Sciame: recensione della serie horror di Prime Video

Sciame indaga sull'ossessione per i divi e sulla dipendenza dai social media in chiave horror.

C’è una critica nella critica in Sciame, la nuova serie tv horror targata Amazon Prime Video ideata da Donald Glover e Janine Nabers. Una che è il perno della serie, l’altra, più velata, che viene rivolta direttamente a chi sta guardando a cui viene affibiata una parte di colpa per quel che sta succedendo nello schermo. Entrambe hanno a che fare con le dipendenze e, in particolare, con l’ossessione declinata in varie vesti.

Dre è ossessionata da molte cose: da sua sorella, dal cibo, dai social media, ma soprattutto da una cantante pop, Ni’Jah (che ricorda a più riprese Beyoncè), che viene definita una Dea dal suo nutrito fandom. Un’ossessione che viene definita dagli autori come reale, difatti ogni episodio è introdotto da una scritta che avvisa che i fatti mostrati sono reali e qualsiasi similitudine con fatti o persone sono fatti volontariamente.

Indice

Trama – Sciame, la recensione

La vendetta di Dre (Dominique Fishback) ha inizio quando sua sorella si suicida a seguito di una violenta discussione tra le due che l’ha portata ad ignorare il cellulare per tutta la notte. La risposta al lutto per Dre è uccidere chi ha fatto del male a Marissa quando era in vita e il primo della lista è il suo fidanzato, ma ben presto per Dre inizia una discesa nella follia che la porta a far del male con una furia animalesca a chiunque abbia parlato male della sua cantante preferita, alla sua ape regina.

Sciame.

Sciame. Gilga, Naberhood Productions, RBA, Big Indie Pictures, Amazon Studios.

Un horror figlio del suo tempo – Sciame, la recensione

Sciame è un horror figlio del suo tempo in cui l’ossessione diventa dipendenza e in cui la stessa Ni’Jah si crogiola nell’idolatria nella quale viene ricoperta. È qui che risiede l’orrore che coinvolge Dre che passa velocemente dall’essere una vittima, una ragazza afroamericana che non riesce a farsi accettare, definita strana e troppo lunatica per guadagnarsi quell’affetto che le serve, a una carnefice senza la minima pietà.

Sciame.

Sciame. Gilga, Naberhood Productions, RBA, Big Indie Pictures, Amazon Studios.

Dre non riesce ad affrontare la solitudine, troppo spaventata dall’idea di essere abbandonata che, quando effettivamente succede, quando viene lasciata sola dalla persona che amava di più e l’unica che ricambiava il suo amore, perde completamente la bussola.
Un abbandono che tenta di rimpiazzare con qualsiasi cosa. E qualsiasi cosa diventa una dipendenza per Dre, a partire da sua sorella per cui nutre un attaccamento e una gelosia ai limiti del morboso. Ma quando Marissa muore, l’unico modo per rimpiazzarla e per bloccare quel dolore è la dipendenza per Ni’Jah, per Twitter, per lo sciame (è così che si fa chiamare il fandom di Ni’Jah e definiscono lei la loro ape regina) e per il cibo.

Estetica neon dell’orrore – Sciame, la recensione

La scia di morte che Dre crea è qualcosa a cui non può fare a meno, una violenza che è brutalmente fisica fino a diventare rapace quando culmina con un momento di cannibalismo – che avviene fuoricampo – in cui Dre morde il viso del suo idolo. Il linguaggio cinematografico utilizzato strizza l’occhio all’onirico e ai molteplici horror che sfruttano i colori neon miscelati a immagini forti. Il formato 4:3, i colori pop accesi, la grana visibile che richiama l’horror degli anni Ottanta creano una favola nera affascinante in cui il confine tra ciò che è reale e quello che accade solamente nella mente di Dre è labile e confuso.

L’ossessione per il true crime – Sciame, la recensione

L’ossessione come tematica principale della serie coinvolge anche lo spettatore quando Sciame si prende il tempo per ricapitolare tutto quello che è accaduto, un episodio creato fuori dalla mente delirante di Dre, optando per un format molto sfruttato specialmente nell’ultimo periodo ossia quello di una docuserie true crime. Dre non è la protagonista della puntata che viene momentaneamente sostituita dalla detective che ha visto uno schema negli omicidi commessi dalla ragazza, omicidi che non vengono presi in considerazione dalla polizia avendo come vittime persone afroamericane o considerate di serie B.

Sciame.

Sciame. Gilga, Naberhood Productions, RBA, Big Indie Pictures, Amazon Studios.

Una puntata metanarrativa che indaga su un fenomeno di portata mondiale come quel fascino nei confronti del true crime e punta il dito verso lo spettatore che consuma gran parte di docuserie, di podcast e di video che parlano di serial killer, di morti sempre più agghiaccianti, alla ricerca di casi sempre più cruenti, brutali e malsani trasformando queste storie in un prodotto d’intrattenimento estremamente redditizio.

Conclusione – Sciame, la recensione

Allo stesso modo, Sciame condanna l’utilizzo massiccio di social media, ma soprattutto di come questi ultimi possono modellare la realtà e il modo in cui certe persone famoso vengono percepite. Prima tra tutte Ni’Jah il cui personaggio si riferisce chiaramente a Beyoncè, ma i talk show, le notizie, i reel e i tweet fanno da sfondo a un horror ben costruito e affascinante il cui minutaggio limitato risulta non sufficiente per esplorare tutte le potenzialità che ha.

Sciame rimane comunque una serie horror estremamente intrigante e ben formulata che prende ispirazione dal genere di riferimento, citandolo apertamente in modo intelligente. È il caso del riferimento a Midsommar con la puntata con Billie Eilish, la leader di una congrega al femminile che dice di voler indagare il potere femminile tramite la meditazione, l’escursioni e uno stile di vita sano lontano dalla città ma che si rivelano tutt’altro, l’altro lato della medaglia dell’idolatria estrema.

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Sciame

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Il modo in cui le tematiche principali vengono affrontate
  • La forte critica ai media si sposa egregiamente con l'horror

Lati negativi

  • La serie avrebbe avuto bisogno di un paio di episodi in più per indagare le molteplici tematiche che vengono presentate

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