Instant Family: recensione della commedia con Mark Wahlberg

In anteprima per i lettori di FillmPost la nostra opinione sull'ultimo film di Sean Anders

Instant Family recensione. Il film diretto da Sean Anders uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 21 marzo 2019. I protagonisti della storia sono interpretati da Mark Wahlberg e Rose Byrne, per l’attore e il regista è la terza collaborazione dopo i due capitoli di Daddy’s Home. Per quanto incredibile possa sembrare la pellicola è ispirata alla vita dello stesso regista. Anders e sua moglie nel 2013 hanno infatti deciso di adottare tre fratelli: Johnny, Cha-Cha, e Josh. Sean Anders stesso ammette tutte le difficoltà affrontate all’inizio di questa particolare avventura. Al contempo però si mostra entusiasta del legame che è riuscito ad instaurare con tutti e tre i ragazzi

Passare da zero a tre figli in così poco tempo non è facile, all’inizio pensi di essere più preparato di quello che in realtà sei. Ci sono molte strane situazioni a cui non avresti mai potuto pensare. Dal dover fare il bagno a persone che hai appena conosciuto al dovergli tagliare le unghie. Per i primi mesi la mia vita è stata capovolta, ma una mattina mi sono svegliato ed in casa era tutto tranquillo. Mi sono reso conto di aver superato il momento più difficile e ho davvero amato quei bambini.

Instant Family può presentarsi agli occhi dello spettatore come la classica commedia all’americana ma così non è. Il fatto che Anders abbia deciso di trasporre sul grande schermo un’esperienza personale così forte trasforma la sua opera in qualcosa di più. Il film è consigliato a tutti coloro che vogliono passare due ore in leggerezza, senza però trascurare il lato emotivo della vicenda. Un’opera sulla famiglia e per la famiglia, da vedere tutti insieme per scoprire e riscoprire alcuni dei valori più importanti.

Indice

Instant family recensione del film con Rose Byrne

La vita di Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne) sembra procedere a gonfie vele. Il loro rapporto sembra più saldo che mai mentre la loro attività di ristrutturazioni offre quella tranquillità economica che ogni buon americano sembra sognare sin da piccolo. Col tempo la loro routine sembra però diventare sempre più monotona, facendo incrinare quelle certezze che fino a qualche tempo prima sembravano incrollabili. La loro grande casa sembra sempre più vuota, nemmeno un grande e amorevole cane sembra poterla più riempire. Nasce così in loro la pazza idea di ottenere l’affidamento di un bambino meno fortunato e costretto dalle vicissitudini della vita all’adozione.

instant family recensioneBen presto i due però si troveranno a fronteggiare la dura realtà, quella che sembrava un’intuizione geniale si trasforma presto in una sfida ricca di imprevisti. Il sistema americano delle adozioni è saturo e spesso per evitare di separare dei nuclei familiari propone in modo più o meno esplicito degli “affidamenti multipli”. Se da un lato il vantaggio per i piccoli è evidente, poter crescere con i propri fratelli e sorelle è sicuramente importante dal punto di vista emotivo, dall’altro i neo genitori devono di colpo affrontare sfide fino ad allora inimmaginabili. L’inesperta coppia si ritroverà quindi a dover avere a che fare non più con un singolo affidamento, ma con quello di tre fratelli. Il problema più grande sarà riuscire a superare le difese della più grande tra i tre, Lizzy (Isabela Moner), ancora fortemente legata alla sua madre naturale.

Instant Family recensione

Il delicato e controverso tema al centro del film ha richiesto al regista e co-sceneggiatore un approccio diverso rispetto ai suoi precedenti lavori. L’adozione viene trattata con la giusta dose di comicità e ironia ma viene sviscerato a fondo anche il lato più sentimentale della questione. La prima parte del film sorprende in positivo per il ritmo serrato che i due protagonisti riescono a generare grazie alle loro battute, quasi mai banali. Ciò che balza all’occhio è il grande affiatamento che sono riusciti a raggiungere Mark Wahlberg e la Byrne, rappresentando a turno l’uno la spalla dell’altro. Nel corso del film sono anche presenti alcune scene puramente slapstick, come pallonate in faccia e disastri a catena. Nonostante non risultino essere propriamente in tema con l’atmosfera della storia non disturbano lo spettatore.

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Nella seconda parte del film il registro cambia, diventando più cupo e seguendo fedelmente l’evoluzione della storia. L’accento viene posto soprattutto sul processo di creazione della nuova famiglia a partire da zero. Per forza di cose le battute e le gag lasciano posto ad una riflessione più profonda. Gli attori non sembrano però risentire della rapidità con cui si passa da scene di puro intrattenimento a momenti di dolore più o meno straziante. Il cast rappresenta infatti sicuramente uno dei punti forti del film, menzione speciale va ai giovani attori che interpretano i figli. Su tutti lascia positivamente sorpresi l’interpretazione di Isabela Moner (Lizzy), autrice anche di una delle canzoni della colonna sonora.

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Approfondire il complesso universo degli affidamenti e delle adozioni attraverso una sola storia, sebbene narrata nel corso di due ore, non sarebbe stato sufficiente Il regista ha deciso così di inserire una gran quantità di personaggi secondari, ognuno con un carattere originale e diverso. Anders ha saputo ritagliare ad ogni interprete il suo giusto spazio, riuscendo con abilità a sviscerare con toni sempre più o meno leggeri una tematica tanto sentita. Ad ognuno degli attori viene lasciato il compito di rendere partecipe lo spettatore di uno dei diversi aspetti della vicenda. Impossibile non citare Sharon (Tig Notaro) e Karen (Octavia Spencer) le due responsabili del centro affidamenti, tanto coinvolte nelle vicende quanto consce dei problemi ad esse legate. Una buona sceneggiatura riesce a presentare senza fronzoli i pro e i contro di un gesto che può cambiare delle vite, anche nei modi più inaspettati.Instant family recensione

Instant Family ha il pregio di rinunciare a trattare con i guanti un argomento tanto spinoso quanto socialmente importante. Anders getta il fioretto per usare la spada, battute sagaci e taglienti metteranno a nudo tutti i difetti della classe media americana. Più volte durante la storia non si perde occasione per cercare di capire se il gesto dei protagonisti è puramente egoista o meno. Pete ed Ellie decidono di adottare dei bambini solo per sentirsi in pace con se stessi e finalmente realizzati o perché mossi da un vero istinto genitoriale irrefrenabile? Per avere la risposta non vi resta che andare al cinema e approfittare di una delle migliori commedie di genere che il cinema americano ha saputo offrirci negli ultimi anni. Nessuna volgarità, tanti sentimenti a buon prezzo e molte scene che scalderanno i cuori più duri.

 

 

Instant Family

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Interpretazione del cast
  • Buon ritmo comico (soprattutto nella prima parte)
  • Messaggio finale

Lati negativi

  • Cambio repentino di genere che può lasciare interdetti

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