Questo mondo non mi renderà cattivo: recensione della nuova serie di Zerocalcare

Una serie italiana inusuale che indaga sulla posizione di privilegio, fallendo però alla sua stessa argomentazione

Dopo due anni dalla sua prima serie animata, Zerocalcare firma la sua seconda opera animata dall’eloquente titolo Questo mondo non mi renderà cattivo (qui il trailer) nata, anch’essa, dalla collaborazione tra il fumettista di Roma e Netflix
Ambientata nuovamente nella periferia romana, Questo mondo non mi renderà cattivo mostra agli spettatori quello che già i fan del fumettista sapevano da tempo, ossia quanto Michele Rech sia poliedrico e quante sfumature sia in grado di creare sui temi che sono a lui più cari.

Indice

Trama – Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Se la sua prima opera in animazione trattava il tema delicato del suicidio a cui ci si arriva pian piano tramite un escalation in crescendo di sketch uniti alla sensazione sempre più pressante che qualcosa di meno allegro stia per accadere, Questo mondo non mi renderà cattivo si affida a una linea narrativa più classica. Ambientato poco dopo la pandemia, Zerocalcare oramai è un fumettista affermato che passa la vita a Rebibbia tra il suo appartamento, che lascia solamente nei rari momenti in cui non lavora, e la vita del quartiere.

Questo mondo non mi renderà cattivo.

Questo mondo non mi renderà cattivo. Movimenti Production, DogHead Animation.

Un quartiere che è stato smosso dall’arrivo nel centro sociale di trenta migranti che cercano ospitalità, ma vengono mandati da un centro sociale all’altro perché in ogni posto dove sono stati hanno trovato proteste e cittadini arrabbiati ad accoglierli. Una storia che si ripete anche a Rebibbia con cartelloni e manifesti che incitano all’odio e alla violenza sparpagliati ovunque. Oltre all’arrivo dei migranti anche il ritorno di Cesare, un vecchio amico di Zerocalcare, dopo venti anni passati in una comunità per tossicodipendenti scombussola la vita del fumettista.

La periferia romana – Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Con il suo solito umorismo, cinismo e l’accento romanesco, croce e delizia della sua cifra stilistica, Zerocalcare mette in luce due tematiche che raramente vengono trattate, specialmente nel panorama italiano: la prima è la rappresentazione della periferia romana e la seconda è una critica (e autocritica) alla posizione del privilegio.
Quando una storia è ambientata nella periferia spesso questa viene rappresentata come un luogo di degrado abitato da un vasto ventaglio di personaggi bizzarri, di cui la maggior parte sono poco raccomandabili, che vivono le vite tra le più tristi. Sebbene spesso film e serie tv che trattano determinate tematiche muovono critiche aspre sull’argomento, altre narrazioni puntano su una narrazione che somiglia più alla pornografia del dolore.

Questo mondo non mi renderà cattivo.

Questo mondo non mi renderà cattivo. Movimenti Production, DogHead Animation.

Questo mondo non mi renderà cattivo parla dei problemi di Rebibbia, ma non cade nella facile poetica dove la periferia è un luogo di degrado, ma un quartiere che ha i suoi lati positivi e negativi. Ci sono personaggi “problematici” tra cui le persone di estrema destra, personaggi con varie zone d’ombra come è Cesare, ma tutti gli altri personaggi sono persone comuni con difficoltà che molti vivono tutti i giorni.
La differenza è che Zerocalcare non usa la classica e scontata pornografia del dolore per far empatizzare con gli altri personaggi. È qualcosa su cui più volte l’artista è tornato, affermando come Rebibbia sia abitato da persone comuni con problemi che hanno in molti in Italia.

Un’opera intimista – Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Il punto forte della serie è la caratteristica della sua intera produzione: l’introspezione. Un’introspezione che si traduce in problemi lavorativi, nella sensazione di essere sempre nello stesso posto, di sentirsi inadeguati, della sindrome dell’impostore e della precarietà giovanile che ti vuole a 30 anni già vecchio. Qui Zerocalcare diventa ancora più intimo e parla della sua posizione di privilegio.

Questo mondo non mi renderà cattivo.

Questo mondo non mi renderà cattivo. Movimenti Production, DogHead Animation.

Durante gli eventi raccontati dalla serie, Zerocalcare è già famoso ed è già immerso nel mondo dei media e dell’editoria, mondi che sono fuori dalla portata di molti così come si trova a un altro tassello rispetto alla vita dei suoi amici. I personaggi che lo circondano hanno problemi che Rech ha affrontato in passato come, un argomento caro al fumettista, l’avere un lavoro fisso e lasciarsi alle spalle i problemi della precarietà e dell’incertezza nei confronti del futuro. Zerocalcare è passato dallo svolgere lavori come dare ripetizioni o il traduttore di documentari all’avere una carriera stabile come fumettista a tempo pieno che gli sta garantendo una vita di agi a livello economico con tutta la tranquillità che ne consegue.

Una critica al privilegio – Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Questa condizione e consapevolezza del proprio privilegio diventa motivo di critica e di riflessione: dal momento che vive una vita più serena e senza le preoccupazioni che lo attanagliavano, ma che continuano a essere oggetto di preoccupazione per le persone che lo circondano, l’autore si chiede che diritto ha lui di fare la morale agli altri che stanno, al contrario, vivendo una vita fatta di difficoltà e problemi che lui oramai non ha più. Una tematica che viene declinata in più direzioni e che in realtà non trova una risposta se non una riflessione: il fatto che lui viva una vita da privilegiato sotto vari punti di vista (tra cui anche l’essere un uomo bianco cisetero), in che occasioni è giusto che faccia sentire la propria voce? E quando, al contrario, è necessario che lasci la parola ad altri?

Fondamentale su questo punto sono diversi sketch su un suo conoscente diventato una leggenda nel quartiere poiché è gay, ma non subisce discriminazioni in quanto, banalmente, sa fare a botte; fino allo sfogo di Sara sul suo non riuscire a lavorare nell’ambito per cui ha studiato. Al tempo stesso la presa di coscienza del proprio privilegio lo spinge ad utilizzare i suoi mezzi per portare alla luce problematiche che i media ignorano o trattano in maniera superficiale. Ricorrente durante la serie è l’appuntamento che ha in un programma televisivo dichiaratamente di destra che lo vogliono come ospite per parlare dei suoi fumetti mentre Zerocalcare si chiede se e cosa dovrebbe dire a difesa del centro sociale.

Non siamo tutti uguali – Questo mondo non mi renderà cattivo, la recensione

Questo mondo non mi renderà cattivo si colloca tra le produzioni dell’autore più dichiaratamente politiche. Non che sia una sorpresa per chi conosce i fumetti di Zerocalcare né dovrebbe esserlo per chi si è approcciato a lui con la prima serie animata sebbene l’argomento fosse di natura più sentimentale, ma molti dei discorsi e dei pensieri introspettivi dell’autore hanno sempre fatto emergere una sensibilità spiccata verso il mondo che lo circonda. O almeno questo accade in alcuni casi. Zerocalcare negli ultimi anni si sta approcciando sempre più a tematiche quali la mascolinità tossica e una critica alle aspettative che la società gli ha imposto in quanto uomo, soprattutto nelle relazioni interpersonali. Un discorso che si è ampliato nelle differenze culturali tra uomo e donna, tra cui le discriminazioni che le donne ricevono e i problemi estesi a ogni lato della loro vita che gli uomini non hanno. Una sensibilità che si estende anche quando parla di migranti e di razzismo, ma che viene meno quando parla delle persone queer.

Durante le puntate non sono pochi i personaggi, tutti negativi o dalla moralità grigia, che definiscono i gay tramite termini offensivi o sessisti tra cui Cesare e Secco che incalzano Sara su domande inopportune sulla sua relazione saffica. Determinati atteggiamenti dicono molto dei personaggi e di come sono stati scritti, ma è quando si parla di sensibilità verso un’altra categoria di persone che si crea una disparità importante. Difatti la n-word pronunciata sempre da personaggi dalla moralità dubbia viene censurata e segue uno specchietto esplicativo di Zerocalcare che spiega perché ha preso questa decisione, affermando di fatto che la sensibilità linguistica è qualcosa che per lui non spetta a tutti.

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Questo mondo non mi renderà cattivo

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Il ritratto della periferia romana
  • La critica sul concetto di privilegio
  • Il solito tono cinico, ma divertente di Zerocalcare

Lati negativi

  • Viene meno alla stessa sensibilità su cui la serie è basata

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