Il Robot Selvaggio: Recensione del nuovo film DreamWorks
In sala dal 10 ottobre Il Robot Selvaggio, film d'animazione DreamWorks. Qui la nostra recensione
Dopo due anteprime, una il 28 settembre e una il 6 ottobre, è ufficialmente in sala a partire dal 10 ottobre Il Robot Selvaggio (qui il trailer), film d’animazione DreamWorks diretto da Chris Sanders, che per la stessa casa di produzione ha diretto I Croods ma soprattutto l’amatissimo Dragon Trainer. Ha inoltre lavorato con Disney scrivendo e dirigendo un altro cult, quale Lilo & Stitch, e i soggetti di film quali La Bella e La Bestia, Aladdin, Il Re Leone e la sceneggiatura di Mulan. Ci sono quindi ottime premesse, ma questo film, ispirate alla storia raccontata dal romanzo illustrato di Peter Brown, sarà un altro ottimo lavoro? Scopritelo leggendo la nostra recensione.
Indice:
Trama – Il Robot Selvaggio Recensione
In seguito a un incidente, la robot ROZZOM 7134 (in seguito soprannominata “Roz”), finisce su un’isola dominata da una folta foresta e piena di animali selvatici. La robot è fatta per aiutare gli esseri umani, ma ora è circondata da animali che non la capiscono, ma che anzi la temono.
Attraverso un processo di apprendimento, Roz imparerà a capire la loro lingue e loro la sua, ma non per questo la sua situazione migliorerà anzi, dopo una colluttazione con un orso, cadrà su un nido uccidendo accidentalmente una mamma oca e spaccando le uova che stava covando, tranne una: da lì, nasce una piccola oca che chiamerà Beccolustro e che dovrà accudire, nonostante varie difficoltà come le sue dimensioni anomale rispetto al resto delle altre oche.
Analisi Tecnica – Il Robot Selvaggio Recensione
Dal punto di vista tecnico, il film è sicuramente ben fatto. L’animazione è fluida e il modo in cui vengono utilizzati i colori è assolutamente spettacolare, con uno stile che richiama quasi delle pennellate di un grosso dipinto. Vediamo lo scorrere del tempo nella foresta con le quattro stagioni, ognuna delle quali caratterizzata dalla propria palette cromatica, tutte una più mozzafiato dell’altra. Ogni singolo frame ricorda un quadro e alcune scene rimangono impresse allo spettatore proprio grazie all’impatto visivo.
Anche la colonna sonora ha una forte presa sul pubblico, grazie all’estremo uso del mickey-mousing, ovvero una tecnica usata soprattutto nei vecchi film d’animazione in cui i brani della colonna sonora seguono pedissequamente i movimenti dei personaggi. La scrittura, poi, è dettagliata e per nulla lasciata al caso, con i temi sviluppati in maniera molto interessante.
Un’unica pecca si ha nella versione italiana, dove, al contrario di quella originale, si è optato o per attori poco avvezzi al doppiaggio o addirittura per dei talent scelti in ruoli piuttosto importanti. Il doppiaggio italiano di questo film non risulta quindi fra i migliori, il che è sicuramente un peccato perché a volte porta un po’ fuori dall’emotività della narrazione.
La Natura – Il Robot Selvaggio Recensione
“A volte, per sopravvivere, dobbiamo diventare più di quello per cui siamo programmati.”, questa è una citazione del film detta da Roz che riassume alla perfezione tutto il contenuto della pellicola. Trovandoci in una foresta piena di animali selvatici, la natura è un tema predominante. Soprattutto nella prima parte, questa natura è poco confortevole e rassicurante, anzi, è piuttosto spietata: gli animali temono Roz, ne sono disgustati, e sono poco amichevoli anche l’un l’altro, legati alle regole della catena alimentare.
A volte, però, dobbiamo essere più forti dei nostri bisogni e istinti primordiali: gli animali si troveranno così a dover collaborare, unico modo per poter sopravvivere. A Beccolustro viene detto che non dovrebbe essere in grado di volare a lungo, è troppo piccolo, le sue ali sono troppo piccole, senza tenere conto, invece, che può effettivamente farlo, semplicemente non come tutti gli altri. La natura ci crea in un determinato modo, ma non siamo solo il modo in cui nasciamo a determinare il nostro futuro. A questo contribuiscono anche le nostre scelte e quanto siamo in grado di fare pur di non soccombere a un destino che, forse, non è davvero già stato scritto.
La Famiglia – Il Robot Selvaggio Recensione
Altro concetto ricorrente nella pellicola è quello della famiglia. C’è una mamma Opossum che ha avuto numerose cucciolate e rappresenta una maternità piuttosto disillusa, con numerose battute su quanto sia esausta. La genitorialità qui non è rappresentata solo come quella biologica, d’altronde c’è una robot che fa da mamma ad un’ochetta, andando inoltre verso il concetto di famiglia allargata, dove più che di famiglia si può parlare di tribù (concetti che in alcune culture sono sovrapponibili, d’altra parte).
Beccolustro viene preso in giro da altri animati perché cresciuto da Roz, “il mostro”, per alcuni. Si tratta di una rappresentazione interessante, in quanto ormai pochi bambini hanno una famiglia poco “tradizionale” e che può essere oggetto di scherno da parte di altri, ma comunque nel film l’amore riesce a venire prima di tutto, anche di ciò che sembrerebbe non essere naturale, come anticipato precedentemente.
Il Robot Selvaggio
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- La componente visiva è stata realizzata egregiamente
- La scrittura offre riflessioni interessanti
Lati negativi
- Il doppiaggio italiano non è fra i migliori