Flaminia: la recensione del film di e con Michela Giraud

Flaminia, esordio alla regia della stand up comedian Michela Giraud, è al cinema dall'11 aprile: la nostra recensione

Michela Giraud, stand up comedian e attrice, firma il suo esordio dietro la macchina da presa con Flaminia, al cinema dall’11 aprile con Vision Distribution. Prendendo ispirazione dalla propria storia personale, Giraud dà vita a un racconto in cui sono riconoscibili i luoghi tipici e le caratteristiche del suo stile comico, ma con Flaminia (qui il trailer) si riscopre anche una reale, ambiziosa, riuscita ed emozionante drammaticità.

Indice

Trama – Flaminia, la recensione

A Flaminia De Angelis manca davvero poco per diventare un membro insostituibile di quel mondo dell’apparenza che ha sempre sognato. Ne è figlia ed erede, ma non da generazioni e questo impone comunque un percorso, tra ostacoli e nuove regole, che ha accettato e che ormai sono la sua quotidianità. A due settimane dal matrimonio con Alberto, altra assicurazione di far parte di quell’Olimpo che a fatica hanno cercato di raggiungere, tanto lei quanto sua madre sono impegnate nei preparativi delle nozze, che anche per lei significano un biglietto di sola andata per la agognata Roma Nord, dove non basta vivere per farne parte.

Flaminia

Eagle Original Content e Pepito Produzioni in collaborazione con Vision Distribution e Prime Video

Fin quando all’improvviso arriva Ludovica, figlia del primo matrimonio del padre di Flaminia, cacciata dalla comunità dove viveva, che si presenta a casa della sorella che si ritroverà spesso da sola a prendersi cura di lei. Come un terremoto Ludovica spezza gli equilibri di Flaminia e ciò che vuole la sorella è solo riportarla nella comunità da dove è stata mandata via e dimenticare quel momento, precedente alle nozze, che diventa sempre più difficile e complesso.

Dentro e fuori una brutale Roma Nord – Flaminia, la recensione

Al centro, ancora una volta, anche se in questo caso in un film, ci sono Roma Nord e i suoi rampolli, eredi di un’élite privilegiata, legati alle regole dell’apparenza, che tra ristoranti di classe e raffinati cocktail bar, non possono toccare carboidrati, zuccheri e grassi e, chiunque lo fa, non è degno di quella cerchia ristretta di persone contraddistinte da eleganza, ostentazione e ricchezza. Amiche che si rivelano perfide e insensibili, che predicano l’armonia e la pace interiore, ma che di fronte alle problematiche della vita, rimangono inerti e incapaci di gestire situazioni realmente difficili, che nel loro immaginario neanche sono concepibili. Tra una madre che vive il matrimonio della figlia come il vero ingresso nell’alta società, obiettivo di una vita, e un fidanzato che ha scelto Flaminia dopo aver conosciuto e tradito, come la stessa Flaminia gli dice: “tutta Roma Nord”. Ogni figura che incontra e conosce rappresenta quel mondo, un microcosmo che si muove tra i viali verdi dei Parioli, le strade e vicoli nascosti della Balduina e i locali chic e modaioli di Ponte Milvio. È così il padre di Flaminia, che accetta e vive quella vita senza critiche o pretese, che porta per mano Ludovica, affetta da autismo e impossibile da gestire. Soprattutto nel mondo dell’apparenza.

Flaminia

Eagle Original Content e Pepito Produzioni in collaborazione con Vision Distribution e Prime Video

Il personaggio di Ludovica – davvero degna di nota l’interpretazione di Rita Abela – è una presenza vulcanica, che scuote la vita della sorella dall’interno, smuovendo la sua vita sociale, amorosa e familiare. Un frastuono, un disordine, una confusione che porta la figura di Flaminia a porsi delle domande. A chiedersi se, forse, c’è un modo per comunicare con chi, per anni, ha preferito allontanare. È la parte più amara e drammatica a funzionare maggiormente in Flaminia, a commuovere e far irrompere uno spirito di autenticità e veridicità, considerando anche che Giraud si ispira alla propria storia e al rapporto con la sorella Cristina, affetta da autismo. La vera particolarità di Flaminia risiede proprio nel riuscire ad equilibrare questi due generi, non arrivando però alla sempre più popolare commedia drammatica, perché quando il racconto e le battute suscitano ilarità, un granello di amarezza si può percepire. Ma è nel dramma, in quei momenti impetuosi e a volte ingestibili che stravolgono la vita della protagonista, che Flaminia trova il vero fulcro del film.

La regia degli attori che non delude mai – Flaminia, la recensione

Coinvolgendo, rendendo il pubblico partecipe tanto dei turbamenti di Flaminia quanto di ciò che prova Ludovica, anche l’arco di trasformazione del personaggio ha il suo grado di estrema verosimiglianza, che appassiona e che regala delle inaspettate sorprese verso la parte finale. Inaspettate e che osano al punto giusto, come ad esempio con il personaggio di Alberto – ottima anche la performance di Edoardo Purgatori – un uomo stretto in un ruolo e in doveri ai quali bisogna sottostare, una figura che si svela complice di Flaminia, sensibile, stratificato, figlio di un’apparenza che inganna.

Flaminia

Eagle Original Content e Pepito Produzioni in collaborazione con Vision Distribution e Prime Video

Il film, che di per sé funziona e che ancora una volta dimostra come in Italia gli attori si rivelino sempre più spesso degli ottimi registi, sarebbe potuto essere ancora più coraggioso, singolare e innovativo; distaccandosi dall’ambito più comico. Questo potrebbe però anche essere legato a leggi di mercato. Alla necessità di un film in sala che attiri il pubblico che ama Michela Giraud come stand-up comedian. E che con Flaminia scoprirà anche una grande attrice drammatica e una regista attenta ai dettagli, capace di far ridere, ma soprattutto di emozionare.

Flaminia

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Parte drammatica efficace e commovente
  • Ottime interpretazioni

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