Le notti di Salem: recensione del film di Gary Dauberman tratto dal romanzo di Stephen King

Finalmente disponibile in Italia il nuovo e travagliato adattamento di uno dei romanzi più apprezzati del Maestro del terrore

Le notti di Salem (Salem’s Lot) è il secondo romanzo di Stephen King e una delle opere più importanti del Re del terrore. Come in altri suoi lavori, il numero dei personaggi è elevato, mentre la storia, particolarmente densa e stratificata, rappresenta un omaggio sentito e ben ragionato al mito di Dracula e del vampiro in generale. Adattare un romanzo del genere non è un’operazione semplice, ma qualcuno in passato è riuscito nell’impresa, non senza qualche imperfezione. L’adattamento più famoso è senz’altro Le notti di Salem del 1979, miniserie televisiva diretta da Tobe Hooper, uscita anche nei cinema in una versione ridotta. Come per altre opere di King, tuttavia, non esiste mai una trasposizione unica e infatti il regista e sceneggiatore Gary Dauberman ne ha realizzata un’altra, uscita in America lo scorso anno e disponibile ora anche in Italia: Le notti di Salem, di cui vi presentiamo la recensione.

La produzione del film è stata alquanto travagliata: annunciato sei anni fa, Le notti di Salem ha avuto le sue riprese tra il 2019 e il 2021, per poi incorrere in aggiunte post-produzione e una serie di rinvii per l’uscita nelle sale. Alla fine il rilascio è avvenuto in sordina sulla piattaforma streaming Max lo scorso ottobre, ricevendo freddi o tiepidi riscontri. Le notti di Salem, in effetti, si può annoverare fra gli adattamenti poco rilevanti di un’opera di Stephen King. Tra un cast anonimo, personaggi poco approfonditi e una narrazione frettolosa, il film purtroppo manca diversi obiettivi e si rivela solamente un’opera gradevole ma poco incisiva. Le notti di Salem (qui il trailer) è ora disponibile su Sky e Now.

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Le notti di Salem. Atomic Monster, Vertigo Entertainment, Wolper Organization

Indice

La trama – Le notti di Salem recensione

Nel 1975 lo scrittore Ben Mears (Lewis Pullman) fa ritorno a Jerusalem’s Lot, una deliziosa cittadina del Maine in cui è nato e cresciuto, per scrivere un romanzo sul suo passato. Il ritorno nella sua città natale porta con sé anche gli oscuri ricordi dei tragici avvenimenti accaduti in casa Marsten, l’affascinante e al tempo stesso terrificante villa che si trova sulle colline di Salem’s Lot. Al suo arrivo Ben si invaghisce di Susan Norton (Makenzie Leigh), ma mentre i due si frequentano la comunità inizia a essere colpita da inquietanti avvenimenti legati al nuovo proprietario di casa Marsten: Richard Straker (Pilou Asbæk).

Straker è il servitore di un antico e potente vampiro, Kurt Burlow, il quale ha intenzione non solo di uccidere ma anche di contagiare gli abitanti di Salem’s Lot. Un insolito gruppo si ritroverà a fronteggiare questa oscura minaccia: insieme a Ben e Susan, ci saranno una dottoressa, un prete e un bambino incredibilmente coraggioso. Ben e gli altri dovranno capire come sconfiggere il male che ha invaso Salem’s Lot e fermare il contagio, prima che sia troppo tardi.

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Le notti di Salem. Atomic Monster, Vertigo Entertainment, Wolper Organization

Un adattamento frettoloso

Adattare un romanzo come Le notti di Salem non è un’operazione semplice e scegliere di realizzare un film rende il lavoro ancora più delicato. Condensare tanti personaggi, temi e atmosfere in poche ore è assai azzardato, ma non per questo il risultato è sempre negativo. Nel caso della nuova trasposizione de Le notti di Salem invece si percepisce proprio la mancanza di tempo necessario. 110 minuti sono troppo pochi per adattare il romanzo di King: come visto in passato, realizzare una miniserie avrebbe rappresentato una scelta migliore. La narrazione, in particolare nel secondo e terzo atto, appare troppo affrettata, gli eventi si affastellano senza concedergli il giusto respiro e senza consentire ai personaggi di stabilire veri e propri legami, che risultino credibili. Si percepisce come se il film abbia subito tagli brutali e goffi rimaneggiamenti di montaggio.

Si nota anche una certa discrepanza di ritmo tra la prima parte del film e i successivi atti: se inizialmente si lavora molto sull’atmosfera, costruendo lentamente la tensione, successivamente si preme troppo il pedale dell’acceleratore, rendendo preponderante un certo lato action rispetto al genere horror della storia. Tutto ciò influisce non poco sulla tensione e il mistero, che risultano smorzati e soffocati. Non tutto però è da buttare: ci sono soluzioni narrative e visive originali e alcuni jumpscare efficaci che regalano qualche sussulto. La resa dei conti finale inoltre è tutto sommato ben orchestrata e dona un po’ di azione alla storia. Peccato per gli effetti speciali, che risultano grossolani: in particolare il vampiro Burlow, che ha un look alla Nosferatu, presenta una CGI troppo evidente risultando così poco spaventoso.

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Le notti di Salem. Atomic Monster, Vertigo Entertainment, Wolper Organization

Regia e cast – Le notti di Salem recensione

Gary Dauberman, sceneggiatore dei film di Annabelle, del dittico di It e del recente Until Dawn, non riesce dunque a restituire tutta la magia e la potenza del romanzo di King. Si nota comunque l’impegno di riprodurre per lo spettatore certe atmosfere e il tipico immaginario kinghiano, tra citazioni e omaggi vari. Dauberman però gioca molto sul sicuro, senza slanciarsi in qualcosa di originale e distintivo. Alcune sequenze molto curate visivamente, soprattutto a livello di fotografia, non bastano per donare a Le notti di Salem una certa linfa vitale.

Per quanto riguarda il cast, troviamo un convincente Lewis Pullman (visto di recente in Thunderbolts*) affiancato da Makenzie Leigh (Gotham), Pilou Asbæk (Il trono di spade), William Sadler (The Mist), Jordan Preston (Shaft), Alfre Woodard (La foresta silenziosa), Bill Camp (12 anni schiavo) e John Benjamin Hickey (The Good Wife). Le performance non sono eccezionali e, complice la narrazione frettolosa, non riescono comunicare la giusta alchimia tra i personaggi, che risultano così privi di un certo spessore.

 

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Le notti di Salem

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • Gary Dauberman conosce l'immaginario kinghiano e inserisce numerosi omaggi e citazioni
  • Ci sono soluzioni narrative e visive originali, insieme ad alcuni jumpscare efficaci

Lati negativi

  • La durata del film non è sufficiente per restituire la magia e la potenza del romanzo di King: il secondo e terzo atto sono incredibilmente frettolosi
  • Discrepanze nel ritmo narrativo
  • Gli effetti speciali non sempre all'altezza

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