Moschettieri del Re: la penultima missione: la recensione

Arriva nelle sale "Moschettieri del Re: la penultima missione" di Giovanni Veronesi con Pierfrancesco Favino e Valerio Mastandrea. Ecco la nostra recensione!

A Natale il cinema italiano si lancia nel mondo dell’avventura più classica che ci sia. Arriva nelle sale Moschettieri del Re: la penultima missione di Giovanni Veronesi. Un cast strepitoso che vede Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo e Sergio Rubini nei panni degli iconici moschettieri. Al loro fianco Margherita Buy, Alessandro Haber, Matilde Gioli e Valeria Solarino. Tutti uniti per ricreare le atmosfere dei romanzi di Alexandre Dumas.

Moschettieri del Re cerca di iniettare una ventata di novità nelle uscite italiane natalizie. Un coraggioso mix tra commedia e avventura di Cappa e Spada che ha sorpreso tutti fin dal primo trailer. La curiosità di vedere questi attori vestire ruoli così inusuali potrebbe essere la chiave del successo di questo film. Sarà riuscito il regista Veronesi a dosare gli innumerevoli ingredienti di un ibrido così imprevedibile? Quanto la componente comica contamina quella avventurosa e viceversa? Cerchiamo di dare risposta a questi e altri quesiti nella nostra recensione.

Trent’anni dopo? – Moschettieri del Re: la recensione

moschettieri del re recensione

Tutti conoscono il romanzo I Tre Moschettieri di Alexandre Dumas ma pochi ne ricordano il seguito, Vent’anni dopo (1845). Ironicamente, questo film attinge più da quest’ultimo libro, anche se di anni ne fa passare trenta dalle prime avventure. Troviamo, come nel romanzo, la regina Anna D’Austria che bada al neo-re Luigi XIV, ancora giovane e viziato. Troviamo anche l’erede di Richelieu, l’efferato Cardinale Mazzarino che sta elaborando un piano per impossessarsi del potere. La regina può fidarsi solo dei suoi quattro fidati Moschettieri e decide di richiamarli in servizio. Il problema è che D’Artagnan, Athos, Porthos e Aramis hanno superato i cinquanta e sono l’ombra degli impavidi eroi al servizio di Sua Maestà.

D’Artagnan (Favino) è un guardiano di maiali dal puzzo perenne e una parlata scombinata e incomprensibile mentre Athos (Papaleo) è schiavo di due ex-mogli che gli rovinano l’esistenza. Il pensoso Aramis (Rubini) si è rifugiato in un monastero per sfuggire ai creditori e l’ex colosso Porthos (Mastandrea) sembra preda di un esaurimento nervoso. Dovranno rimettersi in sesto e sventare una serie di attentati ai loro danni per salvare la vita del Re ragazzino e sconfiggere le macchinazioni di Mazzarino. Duelli, cavalcate, moschetti (perché è da lì che nasce il nome Moschettieri, va detto) e romanticismo… serve altro? Forse sì…

I  rischi del genere

Nutriamo una enorme simpatia nei confronti di Giovanni Veronesi. In quasi venticinque anni di carriera non si è mai precluso le incursioni in generi diversi e progetti potenzialmente rischiosi. Ha affrontato la natività (Per Amore, solo per Amore), il vecchio west (Il Mio West), persino il fantasy urbano (Streghe Verso Nord). Sembra sempre desideroso di sorprendere e di mettersi alla prova in contesti meno convenzionali e per questo va lodato. Un simile coraggio, però, deve andare di pari passo con la realizzazione e con il risultato finale altrimenti resta un’ardita scommessa mancata. Moschettieri del Re è una commedia picaresca dal comparto produttivo invidiabile ma il risultato finale non riesce a soddisfare le aspettative.

moschettieri del re recensioneIl primo atto soffre delle lungaggini tipiche di storie come questa. Dall’incontro fra la regina e D’Artagnan si passa attraverso un lungo “reclutamento” degli altri tre moschettieri secondo una costruzione convenzionale e giocoforza ripetitiva. Questo, però, è un dettaglio trascurabile che, se non altro, permette di mostrare quanto siano caduti in basso i personaggi e quanto desiderino rivalsa. Il problema arriva con la loro missione e con la gestione dell’intreccio nel secondo atto. Tralasciando l’assurdità di alcuni snodi narrativi  il film sembra soffrire di immobilismo. L’intreccio si avvita su se stesso e sulla ripetizione delle medesime situazioni. Gli eroi cadono in trappole dalle quali si liberano, si accapigliano tra di loro, cavalcano ecc. ecc… L’intera storia sembra stagnare e non sapere esattamente come rendere al meglio la componente “on the road” della vicenda, fra foreste tutte uguali (è stato girato in Basilicata, terra cara a Papaleo che le dedicò la sua prima regia) e poca varietà degli ostacoli da affrontare.

Tutti per uno? – Moschettieri del Re: la recensione

No, non bisogna urlarlo quel motto perché “porta sfiga“, afferma Athos. A giudicare dalla fine che hanno fatto i quattro eroi non abbiamo difficoltà nel dargli ragione. Ovvio che la caratterizzazione inedita di questi nuovi Moschettieri e gli attori che li interpretano rappresentino gli elementi di maggiore interesse. Visto il cast è quasi scontato ribadire quanto la loro performance sia brillante e, spesso, esilarante. A sorpresa abbiamo trovato Rocco Papaleo e Sergio Rubini i migliori in campo. Il primo, in particolare, brilla per l’interpretazione credibile di un leader mai sopra le righe ed eccelle anche nella scherma. Rubini, dal canto suo, offre una presenza scenica e una rara eleganza nel gestire il suo tormentato Aramis.

Se Valerio Mastandrea non risulta pervenuto (sostanzialmente si limita a essere se stesso, fra parlata romanesca e sarcasmo) al contrario Pierfrancesco Favino sembra spingere troppo. L’unico nel cast che sembrava dotato del physique du rôle del personaggio si inventa un grammelot che mescola francese, sgrammaticature e altre lingue morte. Enfatizza le origini contadine di D’Artagnan facendolo apparire in soggezione di fronte ai compagni più colti e questo è un bel tocco ma Veronesi non ne frena la gigioneria estrema. Il risultato è un personaggio che calca la mano sul versante ironico mettendo in secondo piano quello eroistico e ne risulta, così, depotenziato.

Il resto del cast vede un Alessandro Haber cattivo macchiettistico, una Margherita Buy divertente nel suo tono “regale ma non troppo” e una Valeria Solarino spadaccina che non incide nonostante il bel personaggio, cosa che accade anche alla Milady di Giulia Bevilacqua. Molto interessante, invece, l’ancella interpretata da Matilde Gioli; una fanciullina sboccata, irrispettosa e che sembra l’unica a percepire l’assurdità di alcune convenzioni.

Tra Eroismo e Limiti

Moschettieri del Re sembra perennemente incapace di scegliere il percorso che intende seguire. In alcuni momenti, complice l’ottimo lavoro su scenografie e props o la magnifica colonna sonora (di Checco Zalone!!) regala attimi di credibile avventura e atmosfera. Basta poco, però, per vedere scene d’azione confusionarie e mal dirette o momenti all’insegna di comicità convenzionale. Sembra quasi che Veronesi, in alcuni passaggi, decida di ricordare a tutti che questa è comunque una commedia italiana e abbassarne la possibilità di competere con prodotti dello stesso genere provenienti da altri Paesi. Un approccio che cerca di accontentare tutti e che, in alcuni momenti, ci ha fatto temere di non riuscire ad accontentare nessuno.

Il finale a sorpresa (molto imprevedibile, va detto) riesce a giustificare molti dettagli che, durante la visione, ci avevano fatto storcere il naso. Se le inflessioni dialettali degli attori o il piano scombinato del cattivo trovano una loro ragione d’essere con questo plot twist che non vi sveliamo, il film è vittima di una apparente incapacità di credere nei propri mezzi. Eppure una macchina produttiva come questa aveva tutte le carte in regola per risultare un prodotto esportabile e competitivo. Rimane un piacevole divertissement per grandi e piccini ma la sensazione di una occasione sprecata è molto forte.

moschettieri del re recensione

Moschettieri del Re - La penultima missione

Voto - 5

5

Lati positivi

  • Grande sforzo produttivo
  • Scenografie, costumi e colonna sonora di alto livello

Lati negativi

  • L'intreccio si perde nel secondo atto rendendo il tutto ripetitivo
  • Profonda incertezza nel mix tra commedia e avventura
  • Una regia che non valorizza le sequenze d'azione rendendole poco efficaci

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14 commenti

  • Roberta ha detto:

    Un film così insignificante non lo avevo mai visto

  • Roberta ha detto:

    Un film così insignificante non lo avevo mai visto

  • Antonella ha detto:

    A me questo film è piaciuto tantissimo. Di solito rido pochissimo…. Qua invece ho riso tanto. E ho scoperto un Favino strepitoso! Mi ha addirittura acceso una miccia di sex…. appeal mai notato prima di adesso

    • Roberto Gallaurese ha detto:

      Grazie per avere commentato, Antonella! Sì, abbiamo sentito molti pareri positivi su questo film ma è il bello dello scambio di opinioni, direi. Non ho dubbi nemmeno sul Sex Appeal di Favino ma da quel punto di vista, purtroppo, su di me non ha fatto breccia 😉

  • Antonella ha detto:

    A me questo film è piaciuto tantissimo. Di solito rido pochissimo…. Qua invece ho riso tanto. E ho scoperto un Favino strepitoso! Mi ha addirittura acceso una miccia di sex…. appeal mai notato prima di adesso

    • Roberto Gallaurese ha detto:

      Grazie per avere commentato, Antonella! Sì, abbiamo sentito molti pareri positivi su questo film ma è il bello dello scambio di opinioni, direi. Non ho dubbi nemmeno sul Sex Appeal di Favino ma da quel punto di vista, purtroppo, su di me non ha fatto breccia 😉

  • Maria Pia ha detto:

    Film scombinato, mal diretto, non si capisce mai bene la piega che vuol prendere… Di ridere si ride , ma solo grazie al cast di eccelso livello… Confesso che se non ci fossero stati loro quattro , molto probabilmente sarei andata via a metà film…

    • Roberto Gallaurese ha detto:

      “Non si capisce mai bene la piega che vuol prendere” riassume perfettamente non solo il tuo ma anche il nostro pensiero, Maria Pia, come avrai notato leggendo la recensione.
      Grazie per il tuo commento!

  • Maria Pia ha detto:

    Grazie a te, Roberto!

  • Maria Pia ha detto:

    Film scombinato, mal diretto, non si capisce mai bene la piega che vuol prendere… Di ridere si ride , ma solo grazie al cast di eccelso livello… Confesso che se non ci fossero stati loro quattro , molto probabilmente sarei andata via a metà film…

    • Roberto Gallaurese ha detto:

      “Non si capisce mai bene la piega che vuol prendere” riassume perfettamente non solo il tuo ma anche il nostro pensiero, Maria Pia, come avrai notato leggendo la recensione.
      Grazie per il tuo commento!

  • Maria Pia ha detto:

    Grazie a te, Roberto!

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