Space Force: recensione della serie comedy Netflix dal creatore di The Office

Gli Stati Uniti provano a tornare sulla Luna nella nuova serie con Steve Carell

In una stagione cinematografica e televisiva tormentata dall’emergenza sanitaria, Netflix prova a risollevare gli stati d’animo con una delle serie tv comedy più attese del 2020. Stiamo parlando di Space Force, della quale vi parleremo in questa recensione dopo aver visto tutti gli episodi in anteprima. Nata dalle menti di Greg Daniels (The Office) e Steve Carell, Space Force è un nuovo tipo di workplace comedy (una serie comedy ambienta sul posto di lavoro, come Brooklyn Nine-Nine o Scrubs per intenderci). Le risate e le situazioni ai limiti dell’assurdo accompagnano una storia in cui la posta in gioco è alle stelle. Il cast della serie, oltre al già citato Carell, vede tra i suoi protagonisti John Malkovich, Diana Silvers, Ben Schwartz, Tawny Newsome e la star di Friends Lisa Kudrow.

La storia segue le vicende del generale a quattro stelle Mark R. Naird, un pilota pluridecorato con il sogno di comandare, un giorno, la Air Force degli Stati Uniti d’America. A Naird, però, verrà assegnata la guida di un sesto ramo, appena creato, delle Forze Armate statunitensi: la Space Force. Dopo un’iniziale scetticismo, l’uomo trasferisce moglie e figlia adolescente da Washington al Colorado, dove si trova il quartier generale della Space Force. Lì Mark Naird proverà a guidare una vasta equipe di scienziati e spaceman per arrivare al grande obbiettivo rimettere piede sulla Luna entro il 2024. Scopriamo di più in questa recensione di Space Force, in arrivo su Netflix il 29 maggio.

Indice

Space Force, la recensione

Le capacità di Greg Daniels come showrunner e autore erano già sotto gli occhi di tutti da anni. Space Force conferma la sua abilità nel maneggiare narrazioni sempre diverse e renderle caratteristiche e riconoscibili. Il passato da autore per I Simpson e Saturday Night Live, oltre che all’incredibile successo di The Office, ha forgiato la penna di un autore che sa cosa fa ridere e soprattutto conosce il modo migliore per metterlo in scena. Concretamente, Space Force non provoca il massimo dell’ilarità – e forse non è neanche questo il suo intento principale. Aspettandosi di trovare un prodotto simile a The Office (e per simile intendiamo la sua struttura comica) si rischia di restar delusi. Vero è che nella nuova serie Netflix c’è un po’ di quel gusto per il non sense e per l’assurdo ma certamente rivolto a nuove soluzioni narrative.

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Space Force. 3 Arts Entertainment, Netflix

La serie scritta insieme a Steve Carell gode di una volontà di concepire la risata come il punto d’arrivo di un percorso. Non battute improvvise e ritmo elevato: la scrittura di Space Forse indugia – a volte un po’ troppo – e prende tempo per costruire alla perfezione lo sketch. Ogni elemento in scena non è casuale e ogni frase, personaggio o situazione sono sempre presenti al servizio della scena. Ed è proprio la costruzione intelligente della gag il punto di forza della serie Netflix. Ciò che alla fine ci strappa un sorriso anche per soluzioni comiche non così brillanti è, infatti, il processo di scrittura che le plasma, dall’incipit fino alla conclusione. Certe sequenze, pur mantenendosi quasi sempre su un tono molto leggero, per loro ottima preparazione e confezione riescono a risultare spassose.

Space is… hard

La costruzione eccellente dello sketch dona ancora più valore ad un soggetto sviluppato benissimo. Vero è che la serie offre ottimi dialoghi e situazioni esilaranti ma va in ogni caso costatata la debolezza di una piccola, ma comunque presente, parte delle soluzioni comiche. Ciò che risulta un po’ forzato dopo qualche puntata è l’eccessivo uso di giochi di parole per stupire lo spettatore. Notevoli e imprevedibili, alcuni funzionano e altri meno ma nel complesso certamente non sono tra i metodi migliori per il coinvolgimento comico, specie se costanti. Space Force riesce in ogni caso a intrattenere e ciò avviene anche grazie alla caratterizzazione dei personaggi e al loro “design” macchiettistico. Senza dimenticare la loro introspezione psicologica. Dai protagonisti fino al personaggio secondario, ad ognuno è concesso il giusto spazio per arricchire con molteplici storyline (mai messe nell’ombra) le vicende e alternando i registri.

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Space Force. 3 Arts Entertainment, Netflix

In soli dieci episodi Space Force riesce ottimamente a delineare un vasto parterre di personaggi e ambientazioni, entrando bene in empatia con lo spettatore. Ogni elemento contribuisce alla buona riuscita del prodotto e si amalgama con ciò che lo circonda anche grazie all’incisività data dagli attori ai propri personaggi. Questi riescono a portare in primo piano anche ruoli più che marginali. Tra essi spicca non solo il protagonista Steve Carell – in un ruolo scritto su misura che riesce a ricordare Michael Scott e al contempo a distanziarsene radicalmente – ma soprattutto il suo comprimario, John Malkovich. Il personaggio del Dr. Mallory cresce di puntata in puntata, mostrando debolezze e un inaspettato humour che – insieme alla caratterizzazione degli altri personaggi – mette un po’ di pepe in una storia che poteva rischiare di risultare Carell-centrica. Dando, inoltre, un ritmo più dinamico ad alcune sequenze utilizzate altrimenti come riempitive.

Missione compiuta – Space Force, la recensione

Quello che distingue Space Force dagli altri prodotti è il contesto nel quale sorge, il tema particolare che affronta – pur trasversalmente. L’ambientazione della base spaziale e delle forze armate americane è curiosa in relazione al genere comedy. Ma, come abbiamo già visto in passato, offre i migliori spunti satirici per prendersi meno sul serio e fare dell’ironia, mai pesante e fastidiosa, sulla contemporaneità negli Stati Uniti. Perché la serie di Daniels riesce a guardare verso più fronti, gestendo ogni sguardo senza strafare e sfruttandolo per il suo scopo principale: ironizzare su ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi. Se da una parte Space Force si veste da leggera parodia dell’America e dei suoi ideali, dall’altra gioca con la cultura più pop prendendo di mira fenomeni come Tik Tok. E il pregio è proprio questo: saper amalgamare bene elementi così diversi, almeno apparentemente.

Ciò che porta Space Force ad essere una serie completa e pienamente soddisfacente – oltre all’irresistibile ironia sull’America – è il focus dedicato alla scienza, specie al suo rapporto con il potere. Il costante confronto fra razionalità e istinto politico alimenta la riflessione sulla scienza e sulla visione che si ha di essa; specie dal punto di vista delle istituzioni. La serie Netflix non trascura nessuna delle sue narrazioni parallele sviluppando più punti di vista sui rapporti familiari e lavorativi. Il tutto viene poi smorzato costantemente dal tono leggero e irriverente, riuscendo a trarre più forza dal loro dosaggio centellinato. Permettendo così allo spettatore di godere poco a poco dell’importante presenza che hanno nella narrazione complessiva. La vera forza di Space Force sta però nella varietà. Ogni episodio è diverso dal precedente, per temi e ritmo, offrendo una molteplicità di storie e personaggi che avrebbero da dire per chissà quante stagioni.

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Space Force

Voto - 7

7

Lati positivi

  • La caratterizzazione dei personaggi e le interpretazioni degli attori, specie John Malkovich
  • Il sapersi prendere poco sul serio, riuscendo però a trattare con rispetto argomenti come le forze armate e la scienza
  • La costruzione della risata, il più delle volte preparata attraverso un ottimo utilizzo del contesto generale

Lati negativi

  • Un uso spropositato di giochi di parole che a lungo andare diventano stucchevoli
  • Aspettarsi un prodotto come The Office potrebbe deludere alcuni spettatori

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