Renfield: la recensione della commedia horror con Nicolas Cage

L'horror parodico Renfield racconta l'abusata figura di Dracula da un punto di vista inedito, facendo di un personaggio secondario il protagonista assoluto della vicenda. Con Nicolas Cage e Nicholas Hoult.

Da oggi è in sala Renfield, la horror-comedy diretta da Chris McKay (LEGO Batman), con Nicholas Hoult, Awkwafina e Nicolas Cage. Un’operazione che ribalta il mito di Dracula, eleggendo a protagonista assoluto un personaggio secondario, con tutte le conseguenze tragicomiche che questo comporta. Tra gangster e gruppi di sostegno, esplosioni di violenza e non-morti, va così in scena un’avventura improbabile ed esilarante, tutta costruita attorno alla figura del povero Renfield e ai suoi maldestri tentativi di liberarsi da una maledizione che ha tutti i connotati della relazione tossica.

Da un’idea di Robert Kirkman (The Walking Dead), nata quando il progetto di resuscitare i grandi mostri della Universal era ancora realtà (prima che La Mummia con Tom Cruise rovinasse tutto), Renfield si dimostra un divertissement meno assurdo e caotico di quello che vorrebbe far credere. Un viaggio di formazione splatter e parodico con al centro un personaggio ben determinato a diventare, finalmente, il protagonista della propria storia.

Indice:

Trama – Renfield recensione

Dopo più di un secolo in giro per il mondo, braccati da cacciatori di vampiri e costretti a muoversi nell’ombra, Dracula (Nicolas Cage) e il suo fedele servitore non-morto Renfield (la faccia da eterno bravo ragazzo di Nicholas Hoult) si stabiliscono a New Orleans. Il Conte è ancora debole per via del suo ultimo scontro e tocca quindi al suo aiutante, dotato di una forza sovrumana (previa ingestione di qualche insetto) e immune alla luce del sole, procacciargli le prede. All’ennesima richiesta di sangue innocente, però, qualcosa dentro Renfield si spezza, facendogli realizzare di essere nel bel mezzo di una relazione tossica.

Come se non bastasse, uno scontro tra bande di trafficanti di droga locali e le indagini dell’agente Rebecca Quincy (Awkwafina) mettono a repentaglio la segretezza del nascondiglio di Dracula, nel frattempo sempre più determinato a uscire dall’ombra e a rimettere in riga il suo dipendente indisciplinato. Riuscirà Renfield a liberarsi una volta per tutte del suo ingombrante datore di lavoro e vivere una (non)vita piena e finalmente libera dall’ombra soffocante del Conte?

Renfield recensione

Renfield. Skybound Entertainment

Come ti aggiorno un’icona

Come adattare e attualizzare una figura iconica e stra-abusata come quella di Dracula in un modo inedito e originale? Semplice. Relegando l’icona al ruolo di guest star ed eleggendo a protagonista assoluto il suo celeberrimo aiutante. Seguendo quella tendenza tutta contemporanea fatta di spin-off, ribaltamenti prospettici e comprimari promossi a main characters di nuove narrazioni, McKay, per la sua ultima fatica, decide infatti di adottare il punto di vista insolito e originale di un personaggio fino a quel momento trascurato e lasciato ai margini dalle versioni ufficiali.

È così che nasce Renfield, non-morto alle prese con una dipendenza tossica dal suo padrone, condannato suo malgrado a seguirlo ed eseguire i suoi ordini per l’eternità. È proprio questo viaggio di liberazione e apertura alla vita ad aggiornare ai nostri tempi, tra riflessioni sui rapporti tossici, gruppi di sostegno (“i sottomessi anonimi”) e manuali di self empowerment, la parabola altrimenti nota e prevedibile di Dracula. Mettendo, cioè, al suo centro un rapporto mai sviscerato o problematizzato davvero.

Renfield recensione

Renfield. Skybound Entertainment

Vampiri di ieri e di oggi

Per farlo il film non dimentica ciò che l’ha preceduto, a partire da un incipit ricalcato quasi filologicamente sul Dracula di Tod Browning con Bela Lugosi, trasformato per l’occasione in una vera e propria introduzione al nuovo protagonista. È proprio dal classico Universal – e dall’intenzione, poi accantonata, di resuscitare i suoi grandi mostri attraverso remake e reboot da far confluire nel così detto Dark Universe – che nasceva, del resto, l’idea di Robert Kirkman alla base del film. Rispolverando il suo soggetto Renfield parte così da un’intuizione felice cercando, attraverso la sceneggiatura di Ryan Ridley, di svilupparla nel migliore dei modi.

Il risultato è una rivisitazione ironica e parodica del personaggio letterario e cinematografico del vampiro che, da una parte, guarda a certo cinema di genere anni ottanta (Fright Night), dall’altra utilizza uno humour nero legato a doppio filo alla contemporaneità (l’imprescindibile What We Do in the Shadows), senza mai scordare la sua componente fortemente action e la sua vocazione decisamente splatter.

Renfield recensione

Renfield. Skybound Entertainment

Un viaggio di formazione

La violenza e il sangue si sprecano, d’altronde, nel chiassoso film di McKay. Un tripudio caotico di smembramenti, crani frantumati e cascate di sangue lontano, però, dal delirio fine a se stesso. Perché è soprattutto tenere a fuoco il suo protagonista l’obiettivo principale del film. Un personaggio spesso minacciato dalla presenza ingombrante del suo padrone (un Cage comunque meno debordante del solito) ma ben determinato a non farsi rubare la scena da lui.

In questo, Renfield si dimostra più misurato e meno folle di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Una storia incentrata su un viaggio di formazione atipico ma raccontato in maniera tutto sommato tradizionale ed efficace. Tra gangster spietati, poliziotti tutti d’un pezzo e vampiri desiderosi di conquistare il mondo il film si dimostra così un gioco capace di non prendersi mai troppo sul serio, leggero senza mai essere davvero idiota, godibile senza la presunzione di dover per forza essere iconico o memorabile. Un tutt’uno, insomma, con il suo umile e defilato protagonista.

Renfield

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • L'idea di fare di Renfield il protagonista, relegando Dracula al ruolo di guest star, è originale e funziona
  • Le scene d'azione e alcune trovate di sceneggiatura sono esilaranti ed efficaci

Lati negativi

  • A dispetto dell'apparenza, Renfield resta un film piuttosto convenzionale senza quella marcia in più capace di farne un piccolo cult

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