Primadonna, la recensione: la lotta per la giustizia e il coraggio femminile nel debutto al lungometraggio di Marta Savina

Dall'8 marzo al cinema il lungometraggio d'esordio di Marta Savina, ispirato alla vera storia della pioniera dell'emancipazione femminile Franca Viola

Primadonna, al cinema da mercoledì 8 marzo, segna il debutto al lungometraggio di Marta Savina, regista e sceneggiatrice attenta alle tematiche contemporanee a sfondo femminile. La storia che Savina porta in scena è quella ispirata alla vicenda di Franca Viola, la prima donna italiana ad essersi opposta al matrimonio riparatore, rifiutandosi di sposare l’uomo che l’aveva aggredita e violentata. Una storia cui la giovane cineasta aveva già dedicato un cortometraggio dal titolo Viola, Franca (2017) con protagonista Claudia Gusmano, la stessa attrice che riporta, questa volta sul grande schermo, l’alter-ego di Franca Viola, Lia Crimi. Quello di Franca Viola, pioniera e simbolo dell’emancipazione femminile, è un caso che ha scosso le coscienze e l’opinione pubblica nell’Italia del secondo dopoguerra.

Siamo in Sicilia, nel 1965. In Italia la violenza sessuale è ancora un reato contro la morale e non contro la persona. Quando Franca, diciassette anni, viene rapita, aggredita e violentata da Filippo Melodia l’unica soluzione per ripristinare il suo onore e quello della sua famiglia è “sistemare” le cose con un matrimonio riparatore. Franca ha il coraggio di dire no, di rifiutare la bieca legittimazione di una violenza e col sostegno della sua famiglia intraprende una battaglia che porta a un processo, considerato inconcepibile per quel luogo e per quell’epoca. Quella raccontata in Primadonna è una storia necessaria e attuale. Necessaria per portare all’attenzione di chi non la conoscesse una vicenda che appartiene al nostro ieri, ad un passato affatto remoto. Attuale come testimonianza e voce che omaggia chi, ancora oggi, lotta per affermare diritti che dovrebbero essere parte integrante e connaturata di ogni civiltà ad ogni latitudine.

primadonna recensione

Photo Credit: Giulia Fassina

Indice:

Sinossi e cast – Primadonna recensione

Sicilia, anni Sessanta. Lia ha 21 anni, va a lavorare la terra con il padre, anche se lei è “femmina” e dovrebbe stare a casa a prendersi cura delle faccende domestiche con la madre. Lia è bella, caparbia e riservata, ma sa il fatto suo. Il suo sguardo fiero e sfuggente attira le attenzioni del giovane Lorenzo Musicò, figlio del boss del paese. Quando lo rifiuta, l’ira di Lorenzo non tarda a scatenarsi e il ragazzo si prende con la forza quello che reputa di sua proprietà. Ma Lia fa ciò che nessuno si aspetterebbe mai: rifiuta il matrimonio riparatore e trascina Lorenzo, e i suoi complici, in tribunale.

Questa la sinossi di Primadonna, con Claudia Gusmano a interpretare il ruolo di Lia Crimi. Accanto a Gusmano, Fabrizio Ferracane e Manuela Ventura sono Pietro e Sara, i genitori di Lia, mentre Dario Aita è Lorenzo Musicò. Fanno parte del cast anche Francesco Colella, Gaetano Aronica, Maziar Firouzi, Francesco Giulio Cerilli, Paolo Pierobon e Thony.

Franca Viola attraverso Lia Crimi: una battaglia di tutte, una battaglia per tutte – Primadonna recensione

Marta Savina, che firma anche la sceneggiatura, ci fa conoscere Lia mostrandocela nella sua quotidianità e lasciando che i tratti del suo carattere emergano in maniera estremamente naturale e vivida, grazie anche all’ottima prova di Claudia Gusmano. Il ritratto è quello di una giovane donna discreta, consapevole e determinata. Scende poco volentieri a compromessi, soprattutto con la madre, che la vorrebbe più dedita ad attività “prettamente femminili”, come la cura della casa. Non sta bene sporcarsi le mani nei campi, meglio prendersi cura del focolare domestico, altrimenti chissà cosa potranno mai pensare gli altri. E se la madre è attenta al giudizio altrui, Lia, caparbiamente, fa di tutto perché possa essere lei in prima persona ad autodeterminarsi. Come è giusto che sia.

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Primadonna, Claudia Gusmano e Fabrizio Ferracane. Photo Credit: Claudia Fassina

È lei a decidere per se stessa, in un contesto in cui già il solo pensare di farlo è un atto di grande coraggio. E quando Lorenzo risponde con la violenza a un suo no, la possibilità di accettare il più barbaro dei compromessi non è nemmeno una lontana ipotesi. La paura non manca, non mancano lo sconforto e la sensazione di aver già perso in partenza, ma la determinazione e la necessità di avere giustizia prevalgono. Con i genitori accanto, magari vacillando ma senza mai cedere di fronte alla monumentale portata ed eco delle sue azioni, Lia porta avanti una battaglia personale che diventa una battaglia di tutte, una battaglia per tutte.

Una narrazione lineare al servizio di una storia (davvero) necessaria – Primadonna recensione

Primadonna si muove in maniera lineare nella sua narrazione, con una linguaggio per immagini che si affida a una grammatica ibrida tra quella del grande e del piccolo schermo. Alcuni passaggi sono trattati in maniera forse un po’ troppo frettolosa e didascalica e non sempre si va a fondo nelle sfumature e nei risvolti della storia, ma questo non ne pregiudica la riuscita complessiva. Il messaggio passa forte e chiaro e l’immediatezza si fa cifra stilistica. Ottima l’interpretazione di Claudia Gusmano, la cui prova si nutre di passione e misura dando vita a un ritratto intenso e davvero credibile. Altrettanto degna di nota la performance in sottrazione di Fabrizio Ferracane, fatta di silenzi e di gesti carichi di affetto. Una figura maschile affettuosa, che non ha paura di mostrare i propri sentimenti e le proprie fragilità.

Il film di Marta Savina va dritto al punto, lasciandoci alle prese con le nostre riflessioni, che sul finale si fanno particolarmente agrodolci. Se da una parte ci sono il sollievo e la soddisfazione per la vittoria di Lia e la condanna di Musicò e dei suoi complici, dall’altra ci sono la rabbia e la frustrazione. Il matrimonio d’onore è stato abolito nel 1981, 16 anni dopo la vicenda di Franca Viola, nello ieri della nostra storia. Troppo tardi, ammesso che vi sia uno scenario in cui un tale abominio possa avere anche solo lontanamente ragione d’essere. Il consiglio è quello di non lasciarsi sfuggire Primadonna, un film (purtroppo) ancora troppo attuale e davvero necessario nell’accezione meno trita e più pertinente del termine. Al cinema da mercoledì 8 marzo, qui il trailer.

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Primadonna, Claudia Gusmano e Thony. Photo Credit: Giulia Fassina

 

 

 

Primadonna

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Una storia attuale, necessaria, dalla portata universale
  • La prova del cast nel suo insieme, in particolare quelle di Claudia Gusmano e Fabrizio Ferracane

Lati negativi

  • A tratti la narrazione è troppo frettolosa e didascalica

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