoce di una generazione.

Everything Now.

Everything Now. Left Bank Pictures.

Questa discrepanza – tra Mia che ha vissuto per mesi isolata in una clinica e i suoi amici che hanno continuato a vivere la loro quotidianità – diventa una voragine quando Mia cerca di riconnettersi con i suoi cari tramite le scelte sbagliate, credendo che la vita sia una gara a cui lei è rimasta indietro piuttosto che cercare di legare e mettersi nei panni anche di chi la circonda.

In conclusione – Everything Now, la recensione

Il problema più grande è che Everything Now non è un serie che si concentra sui disturbi alimentari e sulla salute mentale, ma è una serie teen come molte altre che parla di adolescenza, di sessualità, di famiglie disfunzionali, di amicizie che sopravvivono ai litigi.

Everything Now.

Everything Now. Left Bank Pictures.

Il disturbo alimentare di Mia non è mai protagonista, ma è fin dal principio solamente un escamotage narrativo utile ad incanalare e dar inizio a situazioni scomode e drammatiche da far vivere a Mia. Con una sceneggiatura studiata in modo tale da incontrare continui ostacoli fino a rendere la vita di Mia sempre più complessa e poi quella degli altri sofferente, Everything Now somiglia a tante altre serie simili e passa in fretta in secondo piano.

Caricamento...

Everything Now

Voto - 6

6

Lati positivi

  • L'interpretazione di Sophie Wilde
  • Le premesse

Lati negativi

  • Le tematiche principali – salute mentale e disturbi alimentari - vengono affrontate con superficialità

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *