Rumore Bianco: recensione del nuovo film di Noah Baumbach – Venezia 79

Noah Baumbach torna al festival di Venezia adattando il famoso romanzo di Don DeLillo, sempre accompagnato da Adam Driver e Greta Gerwig

Dopo il successo di Storia di un matrimonio, presentato sempre a Venezia nel 2019, Noah Baumbach apre la 79 mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Rumore Bianco, di cui vi proponiamo la recensione. Distribuito da Netflix e tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo, il film è la prima volta del regista alle prese con una sceneggiatura non sua. Inoltre il romanzo da cui prende spunto è sempre stato considerato “infilmabile” per via del peculiare stile di scrittura dell’autore che poco si adatta alla trasposizione in immagini. Baumbach è riuscito comunque ad adattare un romanzo scritto quasi 40 anni fa eppure ancora molto attuale, mantenendosi ancorato al suo stile e senza snaturare l’opera da cui prende ispirazione.

Adam Driver e Greta Gerwig (che continuano il lungo sodalizio con il regista) interpretano due genitori alle prese con un’emergenza nazionale: una nube tossica si muove verso la città e nessuno ha idea di cosa fare. Con un cast estremamente solido, un regista nel pieno della sua maturità artistica ed un materiale di base acclamato all’unanimità, le carte per un gran film ci sono tutte. Nonostante qualche sbavatura, infatti, Rumore Bianco è un film impattante che porta a ragionare sulla società in cui viviamo oggi e su quanto poco sia cambiato il mondo, nonostante tutti gli anni passati.

rumore bianco recensione

Rumore Bianco, Heyday Films, NBGG Pictures, A24

Indice

Trama: la paura di morire – Rumore Bianco recensione

Jack Gladney (Adam Driver) è un acclamato professore universitario, divenuto famoso per aver iniziato a studiare approfonditamente la figura di Adolf Hitler. Conduce una vita tranquilla insieme alla moglie Babette (Greta Gerwig) e 4 figli derivati da diversi matrimoni. Entrambi infatti sono al loro 4 matrimonio, ma finalmente sembrano aver trovato la persona giusta. I due sono follemente innamorati l’uno dell’altra, al punto di augurarsi entrambi di morire prima per non vedere la dipartita dell’altro. Essendo in 6 la vita familiare può apparire un po’ caotica, ma nonostante tutto le cose sembrano filare per il verso giusto fin quando una catastrofe si abbatte sulla città. 

Un incidente tra un autocisterna ed un treno carico di sostanze chimiche genera in cielo un’enorme nube tossica. Se inizialmente la distanza tranquillizza gli abitanti, man mano che la nube si avvicina la paranoia aumenta finché non scoppia il panico generale. Tutti i cittadini sono costretti ad abbandonare le loro case e d’un tratto la più grande paura di Jack e Babette si fa sempre più vicina: la morte.

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Rumore Bianco, Heyday Films, NBGG Pictures, A24

Il costante brusio di sottofondo – Rumore Bianco recensione

Per quei pochi che non lo sapessero White Noise (titolo originale del film) significa rumore bianco; un tipo di rumore definito così perche costante, un sottofondo onnipresente al quale ci si abitua a tal punto da non sentirlo più. Questo rumore può essere interpretato in tanti modi, come il costante vociare dei bambini in casa nel mentre gli adulti discutono, le infinite notizie proposte a tutte le ore dai mass media o l’ignorata consapevolezza del fatto che prima o poi un giorno dovremo tutti morire. Una volta messo faccia a faccia con la nube tossica (presagio di morte) Jack Gladney inizia a percepire questo costante brusio e diventa incapace di ignorarlo. Il tema della morte è centrale in Rumore Bianco, avendo a che fare con personaggi terrorizzati all’idea di morire al punto tale da commettere pazzie. 

È sufficiente una caduta sbagliata e l’uomo più grande e forte che conosciamo potrebbe morire all’istante. La morte è un tema che tira sempre e la paura fa notizia. Basta un evento tragico e l’attenzione dei media si focalizza unicamente su quello, tralasciando tutto il resto. Che sia una guerra, un incidente o un virus letale che circola nell’aria, la paura della morte diventa argomento principale fino a diventare inflazionato, poi dimenticato e tornare ad essere ignorato. Nella società in cui viviamo solo le catastrofi catalizzano l’attenzione del mondo e fin tanto che il pericolo non è imminente, che sia lo sparo di una pistola, un aereo che precipita o una bomba che esplode, resterà sempre rumore bianco.

Glorificazione della morte – Rumore Bianco recensione

Come già accennato in questa recensione, Rumore Bianco parla appunto della nostra società, seppure sia ambientato 40 anni prima. Una società consumistica e capitalista che vede il supermercato con i suoi colori sgargianti come un totem da venerare. Tutto sembra bello, luccicante e acceso, persino la macchina per fare le TAC è arancione eppure appena la nube si abbatte sul mondo il colore scompare. Le voci sui possibili effetti collaterali circolano a più non posso seminando il terrore, fin quando non diventano rumore bianco e tornano ad essere ignorati. L’isteria scatenata da una nuvola nera ricorda gli inizi della pandemia e i metodi strampalati per difendersi dal virus o i letali microchip e tutte le altre teorie diffuse. E poi in un batter d’occhio tutto è finito, il sole torna a splendere (per noi arriva l’estate) e il male non c’è più, i media tornano a parlare di argomenti comuni e la gente sembra aver dimenticato quanto accaduto.

Ciò che ha calamitato l’attenzione per giorni è tornato ad essere rumore bianco. Jack Gladney sembra essere l’unico a percepire tutto ciò e d’un tratto è incapace di tornare a vivere. D’altronde come si può vivere tranquilli in un mondo così pieno di conflitti, malattie, incidenti e chi più ne ha più ne metta. Nel film neanche i religiosi sembrano avere una risposta eppure è così. È il personaggio di Don Cheadle a dire che c’è poesia anche nella violenza, nell’arroganza dell’uomo che cerca di uccidere la morte (come se fosse qualcosa da sconfiggere). Sono gli schianti automobilistici ad attirare la sua attenzione e come il cinema americano abbia saputo superarsi e ricreare catastrofi ed incidenti sempre più realistici (e pericolosi). Si arriva al punto di dire che nel suo vivere l’uomo glorifica la morte e forse perchè senza la morte, senza un finale, il vivere non avrebbe senso.

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Rumore Bianco, Heyday Films, NBGG Pictures, A24

Tre capitoli – Rumore Bianco recensione 

Segundo la struttura del libro Baumbach ha diviso il film in tre capitoli ben distinti in cui delinea il mondo con i suoi personaggi, la catastrofe e l’accettazione. Ogni capitolo sembra avere un tono diverso ed il regista è stato estremamente bravo nel rendere tutto incredibilmente organico. Si passa da situazioni comiche a scene horror, momenti di tensione prolungata spezzati da battute che non risultano mai fuori posto. Così come gli attori che sono stati in grado di restituire il cambio di percezione nei confronti del mondo e della vita grazie a delle performance incredibili, primo su tutti Adam Driver. Con Rumore Bianco Baumbach esce dalla sua confort zone ed arriva a girare scene d’azione, schianti, jump scare e tanto altro riuscendo a mantenere sempre il suo stile. Il lato tecnico è quasi impeccabile e la fotografia restituisce perfettamente l’atmosfera prima idilliaca e poi catastrofica in cui si muovono i personaggi. 

Unica pecca è forse un ritmo un po’ discontinuo dato appunto dall’alternanza di scenari e situazioni molto diverse tra loro. In particolare la fase centrale, paradossalmente quella più movimentata, risulta essere più ostica senza però minare la riuscita complessiva del film. Alle prese con una storia non sua Baumbach è riuscito comunque a confermare la propria bravura e ad adattare un romanzo estremamente complesso e stratificato. Forse i toni bizzarri e grotteschi non incontreranno il gusto di tanti, ma Rumore Bianco è un ritratto del nostro mondo che, nonostante l’ottimismo che traspare nel finale, non sembra versare nelle condizioni migliori.

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Rumore Bianco, Heyday Films, NBGG Pictures, A24

Rumore Bianco

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Ottima interpretazione degli attori
  • Discorso sulla morte ed il rumore bianco nella società odierna
  • Lato tecnico impeccabile

Lati negativi

  • Il ritmo è un po' discontinuo

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