Niente di nuovo sul fronte occidentale: recensione del film Netflix sulla Prima Guerra Mondiale

Un ritratto intenso e profondo della realtà che la Guerra nasconde dietro agli ideali

Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione. Il nuovo film Netflix di cui state per leggere la recensione, è  una visione – lo comunichiamo subito – non adatta a tutti e non solo per la violenza presente, ma soprattutto per una sensazione di angoscia che traspare perfettamente per tutta la durata della pellicola. I film di guerra sono un genere complesso ma questo riesce ad andare oltre il mero resoconto fattuale o la semplice ricostruzione storica. Permette infatti allo spettatore quasi di provare le sensazioni dei protagonisti creando così una forte suggestione. Non è una storia originale Netflix ma un adattamento del romanzo omonimo dello scrittore tedesco Erich Maria Remarque. La pubblicazione avvenne in due parti – tra il novembre e il dicembre 1928 – sul giornale tedesco Vossische Zeitung, riscuotendo un grande successo anche al di fuori della Germania. Dalla sua pubblicazione il romanzo ha avuto ben 3 adattamenti cinematografici. 

Niente di nuovo sul fronte occidentale segue a grandi linee la narrazione del romanzo introducendo il protagonista, Paul Bäumer e i suoi amici che saranno anche i suoi compagni al fronte. Ed è proprio qui che si svolgerà gran parte dell’azione con i protagonisti costretti a fronteggiare la violenza, il freddo, la crudeltà e la guerra. Il cast vede Felix Kammerer nei panni di Paul Bäumer, Daniel Brühl come Matthias Erzberger, Aaron Hilmer, Albrecht Schuch e Moritz Klaus, interpretano i compagni Albert, Kat e Frantz. Analizziamo nel dettaglio Niente di nuovo sul fronte occidentale. 

Indice: 

Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione 2

Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione, Amusement Park

L’entusiasmo di una generazione – Niente di nuovo sul fronte occidentale, recensione 

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale la Germania è forte del suo successo e galvanizza gli animi nei giovani tedeschi che sono l’incarnazione della propria forza. Paul Bäumer è uno studente di diciassette anni desideroso di prendere parte al conflitto appena scoppiato. Lui e i suoi amici vengono persuasi dai loro professori che l’arruolamento non solo sia la cosa giusta, ma sia un dovere per innalzare la potenza del proprio paese. Paul falsifica la firma dei genitori e si arruola. L’entusiasmo iniziale di scendere sul campo, di vedere con i propri occhi i nemici e portare in alto l’onore del proprio paese, viene smorzato dal primo attacco nemico. Terra e fango distrutti, il rombo degli attacchi che risuona nelle orecchie, il freddo della pioggia e del clima inclemente spaventano l’animo di questi giovani che non avevano idea a cosa sarebbero andati incontro.

Trascorrono gli anni e Paul rimane sempre sul Fronte Occidentale e tra i suoi compagni ora ci sono Kat, un fabbro con anni di esperienza alle spalle, Albert il suo compagno del liceo, Frantz e Tajedn. La guerra mostra quindi al giovane Paul il suo vero volto, la crudeltà di un conflitto che causerà quasi 17 milioni di morti, di cui moltissimi giovani il cui futuro è stato tragicamente stroncato. Parallelo al racconto sul fronte c’è quello dei generali che nei loro uffici cercano di trovare una soluzione ad un conflitto che ormai è ben lontano dall’iniziale idea di gloria che la Germania agognava. 

Cammineremo come viaggiatori in un paesaggio del passato  Niente di nuovo sul fronte occidentale, recensione 

Niente di nuovo sul fronte occidentale – come già anticipato – ricostruisce il conflitto concentrandone l’azione sul Fronte Occidentale appunto, ma non si limita solo a riprodurre certi eventi o la vita dei soldati sul campo. Riesce infatti a trasmettere le sensazioni provate dai protagonisti e a far entrare lo spettatore in quelle trincee. Viene mostrato fin dall’inizio il modo diverso in cui la guerra è concepita dai soldati e dai generali. Gli abiti vengono riciclati dai caduti per essere dati alle nuove reclute: l’oggetto si spersonalizza e le targhette raccolte diventano una serie di lettere e numeri che nascondono storie di vita. Se la macchina della guerra funziona così da un lato, dall’altro invece troviamo chi la vive sulla propria pelle. Paul e gli altri non solo hanno paura di affrontare il nemico – che in fin dei conti è  come loro ma con una divisa diversa – ma si scontrano con la crudeltà della situazione. Sopravvivere e uccidere sono gli imperativi, si annulla l’umanità e si annulla l’empatia, sia quando si è carnefici che vittime. 

I soldati soffrono per tutto, non solo fame e freddo, ma anche il semplice calore umano, la compagnia e il ricordo di chi è importante per loro. Un altro aspetto da tenere in considerazione sono poi gli effetti collaterali del conflitto e non sono tanto quelli pratici, come distruzione e rovina, ma soprattutto emotivi. Sì perché toccherà ai soldati sopravvivere con gli incubi di ciò che hanno visto, imparare a distinguere un tonfo dal suono di un attacco, un passo felpato da quello di un nemico pronto ad ucciderti: i loro sonni sono destinati ad essere inquieti. Il film riesce quindi a mettere in risalto tutto questo e dimostra l’enorme differenza che c’è tra l’ideale del conflitto e la sua realtà; di come i soldati fossero solo pedine necessarie e sacrificabili per un attacco strategico. Niente di nuovo ovvio, la guerra ha funzionato così dall’alba dei tempi, ma rendersene conto fa sempre raggelare il sangue. 

Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione 3

Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione, Amusement Park

I tamburi di guerra – Niente di nuovo sul fronte occidentale, recensione 

Come già accennato nei paragrafi precedenti della recensione, Niente di nuovo sul fronte occidentale non è tanto un resoconto di eventi storici della Grande Guerra, ma è a tutti gli effetti un’immersione nella vita dei soldati durante gli anni del conflitto. Questo avviene soprattutto non tanto attraverso i dialoghi che in realtà sono abbastanza scarni, quanto nel modo in cui è stato girato il film. La telecamera segue passo dopo passo Paul, lo vediamo marciare insieme ai suoi compagni diretto verso l’accampamento;  lo vediamo correre diretto alla trincea nemica e schivare i proiettili lanciati dall’esercito opposto  e vediamo i suoi primi piani. Il film infatti riesce a comunicare tantissimo attraverso l’inquadratura del viso di Paul che trasmette tutta l’angoscia, la paura e il terrore dell’esperienza che sta vivendo: la sua espressività riesce a comunicate molto di più dei dialoghi. Buona anche la fotografia che con il montaggio inframezza la durezza della guerra con la desolazione dei paesaggi all’alba o al tramonto. Spezzoni che appunto vogliono comunicare la devastazione che il conflitto lascia dietro di se. 

Nel complesso Niente di nuovo sul fronte occidentale è quindi indubbiamente ben realizzato perché riesce ad arrivare allo spettatore, o forse anche troppo. La durata di quasi 2 ore e mezza, il ritmo eccessivamente lento, l’assenza di musica se non suoni bassi e incalzanti inseriti in momenti specifici della narrazione non aiutano a renderla una visione piacevole, ma riescono a trasmettere una minima parte di quell’angoscia e la paura che i soldati potevano provare. La violenza e la crudeltà di certe scene non viene risparmiata affatto mostrando la realtà del conflitto. La pellicola si conclude poi con quello che dovrebbe essere un insegnamento per il futuro: non fa riflettere solo sull’inutilità della guerra in sé – il film infatti prende il nome proprio dalla stagnante situazione che c’era al Fronte occidentale – delle conseguenze devastanti che lascia ma soprattutto della hybris degli uomini che molto spesso è la loro rovina, o meglio in questo caso la rovina dei soldati esecutori dei piani di qualcun altro. 

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Niente di nuovo sul fronte occidentale recensione, Amusement Park

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Niente di nuovo sul fronte occidentale

Voto - 6.5

6.5

Voto

Lati positivi

  • Va oltre la semplice ricostruzione storica
  • Primi piani e uso della musica e i silenzi riesce a coinvolgere molto lo spettatore
  • La prova di Felix Kammerer

Lati negativi

  • Lunghezza eccessiva e ritmo troppo lento
  • Non adatto a tutti per alcune scene crude e molto esplicite

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