Matrix Resurrections: recensione del quarto capitolo della saga con Keanu Reeves

La nostra recensione in anteprima di Matrix Resurrections, in sala dal 1º gennaio 2022

Sono passati ventidue anni dall’uscita di Matrix, primo capitolo della saga fantascientifica stile cyberpunk che ha ridefinito il genere. Ventidue anni da quando le sorelle Wachowski hanno portato per la prima volta sul grande schermo Neo, Trinity e Morpheus; ventidue anni dal primo viaggio nella tana del bianconiglio. A questo primo capitolo – diventato col tempo un cult indiscusso – fanno seguito due sequel, entrambi del 2003, usciti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, entrambi campioni di incassi, completano la trilogia che rimane tale fino all’annuncio di un quarto capitolo: Matrix Resurrections, di cui vi proponiamo la nostra recensione in anteprima.

Le notizie su un possibile sequel iniziano a rincorrersi già dal 2017, insieme alle voci su potenziali nuovi sceneggiatori, regia, cast. Del resto, Lilly e Lana Wachowski avevano annunciato già dopo la trilogia che la saga non sarebbe andata avanti. Ma nel 2019 arriva l’annuncio ufficiale: il quarto capitolo di Matrix si farà, con la sola Lana Wachowski coinvolta come sceneggiatrice e regista. Tornano anche Keanu Reeves e Carrie-Ann Moss nei panni di Neo e Trinity e Jada Pinkett Smith in quello di Niobe. Yahya Abdul-Mateen II eredita il ruolo di Morpheus e la sua funzione di guida per Neo alla scoperta di se stesso. Nel cast anche Neil Patrick Harris, Jessica Henwick, Priyanka Chopra, Christina Ricci, Lambert Wilson, Toby Onwumere e Jonathan Groff. Matrix Resurrections arriverà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 1º gennaio.

Indice:

La trama

Per evitare di rovinare la sorpresa e la scoperta legate alle svolte narrative di Matrix Resurrections, ci limitiamo nella nostra recensione a riportare la sinossi ufficiale del film.

In un mondo fatto di due realtà, la vita quotidiana e cosa le si nasconde dietro, Thomas Anderson dovrà di nuovo scegliere di seguire il bianconiglio. La scelta, pur essendo un’illusione, è l’unico modo per entrare e uscire da Matrix, che è più forte, più sicura e più pericolosa di prima. Questa la sinossi del film che, pur senza rivelare troppo, fa luce su alcuni dettagli interessanti. Di seguito il trailer del film.

Un incipit convincente… – Matrix Resurrections, la recensione

Il primo atto di Matrix Resurrections è quello che funziona meglio. Come accennato poco sopra, nel film torna un mondo in cui convivono due dimensioni: la vita quotidiana e la realtà che si cela sotto la superficie di essa. Ritroviamo Neo di nuovo operativo con l’identità di Thomas Anderson. È un rinomato e premiato programmatore di videogame, uno dei migliori al mondo, e lavora per la Deus Machina. Ci troviamo di fronte a un uomo di mezza età alle prese con una evidente depressione e in cura da un analista (Neil Patrick Harris) che lo aiuta a gestire le sue frequenti crisi. Crisi che si manifestano sotto forma di momenti in cui Thomas viene intrappolato in una sorta di realtà alternativa. In questi momenti ci troviamo ad assistere a diverse scene che ci riportano al primo Matrix.

Scene familiari e diventate iconiche, sapientemente calate in un nuovo contesto, dalle premesse decisamente interessanti. Matrix Resurrections gioca con un effetto nostalgia ben intessuto nell’intreccio narrativo e cala un asso riuscitissimo. La carta vincente in questione è un discorso metacinematografico brillante, intelligente e autoironico che coinvolge citazioni e riflessioni a largo spettro sul franchise. Un ottimo modo di andare incontro alle regole del fan service, che non mancherà di esaltare i fan storici della saga. Anche la “nuova” versione di Neo convince, soprattutto grazie alla prova di Keanu Reeves, che gronda passione per il personaggio. Peccato che col passare dei minuti le premesse più che buone del film finiscano con l’esaurire troppo presto le cartucce. La parabola di Matrix Resurrections si fa presto discendente e il film mostra diversi limiti.

… Uno sviluppo non all’altezza delle aspettative

Purtroppo le ottime premesse iniziali, trascorso il primo atto, si perdono in uno svolgimento che non sa tener fede alle proprie ambizioni. Una volta che Neo compie la sua scelta, condizionata ancora una volta dal legame con Trinity, Matrix Resurrections finisce con l’avvolgersi su se stesso. Si fa sempre più concreta l’impressione che questo quarto capitolo non abbia granché da aggiungere alla trilogia, se non il desiderio di percorrere una via potenzialmente fruttuosa e redditizia. La sceneggiatura firmata da Lana Wachowski insieme a David Mitchell e Aleksander Hermon non aggiunge nulla di davvero sostanziale alla mitologia originaria sviluppata con la sorella Lilly. Tutto rimane in superficie, dalla rappresentazione di questa nuova Matrix più complessa e pericolosa allo sviluppo vero e proprio dei personaggi.

Le nuove figure sulla scena hanno ben poco impatto su chi guarda. È il caso di Bugs, l’attivista interpretata da Jessica Henwick che riesce per prima ad entrare in contatto con Neo. Quanto a Morpheus, la versione affidata a Yahya Abdul-Mateen II non è mai davvero convincente per evidenti lacune di scrittura e alcune scelte discutibili per questo “upgrade” del personaggio. Non si va mai a fondo nemmeno del nuovo mondo; si aggiunge quanto basta, senza che chi guarda riesca per davvero a comprenderne lo sviluppo e le nuove implicazioni. Le trovate si fanno inconcludenti quando non oggettivamente troppo involute e forzate. La figura di Trinity – nonostante Carrie-Ann Moss ce la metta davvero tutta – è davvero troppo sacrificata e i pochi momenti davvero d’impatto sono tutti appannagio dell’analista interpretato da Neil Patrick Harris. Peccato che, anche in questo caso, non si riesca mai a scalfire oltre la superficie.

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Matrix Resurrections. Village Roadshow Pictures

In conclusione – Matrix Resurrections, la recensione

Dal punto di vista dell’estetica, Matrix Resurrections richiama la trilogia originaria (e il capostipite della saga in particolare) soprattutto nella prima parte. Dal punto di vista tecnico, la regia di Lana Wachowski convince e cattura – ancora una volta – in maniera più efficace nella prima ora del film. Le scene d’azione sono ben girate e gli effetti visivi sono davvero apprezzabili. Fra bullet time, combattimenti, scontri a fuoco e una generosa dose di esplosioni, Matrix Resurrections riesce a intrattenere a dovere. Da sottolineare anche come il fan service sia utilizzato in maniera intelligente, funzionale e non pretestuosa. Le molte citazioni, i richiami filosofici e i rimandi hanno sempre un senso all’interno della narrazione.

Tirando le somme della nostra recensione di Matrix Resurrections, possiamo concludere affermando che questo capitolo di una saga storica offre abbastanza pane per i denti dei fan più affezionati. Peccato che, a conti fatti, si tratti di un film che aggiunge davvero poco alla trilogia originaria e, per questa ragione, non riesce a convincere del tutto. Matrix Resurrections è nel complesso un film godibile, che riesce a intrattenere ma non a coinvolgere su un piano che vada oltre il pur riuscito tuffo nel passato. Si esce dalla sala più nostalgici che soddisfatti o arricchiti dall’aggiunta di questo nuovo tassello. Matrix Resurrections arriverà nelle sale il prossimo 1º gennaio 2022.

 

Matrix Resurrections

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Matrix Resurrections intrattiene, fa un buon uso del fan service e nel primo atto del film schiera in campo una serie di premesse stimolanti e davvero interessanti
  • Le scene action sono ben fatte e gli effetti visivi convincono

Lati negativi

  • Un quarto capitolo che aggiunge davvero poco alla mitologia originaria
  • I nuovi personaggi hanno ben poco impatto e non si va mai in profondità nello sviluppo e nelle implicazioni della nuova Matrix

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