Midway: recensione del nuovo film di Roland Emmerich

Il re del disaster movie racconta la battaglia delle Midway in un film con un cast dai grandi nomi

A distanza di tre anni da Independence Day – Rigenerazione, arriverà nelle sale italiane il 27 novembre il nuovo film di Roland Emmerich. Nella nostra recensione di Midway analizzeremo punti forti e debolezze dell’ultima fatica del regista tedesco da molti considerato uno dei massimi esponenti del cinema catastrofico. Il film racconta la battaglia delle Midway, uno degli scontri più cruciali della Seconda Guerra Mondiale. Sconfiggendo i giapponesi nell’atollo, fra il 4 e il 6 giugno del 1942, gli americani trovarono un riscatto dopo la terribile disfatta di Pearl Harbor.

È su questo sfondo che Roland Emmerich porta sullo schermo le storie degli eroi americani che combatterono sul Pacifico. Il cast di Midway è ricco di attori ben noti al pubblico: Woody Harrelson, Dennis Quaid, Ed Skrein, Patrick Wilson ed Aaron Eckhart. Con una durata complessiva di 138 minuti il film passa da scene d’azione ad alto impatto in pure stile Emmerich a momenti di narrazione dedicati alla storia dei personaggi. Ma entriamo nel vivo della nostra analisi di Midway e vediamo se il re del disaster movie è riuscito a far centro con un progetto che, come ha dichiarato, aveva in mente da 20 anni.

Indice:

La trama – Midway recensione

7 dicembre 1941: nell’attacco di Pearl Harbor le forze aeronavali giapponesi devastano la flotta statunitense stanziata nella base navale delle Hawaii. Gli americani sono determinati a reagire, nonostante i giapponesi siano superiori sia dal punto di vista numerico sia per le risorse a disposizione. L’ammiraglio Chester Nimitz (Woody Harrelson) e l’ufficiale dell’Intelligence Edwin Layton (Patrick Wilson) progettano un attacco a sorpresa alla Marina imperiale giapponese nell’atollo di Midway.

18 aprile 1942: il tenente colonnello Jimmy Doolittle (Aaron Eckhart) conduce un raid aereo su Tokyo. È il primo passo della reazione americana a Pearl Harbor. Fra il 4 e il 6 giugno del 1942 la Marina degli Stati Uniti proverà  sferrare l’attacco decisivo alla Marina imperiale giapponese in una monumentale battaglia fra il cielo e il mare. Il coraggio e l’eroismo dei piloti Wade McClusky (Luke Evans) e Richard Best (Ed Skrein) sono determinanti per le sorti dello scontro. Sullo sfondo, la storia personale di Richard Best, in particolare il rapporto con la moglie Anne (Mandy Moore), costretta a fare i conti con le paure e i sacrifici legati al suo ruolo di moglie del soldato.

La Storia e le storie

Midway è sì un film di guerra con al centro la battaglia nel Pacifico, ma ha anche l’ambizione di raccontare le storie degli personaggi sulla scena. La ricostruzione degli eventi è fedele alla realtà e i protagonisti sono i veri eroi che hanno contribuito a cambiare le sorti degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. La resa scenica della Storia funziona nel complesso piuttosto bene: Emmerich racconta la vicenda attenendosi ai fatti e senza scadere nella retorica più triviale. Apprezzabile la scelta di mostrare anche gli errori della Marina americana nelle Midway prima della vittoria e l’idea di “umanizzare il nemico”. Quello che proprio non funziona invece sono le storyline dedicate ai personaggi, in particolare quella incentrata sul protagonista Richard Best.

Si intuisce che l’intento di sceneggiatore e regista sia quello di mostrare il lato più umano e familiare dell’eroe per farcelo sentire più vicino; peccato che questa sensazione non si abbia mai. Le scene in cui l’ufficiale è con la moglie e la figlia sembrano solo un riempitivo mal riuscito, un tentativo fallito di mostrare le conseguenze private della guerra. Questo finisce per rendere i protagonisti delle figure prive di spessore, utili solo come necessario strumento narrativo. In un film così lungo, nato con l’intento di rendere omaggio agli eroi delle Midway, ci si aspetterebbe un’attenzione maggiore per i personaggi; ma trattandosi di Roland Emmerich, va detto, non ci si stupisce più di tanto.

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La sceneggiatura – Midway recensione

Proseguiamo questa recensione di Midway concentrandoci su quello che risulta essere in modo evidente il suo difetto maggiore: la sceneggiatura. Lo script è firmato da Wes Tooke, sceneggiatore con limitata esperienza nel mondo della televisione e alla sua prima prova nella scrittura per il cinema. Come accennato poco sopra, uno degli aspetti che colpiscono maggiormente nel film è la monodimensionalità dei personaggi, che risultano piatti e privi della benché minima evoluzione. La scrittura dei personaggi è carica di tutti gli stereotipi e i cliché tipici di certi film di guerra ormai sorpassati. Non viene dato spazio alla loro caratterizzazione psicologica e l’obiettivo del film di unire al racconto della battaglia la storia dei suoi protagonisti non è mai del tutto centrato.

Non siamo mai emotivamente coinvolti, mai partecipi ed è un controsenso, se pensiamo che le storie portate sullo schermo sono quelle vere degli eroi delle Midway. Alla fine del film, l’unica caratteristica di Richard Best che ci rimane impressa è l’abitudine di attaccare la gomma da masticare accanto alla foto della moglie nell’abitacolo dell’aereo prima dei combattimenti. I dialoghi oscillano fra il commento didascalico all’azione e l’iperbole, fastidiosa e (ancora una volta) stereotipata. I monologhi di incoraggiamento che gli ufficiali, qua e là, rivolgono alle truppe poi, vorrebbero essere epici e trascinanti ma finiscono col risultare banali se non addirittura al limite del credibile.

Osservazioni tecniche

Se lo storytelling proprio non funziona, le scene d’azione pirotecniche tipiche di Emmerich intrattengono, ma non sono esenti da difetti. Una delle primissime scene del film, quella dell’attacco a Pearl Harbor, è ben realizzata, con effetti speciali ad alto tasso di spettacolarità e adrenalina. L’uso sovrabbondante della CGI però, a lungo andare, finisce per stancare, toglie realismo e dà la sensazione della grafica da videogioco. Bella e realistica invece la ricostruzione del ponte di volo della portaerei statunitense USS Enterprise realizzata su un palcoscenico a Montreal. La regia è quella classica di Roland Emmerich e del genere da lui prediletto, quello catastrofico; ci sono esplosioni, crolli, distruzione e salvataggi all’ultimo secondo di personaggi in situazioni disperate.

Il montaggio è lineare, anche se in qualche punto manca di continuità; verso metà film si passa da una sequenza di azione pura a una scena in una sala da ballo senza alcun raccordo o ragione. La recitazione è senza infamia e senza lode: viene da pensare che il cast sia stato scelto sulla base della notorietà e della presenza fisica degli attori. Sappiamo bene che Woody Harrelson, Dennis Quaid ed Ed Skrein sanno recitare, solo che in Midway finiamo col dimenticarcelo: la sceneggiatura e la regia non rendono loro giustizia.

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Conclusioni – Midway recensione

Arrivati alla fine della nostra recensione possiamo affermare che di un film come Midway non si sentiva la mancanza. Chi volesse vedere un film sulla battaglia del Pacifico può tranquillamente recuperare quello del 1976 con Charlton Heston ed Henry Fonda. Pensando a pellicole di guerra come Salvate il soldato Ryano Dunkirk si ha l’impressione che con quest’opera sia stato fatto un grosso passo indietro sotto molti punti di vista. Perfino il mediocre Pearl Harbor di Michael Bay vince il confronto col film di Roland Emmerich. Chi la conosce non potrà fare a meno di pensare più volte alla grafica cinematografica di Call of Duty World War II; peccato che Midway sia cinema vero. Perfino i dialoghi dei personaggi nel gioco siano spesso scritti meglio e più credibili di quelli di Wes Tooke.

Dobbiamo riconoscere comunque che la pellicola di Roland Emmerich è quasi del tutto priva di quella retorica patriottistica fastidiosa che spesso caratterizza produzioni di questo genere. Questo è evidente soprattutto nella rappresentazione degli ufficiali giapponesi e nella scelta di mostrare gli errori della Marina americana prima della vittoria. Nota di merito anche per la parte di spionaggio nella storyline di Patrick Wilson e Woody Harrelson, la più interessante di tutto il film. L’intenzione è apprezzabile, i presupposti solidi, ma si esce dalla sala ricordando le scene d’azione e dimenticando i nomi e le storie dei protagonisti.

Midway

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Fedele ai fatti, non propagandistico
  • La prima scena d'azione

Lati negativi

  • La sceneggiatura
  • Scarso coinvolgimento emotivo

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