La migliore offerta: recensione del film di Giuseppe Tornatore

Ecco la nostra opinione del film con protagonista Geoffrey Rush

La migliore offerta recensione. Uscito nelle sale italiane nel 2013 ed ora disponibile nel catalogo della piattaforma Netflix, La migliore offerta è una pellicola diretta dal siciliano regista Giuseppe Tornatore. Dopo i successi di Nuovo cinema Paradiso, che gli è valso l’Oscar come Miglior Film Straniero, l’acclamato La leggenda del pianista sull’oceano e Baarìa, Tornatore si impegna in una pellicola incentrata sull’arte e sull’eterna dicotomia tra autentico e falso.

La pellicola, con protagonista un sempre sorprendente Geoffrey Rush, offre allo spettatore una visione differente dell’amore. Si può fingere di amare? Come si può capire quando è autentico? Queste sono alcune delle domande che La migliore offerta suscita nella mente del pubblico. Giuseppe Tornatore mette in dubbio l’autenticità dei sentimenti umani ponendoli sullo stesso piano di un’opera d’arte. Non tutti i quadri sono originali, anzi molti rappresentano dei falsi il cui intento era quello di simulare l’opera originale, ma «in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico».

La migliore offerta è un’opera che non cerca né di imitare né di simulare qualcosa di già visto prima. Però è una pellicola che va vista con sguardo differente da quello che utilizziamo quotidianamente. Non ci dobbiamo fermare all’apparenza, ma dobbiamo andare oltre per carpire e distinguere il vero dal falso.

*La recensione contiene spoiler.*

La migliore offerta recensione: trama

Virgil Oldman è un apprezzato battitore d’asta la cui peculiarità è quella di saper riconoscere un falso da un autentico. Grazie alla sua dote è in grado di comprare, grazie all’aiuto del suo amico Billy, tele di immenso valore a basso costo. In particolar modo Virgil è ossessionato dai quadri rappresentanti figure femminili. La sua camera segreta infatti altro non è che un piccolo museo personale contenenti dipinti femminili risalenti a qualsiasi epoca. Virgil è un uomo schivo e chiuso, con difficoltà a gestire i propri sentimenti e le persone con cui è a contatto. Tale “riservatezza” sfocia così nell’incapacità di toccare le persone, motivo per cui indossa sempre dei guanti.

Un giorno riceve una chiamata da una donna di nome Claire che richiede le sue prestazioni professionali per effettuare una valutazione su un’antica villa di proprietà dei genitori. Virgil, titubante, accetta il lavoro, ma presto la loro collaborazione si fa difficile a causa della frequente assenza della ragazza agli appuntamenti e le conseguenti scuse inventate per non esserci stata. Le loro comunicazioni avvengono solo tramite telefono, ulteriore motivo che induce Virgil a rinunciare al lavoro.

Solo successivamente Oldman scopre che Claire in realtà soffre di agorafobia, malattia che la costringe a stare in una stanza “nascosta” nella villa. Incuriosito da questa malattia e ossessionato dallo scoprire come sia in realtà la ragazza, Virgil intratterrà con lei un rapporto di amicizia che si farà pian piano sempre più intimo.

La migliore offerta: la simulazione dei sentimenti

La storia si snoda sapientemente ed abilmente su due piani narrativi che nel film vengono intrecciati nei momenti più opportuni. Come detto precedentemente la pellicola si concentra su un concetto caro all’arte da sempre, ovvero la questione del falso – autentico. La differenza che sussiste tra questi due “stati” è impercepibile ad un occhio non allenato a cogliere le invisibili differenze che caratterizzano un falso da un quadro autentico. Virgil, esperto d’arte, si è esercitato tutta la vita a distinguere un quadro prodotto da un falsario da quello creato dall’artista. E sa bene che, per quanto si voglia imitare il quadro originale, chi esegue il falso è sempre tentato di mettere inevitabilmente il suo tocco.

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Nonostante sia un esperto in questo campo, nell’ambito umano invece Virgil è un principiante. Abituato ad ammirare e toccare i dipinti da lui visionati e collezionati, si è isolato in un mondo fatto di pennellate e cornici inanimati che non lo giudicano e che, come vorrebbe essere anche lui, sono senza tempo. Nell’arte Virgil trova il controllo e la pace di un mondo complicato da troppi sentimenti. I quadri hanno un determinato valore e vanno a chi offre il miglior prezzo. Non c’è nulla di difficile e complesso. I rapporti umani d’altro canto richiedono tempo e impegno.

L’amore che Virgil prova per Claire è autentico, tiene a lei e se ne prende cura. Questo sentimento sembra contraccambiato, anche se con alti e bassi. Eppure la fine della pellicola smentisce tutto ciò che abbiamo visto. Quella che ci è sembrata una tormentata e dolce storia d’amore non è altro che una simulazione. Claire ha giocato con i sentimenti, imitando ciò che una donna prova quando ama realmente. Ma si può fingere fino a tal punto?

La migliore offerta recensione: niente è come sembra

Giuseppe Tornatore con La migliore offerta non ci offre solo uno spunto per riflettere sulla presunta autenticità dei sentimenti che prova chi è intorno a noi, ma è anche una “critica” al nostro modo di guardare gli eventi e le persone in special modo. Quando un esperto d’arte deve riconoscere l’autenticità dell’opera, non si limita a osservare ciò vede. Ad un primo impatto il quadro può sembrare originale e vero perché non si notano tratti anomali che potrebbero far pensare ad un falso. Ma si deve scavare ed andare oltre le pennellate di superficie.

Il regista ci vuole quindi lanciare un avvertimento. Ognuno di noi indossa una maschera e spesso simula delle sensazioni e delle emozioni che non ci appartengono. Il compito di chi si trova dall’altra parte è quello di non fermarsi a ciò che vede, ma cercare di svelare la costruzione che avvolge l’autenticità, la verità. Tale esercizio però, si fa più complicato quando si tratta di essere umani che, a differenza dei quadri, sono più abili nel fingere di essere ciò che non sono.

Elemento chiave dell’intera struttura narrativa è l’automa di Jacques de Vaucanson che si cela agli occhi di Virgil soltanto alla fine, quando apprende che tutto ciò che ha vissuto, è stata una finzione.

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La migliore offerta recensione: conclusioni

Tornatore architetta una storia che si svela man mano che la guardiamo. Il regista non offre indizi che ci possano far sospettare dell’imbroglio, lasciandoci così sorpresi e stupiti. La miglior offerta è un thriller che si vive scena per scena e che ci induce a soffrire insieme al protagonista. Tutto ciò è esaltato anche da una meravigliosa colonna sonora, creata dal maestro Ennio Morricone.

Le melodie, classiche ed austere, incorniciano perfettamente l’atmosfera di luci ed ombre presente nella storia. Vedo e non vedo, sembra ma non è: la pellicola analizza in modo eccelso ciò che è nel mezzo, il punto di incontro tra due estremi che spesso si mischiano e si contaminano. Da lodare è anche l’interpretazione di Geoffrey Rush, che regala sempre delle performance rimarchevoli. Severo e freddo, Rush sembra quasi interpretare inizialmente un automa. Ma è solo con il contatto che Virgil – Rush si trasforma in un uomo completamente diverso, in un uomo più “umano”.

La migliore offerta

voto criteria - 7.5

7.5

Lati positivi

  • La sceneggiatura originale
  • La regia rivelatrice di Tornatore
  • Interpretazione di Geoffrey Rush

Lati negativi

  • Durata del film
  • Finale un po' frettoloso

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