Hazbin Hotel: la recensione dei primi episodi della nuova serie animata

La prima serie d'animazione targata A24 è una discesa agli inferi caotica e sboccata. Su Prime Video i primi quattro episodi

Dal 19 gennaio sono disponibili su Prime Video i primi 4 (di otto) episodi della nuova serie d’animazione creata, scritta e diretta da Vivienne “VivziePop” Medrano, Hazbin Hotel. Una commedia musicale per adulti ambientata in un Inferno sconquassato da lotte per il potere e dallo spadroneggiare degli angeli. Un mondo al collasso dove la figlia di Lucifero, Charlie, ha la bizzarra idea di creare un hotel di riabilitazione per anime dannate allo scopo di combattere la sovrappopolazione infernale.

Tratta da una webserie indipendente creata nel 2019 dalla stessa Medrano e prodotta dalla A24 in collaborazione con Amazon Studios, Hazbin Hotel è un progetto affascinante, soprattutto nella sua resa grafica e nell’idea esilarante che ne sta alla base. Ma, almeno a giudicare da questi primi episodi, sembra che lo svolgimento sia troppo caotico e sconclusionato per poter promuovere la serie senza qualche riserva. Quello che è certo è che, in questo strano ibrido, tra canzoni folli e situazioni sopra le righe, le sorprese non mancheranno.

Indice:

Trama – Hazbin Hotel recensione

Sono tempi duri giù all’Inferno. La sovrappopolazione ha raggiunto livelli allarmanti e il ciclico sterminio da parte delle legioni celesti è alle porte. Tutto sembra perduto ma qualcuno si ostina a non abbandonare la speranza. Charlie Morningstar (Erika Henningsen nel doppiaggio originale), principessa dell’Inferno e figlia, nientemeno, che di Lucifero e Lilith, ha infatti in mente un’idea per risolvere in modo pacifico i problemi strutturali del mondo degli inferi.

È così che nasce l’Hazbin Hotel, una sorta di struttura di riabilitazione dove persino i demoni e i peccatori più incalliti dell’Inferno possono redimersi e uscire da quel luogo di perdizione. Perché tutti, dice Charlie, hanno diritto a una seconda occasione. Aiutata dall’inseparabile Vaggie (Stephanie Beatriz), dalla pornostar Angel Dust (Blake Roman), dal barista felino Husk (Keith David) e dal demone della radio Alastor (Amir Talai), la principessa degli inferi cercherà così di realizzare la sua improbabile utopia mentre, tutto attorno a lei, l’Inferno si prepara all’ennesima, sanguinosa “purga”.

Hazbin Hotel recensione

Hazbin Hotel. A24

Sympathy For The Devil

Sembrerebbe quasi uscita dalla penna di autori come Alan Moore, Neil Gaiman o Garth Ennis l’idea alla base di Hazbin Hotel. Un’intuizione affascinante – quella di un Inferno sovrappopolato destinato a essere falciato ciclicamente dagli angeli in una sorta di ultraterrena “notte del giudizio” – che non sarebbe sfigurata tra le pagine di fumetti come “Hellblazer”, “Spawn” o “Preacher”. Eppure la direzione che la creatrice Vivienne Medrano decide di dare alla sua serie sembra andare da tutt’altra parte.

Adottando i toni della commedia musicale per adulti, Hazbin Hotel fa propri infatti i modi sboccati e irriverenti di quel mondo declinandoli, però, in una sorta di distorto e lisergico pseudo film per famiglie. Charlie, del resto, è in tutto e per tutto una classica principessa Disney. Una creatura sognatrice e compassionevole totalmente fuori luogo in quel contesto. Ma le influenze con quel mondo non finiscono qui. A partire dalle canzoni (un paio a episodio) è infatti proprio sulla falsariga dei classici che si pone la serie. Una versione dissacrante e satirica di quel mondo fatto di principesse e buoni sentimenti.

Hazbin Hotel recensione

Hazbin Hotel. A24

Scorrettezza di facciata?

È con questa facciata irriverente che si presenta allora Hazbin Hotel. Con quello stile infantile “alla Cartoon Network” (leggermente diverso, e forse più convenzionale, rispetto a quello della webserie) pronto a cozzare sin da subito con il suo black humour imperante e la scurrilità dei suoi contenuti. Ma il sentore è appunto si tratti solo di una facciata, di un mondo divertente, bizzarro e scorretto un po’ fine a se stesso, dove ogni linea narrativa, ogni gag e ogni siparietto musicale paiono girare in tondo, senza una vera meta.

Persa tra i suoi tanti personaggi (il character design, curato dalla stessa Medrano, è uno dei punti di forza della serie) e le sue situazioni sopra le righe sembra infatti che la serie non sappia (ancora) quale direzione prendere e quale sia il vero fulcro della sua narrazione. Indecisa se inquadrare il sogno/ossessione di Charlie come la linea narrativa principale o liquidarlo come l’ennesimo siparietto tra quelli che si contendono la scena mentre, sullo sfondo, la guerra senza quartiere tra Inferno e Paradiso impazza.

Hazbin Hotel recensione

Hazbin Hotel. A24

Visioni infernali

Ma se la storia lascia – almeno per ora – confusi e con qualche dubbio (la distinzione tra demoni e anime dannate, ad esempio, non è affatto chiara e i due termini sembrano spesso intercambiabili), il miglior pregio e punto di forza di Hazbin Hotel sembra invece essere la sua resa visiva. Da uno stile fortemente marcato capace di rendere sin da subito iconici e ben caratterizzati i personaggi a una messa in scena inventiva e immaginifica (soprattutto nelle parti musicali) la serie può fare sicuramente la gioia degli amanti dell’animazione.

Senz’altro una sfida per la lanciatissima A24 (all’attivo titoli pluripremiati come Everything Everywhere All at Once, The Whale e Lo scontro) che qui si cimenta, per la prima volta, con una serie animata, cercando di trasmettere il suo tocco “indipendente” e fuori dagli schemi a una materia inedita. Se sarà l’ennesima sfida vinta o un buco nell’acqua è ancora presto per dirlo.

Hazbin Hotel

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • L'idea alla base della serie è accattivante e originale
  • Lo stile grafico ben si presta alla caratterizzazione dei personaggi e alle sequenze più immaginifiche

Lati negativi

  • A giudicare da questa prima parte di stagione la narrazione sembra ancora confusionaria ed è difficile capire quale direzione la serie voglia prendere
  • Spesso le gag e le situazioni sembrano fini a se stesse dando l'impressione di uno svolgimento caotico e solo in parte voluto

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