The Offering: la recensione dell’horror sovrannaturale di Oliver Park

Esordio al lungometraggio per Oliver Park con The Offering, horror demoniaco dal 23 febbraio al cinema

Al cinema dal 23 febbraio, The Offering (qui il trailer) è il film con cui Oliver Park esordisce alla regia di un lungometraggio. Un horror dall’impianto piuttosto classico, che per estetica rimanda ai titoli del genere degli anni Duemila, e che affonda le radici e trova il suo spunto nella demonologia ebraica e nei segreti della Cabala. Gli sceneggiatori Jonathan Yunger e Hank Hoffman, studiosi e appassionati di Cabala, ambientano l’intera storia nella comunità ebraica chassidica ortodossa di Brooklyn, New York. Una scelta interessante e originale, resa ancor più intrigante dal luogo nel luogo che è cuore e teatro dell’azione: una grande casa che ospita nei sotterranei un’impresa funeraria di famiglia. Premesse affascinanti e un contesto culturale che è una vera e propria miniera di spunti perfetti per confezionare un horror coi fiocchi.

Nella speranza di riconciliarsi con il padre ebreo ortodosso, il figlio di un impresario funebre torna a casa insieme alla moglie in dolce attesa. Ma le sue intenzioni vengono messe alla prova quando l’obitorio di famiglia riceve il corpo di un misterioso cadavere posseduto da un’antica entità che ha in serbo un terribile e infausto piano per il bambino in arrivo. Così recita la sinossi ufficiale di The Offering, il cui cast è composto da Nick Blood (Agents of S.H.I.E.L.D.), Emm Wiseman (Celeste), Allan Corduner (Defiance), Paul Kaye (The Stranger), Jordie Jacobs (Drop Zone) e Daniel Ben Zenou (Skins).

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The Offering. Millennium Media, Nu Boyana Film Studios

Indice:

Potenziale inesplorato per un horror con poca anima – The Offering recensione

La demonologia ebraica, un’entità antica di nome Abyzou, un’impresa funeraria come ambientazione principale. Con queste premesse da sviluppare cosa potrebbe andare storto? Molte cose, purtroppo, alla luce del risultato. The Offering prende il via con un incipit davvero ben fatto, ingrana la marcia scoperchiando un vaso di Pandora che spiana la strada a una storia di possessione e di tradizioni e rituali culturalmente connotati, minacce sovrannaturali che giocano con le più profonde delle umane paure. Perché i protagonisti, Art e Claire, aspettando la loro prima figlia e Abyzou – il più astuto e ingannevole dei demoni, in grado di confondere il senso della realtà e giocare con la dimensione spazio-temporale – è meglio conosciuto come ladra di bambini.

Peccato che gran parte del potenziale narrativo rimanga inesplorato o, quantomeno, in superficie e il tutto si riduca ben presto a una storia con poca anima e che si affida, per veicolare la paura, alle solite soluzioni. Il contesto culturale e è appiattito e il fatto che i protagonisti, fatta eccezione per Claire, appartengano alla comunità ebraica ortodossa è relegato a dato di cui prendere atto o poco più. Non si entra mai a fondo della demonologia ebraica; tradizione e cultura sono sfruttati più a livello estetico che significativo. Un problema di sceneggiatura non da poco che fa di The Offering un film generico su un’altrettanto generica possessione demoniaca. I difetti di scrittura inficiano anche l’impatto dei personaggi, pregiudicano il coinvolgimento e la partecipazione emotiva di chi guarda, indeboliscono la riuscita delle storyline secondarie.

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The Offering. Millennium Media, Nu Boyana Film Studios

Troppi jumpscare, poca sostanza – The Offering recensione

Quando l’horror abbraccia il folklore e la dimensione rituale tradizionale può dare ottimi risultati (vedasi, ad esempio, alla voce Midsommar). Temi come la religione, la superstizione e le antiche credenze coniugati con un’ambientazione suggestiva e particolare sono elementi cardine nel filone di questo sottogenere dell’horror. Pur nell’ambito del sovrannaturale, questa tipologia di film predilige, spesso e volentieri, la scelta di mettere il focus sull’essere umano e sulle sue azioni, piuttosto che sull’entità. Semplificando, l’entità tormenta e possiede l’essere umano come diretta conseguenza delle sue azioni. C’è una motivazione – legata alla fede o alle credenze popolari – e tutto diventa più interessante se si va a fondo di essa.

Questo, in The Offering, manca e la quasi totale assenza di profondità affievolisce l’impatto del fattore paura. Il meccanismo è affidato per lo più ai soliti jumpscare, piuttosto abusati e spesso telefonati. I conflitti, i tormenti e le ambiguità di alcuni dei personaggi in scena sono solo accennati. Il ricco patrimonio della demonologia ebraica è liquidato con qualche rapida spiegazione. Non si sta mai veramente in tensione perché manca la sostanza, la trama è sin troppo frettolosa e solo verso il finale un altro degli spunti più interessanti prende corpo a dovere. Abyzou manipola il senso della realtà e sulle battute finali non mancano i momenti in cui ci sentiamo disorientati come i protagonisti, ma purtroppo non basta.

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The Offering. Millennium Media, Nu Boyana Film Studios

Un film che si fa dimenticare in fretta – The Offering recensione

The Offering funziona meglio dal punto di vista tecnico ed estetico. Vi è una bella cura nei giochi di luce della fotografia, che esalta l’impatto degli ambienti in un film che si svolge quasi tutto in interni. Gli ambienti stessi sono piuttosto suggestivi, una grande casa in cui al calore delle stanze in cui Art e Claire sono ospiti fa da contrappunto l’austero e freddo rigore dell’impresa funebre di Saul nei sotterranei. Non manca la cura nei dettagli di ogni singolo ambiente e non è da sottovalutare l’attenzione nel lavoro sul sonoro.

L’esordio al lungometraggio di Oliver Park ha il sapore di una mezza occasione mancata ed è un vero peccato. The Offering manca di slanci creativi in fase di scrittura ed è timido nello sviluppo delle sue buone premesse. Le atmosfere suggestive non sono valorizzate dalla controparte narrativa e, terminata la visione, resta ben poco da portarsi dietro di un film che non rende sufficiente giustizia a un genere che ha ancora tantissimo da dire quando ha il coraggio di uscire dalla sua soffocante zona di confort.

 

The Offering

Voto - 5

5

Lati positivi

  • La cura nei dettagli delle ambientazioni e l'attenzione al sonoro

Lati negativi

  • La trama è frettolosa e i buoni spunti di partenza non vengono portati avanti in maniera convincente
  • Troppi jumpscare e poca paura vera per un horror che finisce col farsi dimenticare presto

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