Gen V: recensione dei primi episodi della serie di Prime Video

Queste prime puntate di Gen V seguono le orme di The Boys, ma cercano allo stesso tempo di creare un'identità propria. Una premessa che, per il momento, viene meno.

Dopo il successo di The Boys, Eric Kripke – assieme a Craig Rosenberg ed Evan Goldberg – torna ad adattare il lavoro di Garth Ennis e Darick Robertson con Gen V. Serie spin-off del già citato The Boys, Gen V ha tutte le caratteristiche di un teen drama, a partire proprio dall’ambientazione. Non seguiamo più supereroi all’apice del proprio successo o al punto più basso della loro carriera, ma risponde alla domanda: come si diventa eroi in un mondo in cui i poteri sono all’ordine del giorno e i supereroi sono inglobati in un sistema capitalista? La risposta è semplice, andando all’università.

Indice

Prime impressioni – Gen V, la recensione

Gen V è una serie che preme sull’acceleratore. Con un pilot veloce e un ancora più scandite puntate successive, dopo la visione degli ulteriori episodi lascia lo spettatore con una sempre più crescente aspettativa e la classica domanda: “cosa accadrà dopo?”. Un quesito che ben si sposa con l’uscita settimanale sposata da Amazon Prime Video. 

Gen V.

Gen V. Point Grey Pictures, Kripke Enterprises, Original Film, Fazekas & Butters, Amazon Studios, Sony Pictures Television Studios.

Gen V, come dicevamo, ripercorre i passi su come si passa dall’essere una persona comune con poteri ad un supereroe. La Vought International non sottovaluta l’istruzione delle giovani menti, sa quanto sia importante plasmare la prossima generazione di eroi quindi l’idea di un’università che si presenta come inclusiva, all’avanguardia e che si concentra sull’addestrare gli aspiranti eroi è il sogno di molti. Tra i molti aspiranti studenti, Marie Moreau (Jaz Sinclair) è tra le persone più competitive e tenaci. Il suo piano è quello di essere ammessa alla Godolkin University School of Crimefighting, diventare una delle studentesse migliori ed entrare alla Vought International. Ma le sue aspettative muoiono in fretta.

Il dialogo con The BoysGen V, la recensione

Impossibile non paragonarlo al fratello maggiore The Boys, ma è la serie stessa che invita al confronto. Sono continui i riferimenti alla serie grazie ai camei dei protagonisti, al world building creato, alle regole e leggi che convivono nel medesimo universo narrativo, ma soprattutto condividono le stesse intenzioni. The Boys progettava di mettere in luce le disuguaglianze sociali attraverso uno stile cinico ed esagerato. Intenzioni che son durate ben poco, l’ultima stagione difatti conserva solamente un alone delle tematiche iniziali e per focalizzarsi più sulla violenza, sullo splatter e sulle scene di sesso grottesche, tutti elementi che hanno preso il sopravvento. Gen V, al contrario, sembra il degno erede non tanto di The Boys, quanto di quello che doveva essere.

I personaggi tipici di un teen drama – Gen V, la recensione

A partire proprio dal gruppo di protagonisti. Marie richiama la tradizione horror della pubertà vista come qualcosa di terribile e pericoloso come accade, ad esempio, in Carrie lo sguardo di Satana o l’Esorcista, il mostruoso femminile in un’aspirante eroina che comanda il sangue. I suoi colleghi del college richiamano apertamente i character design tipici di un teen drama, almeno ad una prima occhiata.

Gen V.

Gen V. Point Grey Pictures, Kripke Enterprises, Original Film, Fazekas & Butters, Amazon Studios, Sony Pictures Television Studios.

Luke (Patrick Schwarzenegger), il classico primo della classe, con un potere che tutti gli invidiano e il cocco del preside si rivela essere un ragazzo gentile e divertente con un passato traumatico alle spalle. La sua fidanzata Cate (Maddie Phillips) ha le sembianze della popolare della scuola, la mean girls che bullizza chiunque reputi inferiore a lei e che socializza solamente per restare sul suo trono. In realtà Cate è realmente e profondamente innamorata di Luke, è una ragazza gentile e dolce che non si risparmia per il bene degli altri.

Tematiche – Gen V, la recensione

Gen V si concentra su altro rispetto a The Boys, per il momento ha una struttura narrativa e una sceneggiatura più solide che si basano sulle tematiche che la serie vuole portare avanti e sulla storia che segue un percorso naturale. Il mistero che il college e la compagnia Vought vogliono tenere a tutti i costi nascosto viene spiegato allo spettatore fin dalle prime battute, facendo perdere un po’ di quel mistero – se non si risolve in qualche cliffhanger che capovolge la situazione – di cui la serie aveva bisogno.

Gen V.

Gen V. Point Grey Pictures, Kripke Enterprises, Original Film, Fazekas & Butters, Amazon Studios, Sony Pictures Television Studios.

In realtà fin dai primi episodi sembra essere tutto messo nero su bianco, senza molte novità. In tutto e per tutto Gen V è un teen drama con tematiche quali la sessualità, ma soprattutto la salute mentale a farla da padrona. Nulla di nuovo, è da anni che è riservato alle serie per adolescenti determinate tematiche, ma il tutto viene trattato in modo crudo per non perdere il target di riferimento che è il medesimo di The Boys.

In conclusione – Gen V, la recensione

Da questi primi episodi, quindi, Gen V si dimostra essere una serie senza troppi spicchi creativi e fin troppo citazionistica e derivativa non tanto dalla serie madre, quanto dai molteplici titoli di teen drama che sommergono le piattaforme streaming. Per il momento, Gen V si muove su una sufficienza abbondante grazie alla sua capacità di essere quel per cui The Boys è nata, ma senza essere mai realmente originale. Questo giudizio, ricordiamo, è legato alla visione dei primi episodi la speranza, quindi, è che le restanti puntate riescono ad essere più intriganti.

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Gen V

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Per il momento, Gen V rispetta le promesse più di quanto stia facendo The Boys
  • La caratterizzazione dei personaggi
  • Lati negativi

    • Queste prime puntate mancano di originalità e sono fin troppo citazionistiche, non nei confronti di The Boys quanto nel genere di riferimento

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