The Road – recensione del film diretto da John Hillcoat

Dal desolante e struggente capolavoro di Cormarc McCarthy, The Road racconta la capacità di condividere e affrontare con coraggio le varie avversità

The Road è un film del 2009, diretto dal regista John Hillcoat, famoso per aver girato la terza puntata della quarta stagione della famosa serie TV Black Mirror. The Road  è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Cormarc McCarthy. Autore eccelso di veri e propri capisaldi della narrativa contemporanea, già alcune sue opere hanno visto la trasposizione cinematografica. Tra i più famosi ricordiamo Non è un Paese per Vecchi, diretto dai fratelli Coen. Le storie di McCarthy indagano l’oscurità dell’animo umano, vincolate da dure realtà e spesso crudeli, da cui traspare un alone di speranza. The Road ha, invece, la caratteristica di ambientare queste tematiche in un mondo apocalittico, il cui film riprende pienamente quel sapore crepuscolare, disilluso, privo di moralità. Perfetta è la scelta del cast. Viggo Mortesen nei panni del padre che viaggia col figlio interpretato da Kodi Smith-McPhee, vera e propria rivelazione. Affiancati da attori come Robert Duvall Charlize Theron, i quali, pur apparendo per breve tempo nello schermo, lasciano un solco indelebile all’interno del film.

The Road – recensione: trama

The Road: recensione

Un padre e un figlio privi di nomi. Davanti a loro una strada da percorrere, in compagnia di un solo carrello pieno di oggetti. Attorno una realtà deserta, desolata, un vero e proprio scenario apocalittico, come “una notte più buia del buio e un giorno più grigio di quello passato”. Le ragioni di tale universo sono dovute allo scoppio di una guerra nucleare, o di un’apocalisse dalle origini sconosciute, che hanno devastato il tutto con le piogge radioattive. All’interno di questo mondo, i sopravvissuti vagano alla ricerca di cibo, dovendo fare i conti con migliaia di pericoli. L’assenza di cibo e la fame hanno portato il diffondersi del cannibalismo e ogni incontro è solo un tassello di un rischio imminente.

Quest’uomo, il protagonista, viaggia con il figlio verso sud, verso, forse, una specie di terra promessa, dove tutto può essere dignitoso. Abbandonato dalla moglie, probabilmente morta a causa di quella non-vita, egli ha in mano una sola pistola con all’interno due proiettili, i quali saranno usati su di sé e sul figlio soltanto in casi estremi, per evitare le sofferenze indicibili dei mangiatori di carne umana. Nel corso del loro cammino, i due si imbatteranno in altri individui, tra cui il vecchio Ely, tra i pochi ad avere ancora una umanità all’interno di un mondo dominato dall’odio e dalla paura. Paesaggi sconfinati e abbandonati, percorsi passo dopo passo dai due protagonisti. La strada, appunto, è lunga; e padre e figlio dovranno percorrere chilometri verso quella meta fatta di speranze e sogni.

The Road  – recensione: cammino di dolore e devastazione

The Road: recensione

The Road. In poche parole possiamo riassumere questo film in una devastante e limpida rappresentazione di dannazione. McCarthy descrive un futuro non lontano da noi che Hillcoat riproduce mediante quelle sensazioni di tristezza e profonda malinconia. Sicuramente ci troviamo dinanzi ad un film adatto a persone dallo stomaco forte e, come aggiungono alcuni, dal cuore d’acciaio. Non mancano scene disturbanti, e quelle che colpiscono di più sono quelle emotive.

Noi, come spettatori, non facciamo altro che assistere impotenti al destino tremendo che alcuni sopravvissuti sono costretti a subire. E veniamo profondamente feriti, soprattutto per il modo con cui le scene ci vengono narrate. Il protagonista, paradossalmente, è uno spettatore attivo. Interviene saltuariamente nelle scene per non compromettere la vita sua e del figlio, attraversando atrocità bestiali. In The Road l’umanità è ormai svanita del tutto. Vi è solo una cenere che simboleggia il deserto dell’anima, affamata di cibo, ma desiderosa, nel profondo, di amore e di malinconia con cui aggrapparsi alla vita. Il figlio è un personaggio che colpisce, dal momento in cui è nato in questo mondo di dolore, del tutto ignaro del mondo passato. Anzi, quest’ultimo viene ricostruito dalle parole del padre. Egli assume un ruolo emotivo centrale, il più delle volte in netto contrasto contro la razionalità fredda, come l’ambiente circostante, del protagonista.

Il viaggio intrapreso dai due è sia fisico e sia morale. Questa maturazione morale, tuttavia, si afferma sempre più nel figlio, mentre il padre preferisce rifugiarsi nel cinismo educativo, con il quale prevede un futuro sempre più allo sfascio. Una specie di voce narrante che racconta quel mondo del tutto assente.

The Road – recensione: analisi tecnica

The Road: recensione

La scelta di non affidare ai personaggi dei nomi, fa leva sulla capacità di immedesimazioni sia dello spettatore sia dell’umanità intera. All’interno di The Road  abbiamo prove di altissimo livello. Mortensen presenta un aspetto terrificante: magro, sciupato, barba incolta e denti ingialliti. Tratteggia una figura in balia dei rimorsi e dei rimpianti. Da un passato e da un presente, il cui scopo della vita è quella di difendere il figlio. Nel complesso, si conferma un attore versatile e pronto a tutto.

Straordinario è il bambino, Kodi Smith McPhee, il quale veste i panni del bambino che diviene adulto prima del tempo. Si deve rapportare con una realtà a lui nefasta, protetto da un padre che gli vuole bene e che gli insegna come stare nel mondo. Robert Duvall, nei panni di un personaggio ancora speranzoso, sforna la sua ennesima, straordinaria interpretazione. Nel complesso The Road  è un film molto curato, soprattutto nei particolari. I luoghi sono resi magistralmente vuoti, i quali danno una sensazione di profonda agorafobia. Sono teatro di scorribande, di gesta atroci, immersi in un cielo sempre grigio, cupo, la cui fotografia rende giustizia alle intere vicende. Il tutto unito da una strabiliante colonna sonora che amalgama, in note suadenti, le sensazioni di una umanità verso l’orlo del baratro.

The Road – recensione: conclusione

The Road: recensione

The Road  è la perfetta metafora di un cammino per niente semplice. Tuttavia ci regala grandi soddisfazioni e chi si accinge a vedere tutta la pellicola, ha di fronte un capolavoro con la C maiuscola. I protagonisti entrano in un rapporto quasi empatico con il pubblico, la cui catarsi è imminente. The Road  è semplicemente questo: una pagina straordinaria del cinema.

The Road

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Trama
  • Musiche
  • Ambientazioni
  • Pathos con i personaggi

Lati negativi

  • Leggermente lungo

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *