Falling – Storia di un padre: recensione del film esordio alla regia di Viggo Mortensen

Dal 26 agosto al cinema Falling - Storia di un padre, film di esordio alla regia del premio Oscar Viggo Mortensen

John Peterson vive in California insieme al marito Eric e alla figlia adottiva Monica. Quando suo padre Willis, anziano e con un principio di demenza, non può più vivere da solo, decide di prendersene cura e accoglierlo in casa. Willis, abituato all’indipendenza nella sua fattoria e alle sue abitudini, fatica non poco ad adattarsi all’ambiente di Los Angeles e allo stile di vita del figlio. Non ha mai accettato l’omosessualità di John, ma ha un rapporto schietto e di sincero affetto con la nipotina. John, dal canto suo, lotta per sopportare le continue provocazioni e offese di Willis, cercando nel contempo di salvaguardare la sua famiglia e garantire quanta più serenità possibile all’anziano padre. Questa, a grandi linee, la trama di Falling – Storia di un padre, film esordio alla regia di Viggo Mortensen, di cui vi proponiamo la nostra recensione.

Il premio Oscar passa dall’altro lato della macchina da presa, firma la sceneggiatura del film e interpreta il ruolo di John. Accanto a lui, Lance Heriksen, Terry Chen, Sverrir Gudnason, Hannah Gross e Laura Linney. Lance Heriksen è Willis, mentre Laura Linney veste i panni di Sarah, la sorella minore di John. Nei frequenti flashback che mostrano il passato della famiglia Peterson, Willis ha il volto di Sverrir Gudnason (Borg McEnroe). Anche Falling, come molti altri film, ha subito ritardi e spostamenti prima vedere la luce delle sale; in Italia arriverà al cinema giovedì 26 agosto. Vediamo nella nostra recensione di Falling – Storia di un padre, se il debutto alla regia di uno degli attori più talentuosi sulla scena è un colpo a segno, analizzandone pregi e difetti.

Indice:

Storia di un padre, storia di un figlio – Falling, la recensione

Falling, come recita il titolo italiano, è la storia di un padre. La figura paterna fa da cardine per lo sviluppo degli altri rami della narrazione. Falling è dunque la storia di un padre, la storia di una famiglia e la storia di un figlio. Mortensen imposta il racconto su due piani temporali fra presente e passato. I flashback, coi ricordi di famiglia, gettano le basi per la comprensione del rapporto fra i due protagonisti nel presente. Una relazione conflittuale, fatta di rabbia e di silenzi, incomprensioni e rancori. Conosciamo Willis da giovane, con la prima moglie e madre di John e Sarah. Scopriamo quando il rapporto col figlio si è incrinato e perché, seguiamo la sua trasformazione negli anni. I ricordi sono sia quelli di Willis che quelli di John, che scorrono fluidi e, per lo più, ben concatenati fra loro.

Se da un lato la storia di Willis è completa e chi guarda ha tutti gli elementi necessari per leggere la figura paterna, altrettanto non si può dire per il percorso di John. Nei ricordi del passato, la figura del John bambino e ragazzo è tratteggiata in maniera un po’ troppo sbrigativa. Così, nel presente, si fa un po’ fatica a capire fino in fondo certe scelte e certi atteggiamenti di John, principalmente perché manca la giusta comprensione del suo percorso. Manca qualche passaggio, qualche tassello necessario per entrare fino in fondo nella psicologia di John. Gli altri personaggi, purtroppo, sono poco più che figure di contorno, che non spostano di una virgola gli equilibri fra i due protagonisti. A cominciare dal personaggio di Sarah, troppo sacrificato e piatto nonostante la buona prova di Laura Linney.

falling recensione

Falling – Storia di un padre. Perceval Pictures

Analisi

Come già accennato all’inizio della nostra recensione di Falling, quello di Viggo Mortensen è un doppio esordio: come regista e come sceneggiatore. La storia è frutto di ricordi ed esperienze personali dello stesso Mortensen, rielaborati e riadattati al racconto. Lo sguardo ispirato e coinvolto del regista si percepisce dall’inizio alla fine, così come l’intento di raccontare una storia emozionante e toccante. Il problema principale è che l’obiettivo non è sempre centrato e che, spesso, il film sembra girare a vuoto. Il primo atto è eccessivamente verboso e inutilmente prolisso in momenti che non sono centrali ai fini dello sviluppo della storia. In altre parole, Mortensen si dilunga su dialoghi fini a se stessi fra i personaggi e corre quando invece avrebbe dovuto dare maggior spazio a passaggi cruciali nella loro evoluzione.

Anche per quanto riguarda il tema della demenza di cui soffre Willis, non tutte le scelte convincono in pieno. Verso metà film ci sono alcuni tentativi, non troppo riusciti, di far provare a chi guarda quel che prova Willis: disorientamento e confusione. La confusione non manca, ma deriva più che altro da raccordi caotici. Viggo Mortensen e Lance Heriksen rendono invece al meglio la costante, crescente tensione che caratterizza la relazione tra John e Willis. Col solo talento riescono a sopperire ad alcune mancanze di scrittura e a colmare i vuoti di un’analisi sovente troppo sbrigativa e poco incisiva. Soprattutto verso il finale, quando la tensione letteralmente esplode, la chimica tra i due attori è palpabile; assistiamo così ad alcuni dei momenti più veri e toccanti del film.

falling recensione

Falling – Storia di un padre. Perceval Pictures

Conclusioni – Falling, la recensione

Il debutto alla regia di Viggo Mortensen, in qualche modo, convince solo in parte. Troppo spesso il ritmo rallenta, eccessivamente dilatato da sequenze riempitive, poco più che ripetizioni di momenti già visti che finiscono per stancare. Anche la scelta di restituire in maniera mimetica il caos nella memoria di Willis non solo non colpisce, ma allontana chi guarda. Dopo un avvio tradizionale nell’impostazione narrativa, con un punto di vista esterno, la guida dello spettatore diventano la mente e l’interiorità di Willis. Il passaggio, però, sembra forzato, manca equilibrio e l’effetto è lontano da quello sperato.

Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione di Falling – Storia di un padre, al netto dei difetti, ci sentiamo di consigliarvene comunque la visione. L’esordio alla regia di Mortensen è un film personale e sentito, elegante nella confezione e molto ben interpretato. L’andamento discontinuo e a tratti ripetitivo e un’indagine non sempre adeguata della psicologia, dei traumi e del vissuto dei personaggi, però, ne inficiano la riuscita completa. E così questa storia di un padre, di un figlio e di una famiglia, finisce per lasciare un’impressione solo passeggera.

Falling - Storia di un padre

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Un film personale e sentito, elegante nella confezione e molto ben interpretato, specie dagli attori protagonisti Viggo Mortensen e Lance Eriksen

Lati negativi

  • Soprattutto il personaggio di John soffre per alcune mancanze nell'approfondimento psicologico, che ne impediscono la comprensione totale
  • Il ritmo è a tratti discontinuo, con tempi troppo dilatati specialmente nel primo atto

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *