Orion e il buio: recensione del nuovo film d’animazione Netflix

La recensione di Orion e il buio, nuovo film d'animazione targato DreamWorks che diverte, emoziona e sorprende

Orion e il buio, film d’animazione della DreamWorks, disponibile in streaming su Netflix e scritto da Charlie Kaufman, segna il debutto alla regia di un lungometraggio per Sean Charmatz. Un ottimo esordio, basato sul romanzo di Emma Yarlett e con un cast di grandi voci, in particolare per la versione originale, tra cui spiccano Jacob Tremblay, Paul Walter Hauser, Angela Bassett e Colin Hanks. Orion e il Buio presenta un mondo magico, carico di fantasia e simbolismi, dando alla storica casa di produzione un interesse per tematiche più mature, ma comunque sempre universali.

Indice

Trama – Orion e il buio, la recensione

Orion è un undicenne timido e schiacciato dalla paura e dall’ansia di non essere all’altezza di nulla. Segretamente innamorato di una ragazzina con la quale non ha mai parlato, vittima di bullismo e incapace di reagire, è inoltre terrorizzato da moltissime cose: l’oceano, i cani, le api, le onde dei cellulari, i clown assassini e, come molti bambini, il buio. L’assenza di luce è la sua paura più grande, la più difficile da superare. Un giorno, anzi, per meglio dire, una notte, appare la personificazione del Buio, un gigante oscuro che, al suo passaggio, porta con sé l’oscurità e la notte. A livello interiore il Buio è però tutt’altro che spaventoso.

Orion e il Buio

DreamWorks Animation

È per questo che quando Buio propone a Orion di accompagnarlo in un viaggio per dimostrargli che la notte e il buio non sono così terribili come crede, Orion, dapprima titubante e impaurito, accetta e i due iniziano così un viaggio indimenticabile. Orion incontrerà entità ultraterrene e dalle quali rimarrà affascinato e che operano indisturbate nascoste agli esseri umani, portando equilibrio, armonia e anche difficoltà, nell’ideale di un’ecosistema fatto di gioie e dolori. Il viaggio di Orion si trasforma in una ricerca di sé, dei propri disagi e di quelle paure che hanno forse una radice più profonda di quanto lui stesso immaginava.

L’eredità di film intramontabili – Orion e il buio, la recensione

Orion e il Buio ricorda in qualche modo Inside out, che era però un prodotto della Pixar, con la quale la DreamWorks presenta innumerevoli differenze anche per quanto riguarda la computer grafica. Già con il secondo capitolo de Il gatto con gli stivali la DreamWorks, nata nel 1994, aveva confermato un’indagine più approfondita dei suoi temi universali, da sempre cari alla casa di produzione. Orion e il Buio è ancora più particolare, più fantastico, più attuale. Stanno aumentano sempre di più prodotti che, nel trattare l’infanzia, ne mostrano disagi e problematiche, una realtà che in passato, nel cinema, si aveva meno voglia di indagare, e bambini e adolescenti venivano raffigurati immersi in una vita spensierata. L’adolescenza ha già avuto il suo riscatto, con una rappresentazione più realistica come un periodo della vita estremamente difficile. Ora è forse il momento dell’infanzia, perché non è solo la DreamWorks e l’animazione, ma i bambini o i pre-adolescenti sono sempre più protagonisti del mondo cinematografico e televisivo.

Orion e il Buio

DreamWorks Animation

Bambini, come il protagonista di Orion e il Buio che vive delle profonde difficoltà, per meglio dire, vive nella paura. Un sentimento che da giovanissimi si prova nei confronti di molte cose e che, col passare degli anni, lascia il posto ad altre, più intime, delicate e concrete. Le entità ultraterrene presentate da Sean Charmatz rasentano tematiche esistenziali e trascendentali, senza per questo narrare una storia soprannaturale. Perché la trama inganna e stuzzica lo spettatore con una trovata inaspettata, che forse stona nel magico mondo dell’animazione, ma che preferisce il realismo, utilizzando lo schema del racconto nel racconto. Ecco che tutto è concesso, perché alla fantasia e all’immaginazione non c’è mai fine, specie se queste sono frutto dei pensieri di un bambino.

Il giorno e la notte e i suoi significati – Orion e il buio, la recensione

La luminosità del giorno, dove la luce è la giornata che inizia, il mondo che si sveglia, i rumori della natura, della città, quei particolarissimi suoni che sono ormai parte della quotidianità. E la notte è inquietante, affascinante, misteriosa, quel buio che rende tutto diverso, cambiando l’immagine di quegli stessi luoghi che, tra giorno e notte, non appaiono mai uguali. Per quanto si dice che tutti i bambini abbiano paura del buio, non è questo al centro di Orion e il buio, perché Orion viene dichiaratamente descritto come un bambino eccessivamente pauroso. E parte delle sue paure sono da ricondursi ai suoi 11 anni di età. Mentre altre sono quelle più nascoste, forse più indefinite e che, nel corso della crescita, prenderanno forma, tutte volte a scendere a patti con barriere caratteriali, relazioni con gli altri e, forse, un’autostima che oggi sembra mancare sempre di più.

Orion e il Buio

DreamWorks Animation

Ma neanche questo basta a disegnare ed esprimere l’intero mondo tematico e narrativo di Orion e il buio, che vuole anche sottolineare, tra CGI e simbolismo, che le paure non vanno superate, ma affrontate, perché “avere paura fa parte della vita“. La computer grafica si fa qui un po’ più semplice, prediligendo i colori delle luci del macrocosmo fantastico esplorato da Orion, presentando interi universi, senza comunque tralasciare elementi dell’ambiente reale e umano. Tinte cromatiche definite e vivide, un’attenzione al dettaglio che nell’animazione non smette di stupire, e un perfetto equilibrio tra dramma e commedia, tra leggerezza e serietà, tra ilarità e commozione. Come non mancano i momenti divertenti, in Orion e il Buio non mancano scene e interi momenti di dialogo che possono far piangere. Un qualcosa che accomuna ogni film animato che si rispetti, e anche tutti i prodotti della DreamWorks.

Conclusioni – Orion e il buio, la recensione

Simpaticissima e per certi versi innovativa la rappresentazione del Buio, come un gigante buono fatto di oscurità, che vorrebbe solo smettere di essere odiato e di spaventare tutti, soffrendo di un complesso di inferiorità nei confronti del giorno, di Luce che, spavaldo e sicuro di sé, illumina e risplende, compiacendosi di quanto la maggior parte delle persone lo amino. Le entità con i quali il protagonista entra in contatto sono i Rumori Sinistri, quegli scricchiolii a volte inspiegabili che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito nella notte. L’Insonnia è presentata come quella voce nella nostra testa che carica d’importanza e preoccupazione qualsiasi problema, passato e futuro. La Quiete è la silenziosa e pacata calma della notte, quando tutti dormono; il Sonno è quello che prepotentemente e con insistenza porta ad addormentarsi, e Sogni d’Oro è il fatato, o stregato, universo infinito dei sogni, e degli incubi. E infine, appunto, il Buio, che è qui un buio esteriore e interiore, la prima paura dell’infanzia, che non sempre scompare con l’età, ma che si può imparare a sconfiggere un po’ ogni giorno. Orion e il buio è disponibile su Netflix (qui il trailer).

Orion e il Buio

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Emozionante e commovente
  • Lo stile visivo è davvero eccezionale

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