Lilo & Stitch – la recensione del nuovo live action Disney
La nostra recensione del nuovo live action Disney di Lilo & Stitch, tra divertimento e appartenenza a una famiglia
Arrivi al cinema. Ti siedi sulla poltrona a te assegnata. Mangi i pop corn. Si spengono le luci. Le onde del mare si alzano lente e magiche di fronte ai tuoi occhi, eliminando lo schermo che vi divide e immergendoti in un mondo che hai visto mille volte da piccolo e che, inesorabilmente, ti ricorda la tua casa, la tua famiglia, la tua “ohana”. Finalmente, dopo un live action disastroso – quale quello di Biancaneve che voleva a tutti i costi rivoluzionare il classico cartone animato nel ‘36 – arriva al cinema, nella sua versione live action, anche un altro grande classico che ha fatto innamorare tanti bambini in tutto il mondo grazie al suo protagonista blu vivace, disastroso e amorevole.
Stiamo parlando di Lilo & Stitch, il nuovo film live action Disney diretto da Dean Fleisher Camp e con una sceneggiatura di Chris Kekaniokalani Bright. Nel cast originale, oltre a nuove comparse e sorprese, ritroviamo anche vecchie conoscenze. Tra le novità abbiamo senza dubbio la piccola e dolcissima Maia Kealoha, che interpreta Lilo, accompagnata dalla sorella Nani, interpretata di Sydney Agudond. Al loro fianco due vecchie conoscenze, arrivate direttamente dal cartone originale del 2002: Chris Sanders, che è la voce originale di Stitch, insieme a Tia Carrere, qui nella veste di assistente sociale, ma che nel 2002 prestava la propria voce all’indaffarata Nani.
Indice
- La trama
- Personaggi che funzionano meglio di altri
- Il finto e il vero che si mescolano… non troppo bene
- Fedeltà e innovazione
- Conclusione
La trama – Lilo & Stitch recensione

Rideback, Walt Disney Pictures
Raccontare la trama di Lilo & Stitch sarebbe quasi come fare un torto a chi lo ha già conosciuto precedentemente e largamente amato. La storia di questo nuovo prodotto live action è, sotto quasi tutti i suoi punti di vista, la stessa di quello da cui prende ispirazione, tranne alcuni aspetti in cui i due cercano di differire tra di loro, che analizzeremo nel corso della recensione. La storia è quella di Lilo, una bambina solitaria e solare per il suo modo di interpretare le cose, che cerca in tutti i modi di vivere la sua vita insieme a sua sorella Nani (che ha dovuto prendersi cura di lei dopo la morte dei loro genitori), senza però farsi considerare dal resto del paese una ragazzina problematica con difficoltà a gestire la propria rabbia.
Lilo si sente sola, nonostante provi a stare al mondo e costruire la sua vita da bambina in un Hawaii che le dà poco di che essere felice. L’unica cosa che cerca, oltre al proprio benessere e quello di sua sorella, un amico che possa farle compagnia e a cui poter donare il proprio bene. In questo caso entra in gioco Stitch, un esperimento genetico alieno fuggito dalla Galassia che ha come unico obiettivo quello di nascondersi da chi lo sta cercando per distruggerlo. I due si incontrano per puro caso, anche se per scelta decidono di stare vicini e di costruire insieme la propria Ohana, la propria famiglia, senza mai abbandonarsi.
Personaggi che funzionano meglio di altri – Lilo & Stitch recensione
Lilo e Stitch, ognuno con il proprio carattere, hanno fatto impazzire bambini da ogni dove per più di 20 anni, portando avanti senza invecchiare alcuni dei più grandi valori che la vita possa insegnarci: l’amore per la propria famiglia e il senso di appartenenza a un nucleo familiare, che sia piccolo o grande, perfetto o imperfetto non importa. Anche in questa versione live action i due riescono a essere il cuore pulsante del film, in particolar modo la piccola Maia Kealoha, al suo debutto cinematografico. La bambina è carismatica tanto quanto la sua versione cartooniana. Questa Lilo è credibile, vera, mai caricaturale, ma anzi sorprendentemente naturale in tutto quello che fa. Quello che si vede sullo schermo non è una piccola attrice alle prese con l’esposizione delle sue battute, ma una vera e propria Lilo che si comporta da Lilo con naturalezza e dolcezza.

Rideback, Walt Disney Pictures
Dall’altro lato, funzionante è anche il ruolo di Nani – interpretata da Sydney Agudong – che rappresenta appieno una ragazza poco meno che diciottenne alle prese con la morte dei suoi genitori, con una sorella da accudire, mentre la propria casa cade a pezzi e il lavoro fatica ad arrivare. Il suo essere genitore contro la propria volontà e la lotta continua contro i servizi sociali, accompagnata dalla paura di perdere Lilo, affiancato tutto dall’effettiva possibilità di perdere la bambina, rendono l’arco narrativo di questo personaggio e i suoi comportamenti molto più veri e adulti. Siamo abituati al cartone in cui Lilo e Nani vivevano senza i propri genitori e nonostante le cose non andassero davvero benissimo, alla fine si sapeva che le due sarebbero state insieme, invece qui nel live action non è scontato per niente, anzi a un certo punto si mette in discussione proprio il futuro delle due, rendendo ancora più forte il concetto di Ohana espresso dal cartone e dal film.
Questi due personaggi funzionano molto bene, così come funzionano anche i personaggi di David e sua nonna, oltre che quello dell’assistente sociale e dell’agente della CIA, in questa versione rappresentati da due personaggi ben distinti, a differenza del film nel quale invece si univano tutti in una sola figura. Più critica è invece la resa dei personaggi di Jumba e Pleakley, interpretati rispettivamente da Zach Galifianakis e Billy Magnussen. Nella versione originale, i due erano alieni alla ricerca di Stitch, uno il suo creatore, l’altro un semplice alieno affascinato dalla cultura umana e dalle zanzare che popolavano il pianeta terra. Se nel film originale i due personaggi tenevano costantemente la loro versione aliena, in questo caso si è trovato un escamotage che permettesse ai due alieni di prendere sembianze umane.
D’altronde la scelta era: o utilizziamo una CGI scadente con ambientazioni scure perché il nostro budget è tutto dedicato alla realizzazione di Stitch oppure proviamo qualche altra cosa. Quello che hanno scelto è un ottimo modo per inserire i due personaggi all’interno della storia, senza renderli troppo finti, quasi come dei pupazzi. Purtroppo però questi due personaggi troppo sopra le righe nel cartone animato, in questo caso diventano troppo simili a tutti gli altri esseri umani. Si prendono troppo sul serio rispetto alla loro controparte animata, senza riuscire però a essere pienamente divertenti come loro.
Il finto e il vero che si mescolano… non troppo bene – Lilo & Stitch recensione

Rideback, Walt Disney Pictures
Come suddetto, un altro aspetto negativo del film è purtroppo la CGI, non tanto di Stitch quanto più degli altri personaggi alieni. Spesso infatti, gli alieni si trovano in ambientazioni più scure rispetto agli ambienti soleggiati delle Hawaii, sempre messi in penombra, quasi a voler nascondere quei difetti di fabbrica che si sarebbero notati con gli ambienti più illuminati. Un punto di forza è invece senza dubbio l’ambientazione in cui si svolge tutta la vicenda. Le Hawaii sono un piccolo pezzo di Paradiso inseriti sulla Terra. Le inquadrature dell’ambiente esterno sono semplicemente poetiche, mentre riescono a trasmettere attraverso i loro colori i sentimenti dei protagonisti.
Fedeltà e innovazione – Lilo & Stitch recensione
Ciò che il fan di Lilo & Stitch apprezza sicuramente è la fedeltà del live action al suo corrispettivo animato, senza però voler essere una mera copia. Tanti aspetti più superficiali sono stati ridotti o eliminati, aggiungendo alcuni dei momenti tra sorelle o quelli che permettevano di capire appieno i sentimenti dei personaggi e gli insegnamenti che dal film ognuno di noi può trarre. Ciò che non si dimentica mai è il cuore pulsante dei temi: il concetto di famiglia e non inteso nel suo senso stretto, ma quella famiglia che è al tuo fianco, che sia di sangue o di scelta, anche nei momenti più duri. Nel film si tengono anche alcuni dei brani di Elvis Presley, cantante preferito della piccola Lilo. È presente, anche se poco incisiva la colonna sonora in stile hawaiano, molto più memorabile nella versione animata che in questo live action. La colonna sonora, firmata da Mark Mothersbaugh accompagna la rappresentazione, senza però emergere in maniera invasiva.
Conclusione – Lilo & Stitch recensione

Rideback, Walt Disney Pictures
In conclusione, Lilo & Stitch non è perfetto, ma è senza dubbio uno dei live action meglio riusciti fino ad ora, insieme ad Aladdin. La fedeltà alla versione animata non ostacola comunque la voglia di novità all’interno di questo live action. In più, questo film, a differenza di quelli che dovevano per forza staccarsi dagli originali senza però spiegarne davvero le motivazioni (sì, Biancaneve, stiamo parlando proprio di te), riesce a tenere viva la sua anima più profonda, cercando di comunicare con il proprio pubblico, come per dire: “Ciao, non sono solo la copia di ciò che hai amato. Voglio trasmetterti qualcosa, guardami e ascoltami davvero”.
Lilo & Stitch
Voto - 8
8
Lati positivi
- Il film mantiene l’anima del classico animato, aggiungendo le novità e togliendo il superfluo
- Maia Kealoha è naturale e carismatica, mentre Sydney Agudong regge il peso emotivo del suo personaggio
- Il film rende il tema dell’Ohana ancora più forte
Lati negativi
- La CGI degli alieni mostra dei limiti tecnici, diventando finto