Il nemico, recensione del film con Paul Mescal e Saoirse Ronan

La nostra recensione de Il nemico, film diretto da Garth Davis con Saoirse Ronan e Paul Mescal ora in streaming su Prime Video

Adattamento del romanzo, dal titolo omonimo di Iain Reid, Il nemico, traduzione dell’originale Foe, è un racconto distopico e intenso, che vede una giovane coppia alle prese con un mondo ai limiti della sopravvivenza, un amore consumato dal tempo e una reciproca solitudine. Il nemico (qui il trailer) è diretto da Garth Davis e vede nel cast 2 grandi star del cinema internazionale: Saoirse Ronan e Paul Mescal, affiancate da Aaron Pierre.

Indice

Trama – Il nemico, la recensione

Il nemico

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Nel 2065 il cambiamento climatico ha portato il pianeta sull’orlo del collasso, con risorse e beni di prima necessità quasi del tutto esauriti. Gran parte dell’umanità ha trovato il modo di vivere nello spazio, dove a quanto pare è stato creato un vero e proprio mondo perfetto. Junior ed Henrietta trascorrono le loro giornate tra noia e monotonia, uniti nella condivisione di un destino comune. Una sera un uomo misterioso, proveniente dalle nuove colonie dello spazio, Terrence, informa Junior di essere stato selezionato per un programma nello spazio e che 2 anni dopo dovrà partire. La coppia reagisce male alla notizia, ma sembra ritrovare una serena complicità, come nuovamente legata dalla consapevolezza che staranno lontani per un lungo tempo indefinito. Un anno dopo Terrence torna a far loro visita per informarli che la partenza di Junior è imminente, che non può rifiutarsi e che, nel tempo durante il quale starà via, un clone biologico verrà inviato a casa sua, avrà i suoi ricordi, il suo aspetto, il suo carattere e il suo comportamento. Junior ed Henrietta non sono convinti di questa scelta, ma non hanno alternative e aspettano con trepidazione e angoscia il momento di separarsi. Terrence passa del tempo con loro, li studia, conosce e osserva, tra colloqui segreti e rivelazioni nascoste.

Desolazione e disperazione – Il nemico, recensione

Nella solitudine dove ormai il futuro è tecnologia e intelligenza artificiale e il presente è un mondo straordinario ma devastato dalla crisi climatica, non sono tempeste di sabbia, risorse che scarseggiano e terreni morti e arsi dal caldo a causare una sofferenza che non ha fine né alternative. Il nemico inganna continuamente lo spettatore, sempre più catturato da una tecnica alla quale non manca nulla, a una magica e sensuale alchimia che Paul Mescal e Saoirse Ronan riescono a trasmettere. Con la stessa intensità con la quale è percepibile e sentito il risentimento, l’intolleranza, la rabbia e l’esasperazione. Junior ed Henrietta ritrovano una complicità che però non dà alcuna vera salvezza, perché la verità va oltre tutto ciò che è stato detto, svelato e compreso. Il nemico è un film inquietante e poetico, ipnotico e suggestivo, tormentato e ispirato, e che nel suo essere confuso sembra suggerire che tutto prima o poi troverà un suo senso, ed è esattamente ciò che succede. Il nemico è ambientato nel futuro, ma non parla di futuro; racconta il presente, l’oggi, nella certezza che ciò di più primordiale e antico può ancora regolare il mondo.

Il nemico

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Garth Davis realizza un film quasi interamente girato in un unico luogo, in una casa d’altri tempi che diventerà la vita del domani alla quale si sarà costretti. Un’abitazione che sembra moltiplicarsi di stanze segrete, angoli inesplorati e pareti che hanno occhi e orecchie. Il nemico procede lento e a tratti immobile nelle rivelazioni di due persone che credono di darsi ormai per scontate, quando scontata e unica è quella desolazione che li circonda, quell’assenza di contatto dal quale neanche l’amore può salvare. Ecco che la visione di qualcosa di nuovo, come può essere un insetto o un animale, diventa la meraviglia che non si può spiegare, lo stupore di chi in quell’essere vivente vede un ricordo lontano o un qualcosa che non ha mai visto e che conosceva solo per sentito dire. Un esperimento, la necessità di comprendere quanto l’essere umano è capace di combattere per poter distruggere quelle macchine che minacciano, un giorno, di sostituirsi alle persone. Ma ciò che macchina, tecnologia ed elettronica non potranno mai avere, non sono solo le emozioni positive, ma anche quelle negative e quindi quello spasmodico angustiato bisogno di prevaricare, vincere, sopravvivere.

Se il futuro fosse un pericolo per il presente – Il nemico, la recensione

Ecco che Il nemico usa l’unica vera arma che sempre renderà diversi e inconciliabili macchine e uomini: la coscienza, l’intelletto, i sentimenti. Il film parla così anche di crisi di coppia o forse, realmente solo di quello, nell’attualità dell’intelligenza artificiale che potrebbe arrivare a intaccare anche i rapporti interpersonali. Nel processo di consapevolezza e totale intesa della realtà, il film si trasforma, riprendendo gli elementi del thriller, del mistery, e di quel distopico che ha creato un nuovo avvenire, un’altra terrificante possibilità di ciò che potrebbe succedere, e, non a caso, di un qualcosa che è sempre l’uomo a creare. Padrone del mondo e di se stesso deve e vuole intervenire anche su un universo che si è ribellato, su una Terra che si è rivelata inabitabile. Per quanto le eccezioni possano esistere, la conformazione va sempre rincorsa e ricercata. Emozione e coscienza diventano così elemento salvifico e distruttivo, fortuna e rovina del mondo, ciò che rende realmente vulnerabili, anche in un universo che sta morendo, in un rapporto che ha deciso di vivere nella costante e sicura routine, in un futuro che si prospetta feroce e violento. E sorge spontanea la domanda: chi è il vero nemico?

Il nemico

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Il nemico è intriso di dramma, che esplode nella seconda metà del film, nell’impossibilità di cambiare ciò che era stato già precedentemente deciso. Una visione pessimistica, un film che parla di tradimento, imprevedibilità, amore, desiderio, ostilità, vergogna, disperazione. Un film distopico capace di essere originale, realistico, credibile e sorprendente fino all’ultimo. Un doppio ribaltamento arriva poi finalmente quando il racconto iniziava a far dubitare della propria riuscita e della capacità di appassionare unicamente nella sua incomprensione, intrigante in una sceneggiatura impeccabilmente ambigua, recitata da 2 attori sempre più straordinari. Ma non si tratta di questo, perché Garth Davis, prendendosi tutto il tempo necessario, fa luce sul brutale inganno messo in atto. Con qualche momento eccessivamente scritto e spiegato e che potrebbe apparire poco chiaro, II nemico dà risposte, in particolare, nelle ultimissime inquadrature. È per questo che è un film da vedere fino in fondo: la soluzione arriverà e la conclusione renderà limpido e amaro cosa sia realmente accaduto.

Il nemico

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Eccezionali interpretazioni
  • Una storia complessa, carica di mistero, dramma e sensualità

Lati negativi

  • In alcuni punti troppo spiegato

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