The Good Mothers: recensione della serie tv italiana di Disney Plus

Elisa Amoruso e Julian Jarrold raccontano una storia tutta al femminile di coraggio e speranza

Dopo la presentazione in anteprima alla 73° edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino e la conseguente vittoria alla prima edizione del Berlinale Series Awards, il premio del Festival dedicato alle serie tv, The Good Mothers approda finalmente su Disney Plus dal 5 aprile.

La serie vanta un cast d’eccezione sia davanti che dietro la camera da presa: scritta da Stephen Butchard e diretta dal duo composto da Elisa Amoruso (Chiara Ferragni – Unposted e i due Time Is Up) e Julian Jarrold (Becoming Jane).
Tra il cast principale spiccano Micaela Ramazzotti, Gaia Girace, Valentina Bellè e Barbara Chichiarelli.

Indice

Il punto di vista inedito di uno dei generi più prolifici in Italia – The Good Mothers , la recensione

La serialità italiana, così come la cinematografia, ha spesso attinto alle storie – più o meno di fantasia – delle organizzazioni criminali che hanno fatto dei soldi, del potere e dell’intimidazioni il loro biglietto da visita. Organizzazioni che gridano a gran voce che la lealtà e la famiglia sono i valori più importanti, ma la cui realtà è ben diversa: c’è una rigida gerarchia dominata da una mentalità patriarcale che vuole le donne in una posizione di subordinazione.
Donne e madri la cui vita, sempre uguale, viene tramandata da generazione a generazione, senza possibilità di essere libere né tantomeno ricoprire una posizione di rilievo.

The Good Mothers.

The Good Mothers. House Productions, Wildside.

Appena ragazzine – che sia per una cotta o per un matrimonio combinato per portare prestigio alle famiglie coinvolte – convolano a nozze, generando figli e sono costrette ad una vita di sacrifici e costrizioni in cui le due uniche possibilità sono fare la casalinga o commissioni di minore importanza, non temute anche se conoscono ogni segreto della famiglia, ogni crimine commesso, ogni movimento di armi, droga e denaro.
The Good Mothers è differente da qualsiasi altro prodotto similare poiché mette al centro, per la prima volta, il punto di vista femminile della storia.

La vita delle donne nell’Ndrangheta – The Good Mothers , la recensione

Questo è il destino che unisce le protagoniste di The Good Mothers, il cui viaggio che le accomuna ha inizio con un evento purtroppo fin troppo comune.
Lea e sua figlia Denise Garofalo (interpretate rispettivamente da Micaela Ramazzotti e da Gaia Girace) sono sfuggite dal padre che è a capo del clan Cosco quando Lea ha deciso di aiutare la polizia ed entrare a far parte del programma testimoni per sei anni, senza che la polizia le desse un reale aiuto o sostegno durante gli anni di isolamento che le due hanno passato.
Dopo continui traslochi, città e paesini sempre diversi e la convivenza con la paura e la paranoia, Lea decide di chiedere scusa alla sua ex famiglia, confidando nell’affetto che Carlo Cosco sembra provare per la loro figlia.

The Good Mothers.

The Good Mothers. House Productions, Wildside.

Una scelta che avrà una conseguenza tragica: Lea scompare la sera in cui lei e sua figlia dovevano tornare a casa e Denise viene costretta dal padre a restare con lui, introducendola all”Ndrangheta. È tramite il suo sguardo che scopriamo tutte le sfaccettature della vita di queste donne e della ferrea gerarchia a cui sono costantemente sottoposte.
Qualsiasi cosa facciano non ricevono mai l’approvazione degli uomini della famiglia, men che meno il loro rispetto: devono sorridere di più, essere più mansuete, star zitte, chiedere il permesso per parlare o agire, leggere lo sguardo degli uomini nella stanza per capire se possono dare la loro opinione oppure se verranno punite.

Madri e figli – The Good Mothers , la recensione

È il caso di Giuseppina Pesce (interpretata da Valentina Bellè), figlia del boss di una delle più influenti e importanti famiglie dell’ Ndrangheta ha un ruolo marginale di amministrazione per la famiglia mentre a casa il suo ruolo è quello di essere una madre amorevole anche mentre suo padre la picchia di fronte ai suoi figli per aver detto una frase di troppo. Obbligata a restare fedele a un uomo che è stata costretta a sposare e che si trova in prigione, Giuseppina agogna la libertà della quale è stata privata. La sua quotidianità è fatta di violenze, abusi, un clima del terrore dal quale sembra impossibile ribellarsi soprattutto perché la sua famiglia le ha messo contro sua figlia maggiore. Giuseppina però è un personaggio chiave nella storia, una donna che riesce a non farsi calpestare, alimentando un ben congeniato meccanismo di eventi che, intersecati tra loro, riescono a portare a una vera e propria ribellione che porterà all’arresto dei membri più influenti dell’Ndrangheta.

The Good Mothers.

The Good Mothers. House Productions, Wildside.

Un meccanismo che per tutte ha inizio con la stanchezza del vivere la stessa vita composta da figli che non possono crescere ed educare come vogliono loro, da una casa troppo piccola che a volte coincide con l’isolamento forzato in un’unica stanza, da una libertà privata per anni e anni a cui queste donne decidono di dire basta. Per se stesse in primo luogo, ma anche per spezzare un circolo vizioso che avrebbe voluto i loro figli carnefici o vittime. Lo sceneggiatore Stephen Butchard, accompagnato dalla regia di Elisa Amoruso e Julian Jarrold, sviluppa una scrittura seriale il cui focus è la figura femminile nel racconto della lotta contro la mafia. Una protagonista assoluta che risalta accanto alle presenze maschili, negative – per una volta – tenute in secondo piano.

La parte della legge – The Good Mothers , la recensione

Parallelamente, c’è la storia di Anna Colace (Barbara Chichiarelli), procuratrice determinata nel fermare l’Ndragheta è la prima ad avere l’intuizione di puntare sulle donne delle famiglie delle bande criminali, piuttosto che gli uomini.
Colace riesce a vedere oltre allo sguardo dei suoi colleghi maschili che trovano vigliacco iniziare a seguire le donne. Come Colace stessa la definisce, queste donne possono trasformarsi nel loro cavallo di Troia: insoddisfatte dalla loro vita che somiglia più a una lunga prigionia con la certezza che i loro figli diventeranno assassini e le loro figlie saranno picchiate dai loro mariti.

The Good Mothers.

The Good Mothers. House Productions, Wildside.

Ad unire tutte queste protagoniste ci sono i ruoli secondari sempre interpretati da donne in ruoli che in altre narrazioni sono generalmente maschili. In The Good Mothers ci sono avvocate e mai avvocati, poliziotte che hanno ruoli attivi piuttosto che comparse sullo sfondo aggiunte solamente per far numero.
C’è una cura che coinvolge ogni singolo aspetto, soprattutto la fotografia estremamente curata e che dipinge il sud Italia con un filtro freddo e bluastro, richiamando un ambiente rigido, senza affetto ma comandato da regole e rigidi parametri.

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The Good Mothers

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Le prove attoriali delle attrici protagoniste
  • Un punto di vista inedito di una delle tematiche più sfruttate nel panorama italiano
  • La fotografia fredda e curata

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